Vittorio Sgarbi, il suo «Capra, capra, capra!» diventa un brand di magliette e accessori

credits Vittorio Sgarbi Official Facebook
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di Gustavo Marco Cipolla
Venerdì 18 Settembre 2020, 11:24 - Ultimo agg. 11:26
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Una genialata “caprina” e ironica si trasforma in un divertente brand di magliette e accessori, ma non solo. Lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi lancia il marchio con il suo inimitabile «Capra, capra, capra!», che diventerà la label di polo, cuscini, tazze, taccuini. E per i modaioli ci saranno pure occhiali, sciarpe e camicie da indossare senza mandarle a dire. Proprio come fa lui. Nell'iniziativa non manca lo scopo benefico, perché una parte del ricavato dalle vendite finanzierà borse di studio destinate agli allievi delle scuole medie e superiori che saranno individuati con un bando ad hoc pubblicato sul sito del critico. Tutti i prodotti si potranno acquistare sull’apposita piattaforma web per la gioia di chi ama lo shopping online.

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Sgarbi ci aveva già provato con il “Diario della Capra”, che ha riscosso ampi consensi grazie alle vignette illustrate dal fumettista Staino, tant’è che la casa editrice milanese “Baldini + Castoldi” ha ben pensato di proporre sul mercato la rinnovata edizione 2020-21. L’idea della linea fashion è di Sabrina Colle, compagna di Vittorio Sgarbi, e Nino Ippolito, con il coordinamento di Beatrice Gigli, e vanta la collaborazione di “Ydeo”, azienda capitolina specializzata in merchandising ed e-commerce. «Da oggi si può dire che Sgarbi si mette in vendita. Mio malgrado, il “Capra, capra, capra!”, rivolto alle “vittime” delle mie intemerate verbali, è diventato un segno distintivo, una sorta di richiamo nel quale si riconoscono le persone libere, anticonformiste, imprevedibili, direi anche ribelli, capaci di sorprendere. Me ne sono reso conto durante le restrizioni della pandemia con una mascherina che riportava proprio una capra: in tanti me la chiedevano, tutti la cercavano. - fa sapere il critico d’arte e volto televisivo - Ovviamente, non venderemo mai mascherine, ma i miei collaboratori mi hanno convinto della bontà di questo progetto che comunque serve a creare quel senso di appartenenza tra i miei sostenitori. Che sono in gran parte giovani: la maggioranza degli utenti che mi segue sui social ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni.
 

 


Del resto, il “Diario della Capra”, nato dalla felice intuizione del mio ufficio stampa e concretizzato per volontà di mia sorella Elisabetta, è stato un successo editoriale. E la nuova edizione mi dicono che sta andando letteralmente a ruba». Maglie in cotone (non chiamatele t-shirt, Sgarbi detesta il termine e gli inglesismi) riproducono l'iconico erbivoro cornuto truccato come Ziggy Stardust, l’alter ego del camaleontico David Bowie, tazzine da caffè presentano la scritta “Odio Sgarbi”, mentre sulle agende si legge “Il mondo salverà la bellezza”, giocando con le parole de "L'idiota" di Fëdor Dostoevskij. E ancora, borracce per chi ha la “Zucca vuota!”, mantelle e sacche per la spesa in fase di lavorazione. «Non parlerei di operazione commerciale - sottolinea Sabrina Colle -  si tratta, piuttosto, di una sorta di divertimento visto che molti sostenitori di Vittorio alle fine di uno spettacolo, di una conferenza o semplicemente incontrandolo per strada gli portano sempre qualcosa da firmare, fosse solo un tovagliolo del ristorante». «Sono felice di aver preso parte al progetto- aggiunge la coordinatrice Beatrice Gigli - e di questo devo ringraziare Antonia Postorivo, che ha creato il contatto tra me e Sabrina. Antonia è stata fondamentale per la nascita del brand”. Cosa ne penseranno Alessandra Mussolini, Vladimir Luxuria e Barbara d’Urso con le quali, tra gli altri, Sgarbi ha litigato in tv?

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