Moda, nell'armadio dell'attrice Milena Mancini: «Faccio rivivere camicie di papà e abiti vintage»

Milena Mancini con un abito NIAmilano (foto Fabrizio Cestari)
Milena Mancini con un abito NIAmilano (foto Fabrizio Cestari)
di Veronica Timperi
Mercoledì 24 Novembre 2021, 11:53 - Ultimo agg. 26 Novembre, 12:42
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Attrice, ballerina, sarta e all’occorrenza anche falegname.

Sono solo alcune delle 20 donne incarnate da Milena Mancini, romana classe 1977, moglie dell’attore Vinicio Marchioni e madre di due bambini di 10 e 9 anni. Una carriera variegata la sua che, da ballerina ha girato il mondo partecipando agli show di Kylie Minogue e Robbie Williams. La svolta cinematografica è arrivata quando è stata scelta per girare “Romanzo Criminale - la serie”, il set che le è stato galeotto anche per trovare l’amore. Impegnata a teatro con spettacoli di spessore sociale, la vedremo dal prossimo 20 dicembre su Sky Serie, nel reboot a puntate “A casa tutti bene”, il primo progetto per la tv di Gabriele Muccino e, a gennaio 2022, nella serie “Christian”, una produzione Sky e Lucky Red.

Milena, che rapporto ha con la moda?

«Direi viscerale, perché mia mamma è sarta. Ho avuto la fortuna sin da piccola di toccare con mano i tessuti dell’alta moda. Questo ha portato a farmi sviluppare una passione enorme per il vintage e per i mercati dell’usato. Praticamente non guardo nel mucchio di vestiti, ma tocco e mi accorgo del capo che ho di fronte».

Lei crea anche gli abiti per i suoi spettacoli teatrali, vero?

«Sì, ne ho realizzati diversi, mescolando colori e tessuti che potessero caratterizzare i personaggi. Ho rivisitato il mio vestito da sposa per la mia ultima fatica in teatro “Sposerò Biagio Antonacci”, un monologo ironico incentrato sulla problematica della violenza sulle donne che durante il lockdown è tornata drammaticamente alla ribalta».

Com’era il suo abito da sposa?

«Semplice, ho voluto disegnarlo da sola e farlo realizzare dalla mia mamma. Era uno stile impero che mi dava la possibilità di allattare mio figlio che aveva un mese, lungo e dritto, con una leggera coda e un coprispalle in pizzo. Durante il ricevimento non riuscivo a ballare e così ho portato le forbici a mia madre e l’ho fatto tagliare seduta stante».

Quando apre il suo armadio cosa vede: ordine o caos?

«Dipende dal periodo. Ci sono volte che mi prende il raptus e sistemo tutto, altri momenti in cui dentro si trovano capi invernali ed estivi e non riesco a decidermi di fare il cambio di stagione».

Si è mai regalata momenti di shopping sfrenato?

«Sono pessima. Se parliamo di mercatini dell’usato direi di sì. Quando riesco a comprare tipo 8 camicie da notte a 13 euro sono entusiasta».

Qual è il suo stile?

«Dipende dall’umore. A volte rappresenta a pieno come mi sento, altre invece mi vesto usando dei colori in particolare per motivarmi, per stimolare una reazione».

Quanta importanza dà ai vestiti?

«Prendo in prestito una cosa che diceva sempre Luca Tomassini quando faceva ballare noi del corpo di ballo di Kylie Minogue con abiti da sera e tacco 12. Incarna perfettamente il mio pensiero. “Non è l’abito che deve condizionare voi. Dovete essere voi, all’interno dell’abito, attraverso il vostro corpo, a dover trovare il modo di renderlo sensuale e funzionale”».

Ha mai preso in prestito un indumento dall’armadio di qualcun altro?

«Le camicie vecchie di mio marito e di mio padre. Ho la pelle molto delicata e in estate non posso prendere molto sole, quindi le uso come kimono in spiaggia. Tolgo il classico colletto e lo trasformo alla coreana».

Le piace il vintage, quanto è sostenibile il suo concetto di moda?

«Amo comprare capi usati ai mercatini per dare loro una nuova forma e donargli una nuova vita. Ad esempio, le classiche vestagliette estive delle nonne, quelle a portafoglio, dalla fantasia floreale colorata, io le trasformo in abiti con la cintina. O ancora, i pantaloni da uomo in una taglia grande, sono bellissimi. Io ne ho almeno 4 paia, riadattati a vita alta».

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Nell'armadio...

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