Trend&chic: a Lecce il "mondo" e il "pumo" brillano al collo delle signore più eleganti

Trend&chic: a Lecce il "mondo" e il "pumo" brillano al collo delle signore più eleganti
di Leda Cesari
Mercoledì 29 Settembre 2021, 12:28 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 17:36
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Lecce, l’accessorio non è accessorio.

Perché le signore bene della città del barocco adorano indossare appunto tutto ciò che non è indispensabile, ma anche tutto ciò che contribuisce ad aumentare la propria percezione corporea, volumetrica (senza essere ciccia, beninteso), il proprio spazio di influenza sul mondo circostante. E a Lecce uno dei pochi capaci di fare questo – di avere questo effetto lifting sull’autostima delle sue clienti – è lui: Gianni De Benedittis, classe 1973, studi da orafo tra Firenze, Manchester e Padova, creatore del brand “futuroRemoto” che ha spiccato decisamente il volo nell’immaginario femminile pugliese (e non solo) dopo aver vinto nel 2007 il concorso “Who is on Next?” di Vogue Italia per la gioielleria. I suoi monili hanno fatto parecchia strada: de Benedittis collabora infatti stabilmente con Ferzan Ozpetek, avendo creato gioielli per tutti i film del regista italo-turco da “Mine Vaganti” in poi, nonché per la sua “Aida” del 74° Maggio Musicale Fiorentino nel 2011 e per la sua “Madama Butterfly” al Teatro San Carlo di Napoli nel 2019. E dal 2009 disegna e crea gioielli per le collezioni alta moda di Guillermo Mariotto, direttore creativo della Maison Gattinoni.

Così le leccesi spasimano autenticamente le sue creazioni. Tra queste l’imitatissimo “Pumo”, traduzione in ciondolo del simbolo portafortuna di Puglia, tallonato però da vicino, quanto a preferenze, dal pendente “Il mondo”: gioiello cinetico realizzato in argento oppure oro (ed eventuale smalto) che si sostanzia in un globo sorretto da due puttini barocchi (i prezzi variano dai 200 euro in su). «A rappresentare la famiglia e la casa – spiega il designer salentino – ma anche la voglia di viaggiare e di girare il mondo: tutto ciò che abbiamo scoperto essere diventato importante dopo un anno e mezzo di pandemia».

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