Lavinia Biagiotti: «Così a Milano sfila la bellezza di Roma». Alla Centrale Montemartini in passerella anche Laura Chiatti

Lavinia Biagiotti: «Così a Milano sfila la bellezza di Roma». Alla Centrale Montemartini in passerella anche Laura Chiatti
Lavinia Biagiotti: «Così a Milano sfila la bellezza di Roma». Alla Centrale Montemartini in passerella anche Laura Chiatti
di Anna Franco
Venerdì 18 Febbraio 2022, 08:31
5 Minuti di Lettura

«Questa per me è una collezione molto importante, è la prima del futuro, quello che abbiamo sospirato e ci siamo auspicati». Esordisce così Lavinia Biagiotti Cigna, 43 anni, presidente e ceo di Biagiotti Group, parlando degli abiti che ha pensato per il prossimo autunno/inverno. Saranno presentati il 27 febbraio durante la fashion week di Milano con un video girato pochi giorni fa alla Centrale Montemartini di Roma, trasformata in passerella. E in esclusiva ci racconta la sua scelta e il mood della stagione che verrà.

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La settimana della moda milanese ha in agenda appuntamenti dal vivo. Come mai lei ha scelto la formula del film?
«Per più motivi.

Prima di tutto per un senso di responsabilità. Una sfilata non si organizza all'ultimo e abbiamo iniziato a pensarci verso l'inizio di gennaio, quando ancora la pandemia incalzava e non me la sono quindi sentita di mettere a repentaglio la salute di nessuno. Poi, per me è sempre importante il tema della sostenibilità. Penso che sia importante sostenere il proprio territorio, che amo, in tanti modi: facendolo conoscere e valorizzandolo, presentando delle collezioni a Km 0. Infine, credo che Roma e Milano siano due poli ugualmente importanti per la moda ed è fondamentale che collaborino. Mi è piaciuto farle dialogare girando nella Capitale ciò che verrà presentato nel capoluogo lombardo».


Perché la Centrale Montemartini?
«Devo partire dalla sfilata precedente, quella al Maxxi a settembre 2021, durante la mostra dedicata a Balla, e che è stata un evento pieno di energia e di futuro. Ecco, questa passerella è un po' un continuum di quella. Non avevo voglia di dimenticare tutta quella carica e, così, ho pensato a esprimere in stoffa l'Energia della Bellezza, che è il titolo dello show. La beltà è spesso vista come statica, invece, per me, è forza generatrice e volevo restituire questo movimento alla quotidianità della donna. Perciò questa è la location ideale, perché è ancora una zona tecnologica, il motore di Roma, dove si incontrano archeologia classica e industriale».


Pensa che la moda possa essere, appunto, un motore che riesca a trascinare turismo e immaginario della Capitale?
«Qui c'è tanto lavoro nella moda e anche tante maestrie. Credo che la chiave di lettura più appropriata per una crescita della nostra città sia quella delle sinergie. Abbiamo cinema, moda e scuole di moda, arte, sport e università, perché non dobbiamo dimenticare quanto sia importante la formazione delle nuove generazioni. Ecco, credo che si potrebbero raccontare e far conoscere tante realtà a più livelli e penso che dovrebbe esserci un'unica regia che faccia incontrare e collaborare tutti questi aspetti. Nel mio piccolo, per esempio, ho creato commistioni col mondo dello sport o della danza, perché sono convinta che chi visita un museo abbia lo stesso piacere di assistere a una sfilata o di andare all'Opera. A Roma ci sono tanti atelier e sarebbe bello che aprissero le loro porte. Tutto questo fascino sarebbe sicuramente attrattivo per i turisti, ma anche per i residenti».


Hanno senso per lei eventi concentrati in uno o due giorni?
«Scegliere questa città solo per un bel panorama, una location d'effetto o un tramonto romantico non ha senso. Preferisco legarmi al territorio più ad ampio spettro, al di là della sfilata. A giorni partirà il restauro della fontana della Dea Roma, che abbiamo finanziato dopo la sfilata al Campidoglio a settembre 2020, mentre con quella del Maxxi abbiamo istituito due borse di studio per altrettanti studenti dello Ied, che seguiremo costantemente per un intero anno. Ci piace costruire dei legami».


Come ha interpretato l' Energia della Bellezza per l'autunno/inverno 2023?
«Con abiti fluidi e dinamici, che scivolano dolcemente sul corpo, grazie a coulisse e pannelli che lasciano molta libertà di essere e muoversi. Ho rappresentato tutti i ruoli della donna tra abiti peplo, in pizzo o dai bagliori dorati, ma anche con tailleur e confortevoli capi in cashmere».


La donna è al centro?
«Sempre. Del resto sono la terza generazione di un azienda al femminile. Per me è il motore del mondo, grazie alla sua forza generatrice che crea il futuro. Proprio per questo ho scelto la sala delle macchine alla Centrale. C'è una passerella ideale costituita da una fila di statue antiche, dotate di un meraviglioso senso di movimento, e, alle loro spalle, i motori. La bellezza e la tecnologia si incontrano e al centro di tutto ho messo la donna, che per me è una dea, non nel senso di perfetta e statica, ma crisalide che finalmente esce dal bozzolo e torna farfalla. Per rappresentarla ho scelto una musa del cinema, Laura Chiatti, e una della moda, Anna Cleveland, top model internazionale che ha rinunciato alle passerelle di New York per essere qui».

 

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