Wwf, Donatella Bianchi e Alessandra Prampolini guida al femminile: «Il Recovery? Coraggio e una transizione seria»

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di Alessandra Camilletti
Mercoledì 24 Marzo 2021, 17:02 - Ultimo agg. 12 Maggio, 15:03
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Se dico ambiente? «Dico salute, perché è dall’ambiente che dipende il buono stato di salute dell’umanità e lo abbiamo capito con la pandemia. Dobbiamo fare una grande attenzione alla tutela ambientale e alle linee guida in termini di conservazione della biodiversità che dovremo adottare», osserva Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia. Se dico Recovery Fund? «Il Piano Marshall italiano. Dal dopoguerra non abbiamo avuto più l’opportunità di fare un piano di investimento così grande per il rilancio del Paese. E credo sia arrivato il momento di guardare anche oltre il Recovery, immaginando un percorso oltre gli investimenti fatti». E se l’ambiente fosse donna? «L’ambiente è bellezza e quindi è per definizione donna. Non a caso pensiamo alla Venere del Botticelli e quando pensiamo alla natura pensiamo alla donna», sorride la presidente dell’associazione ambientalista che per la prima volta ha un vertice tutto femminile, con la nomina a direttore generale di Alessandra Prampolini, laurea in economia dello sviluppo e da subito dentro la gestione delle risorse naturali. «Stiamo prendendo possesso del Wwf», dice con una battuta Bianchi.

IL TEAM

Ci sono anche Isabella Pratesi alla direzione dell’ufficio conservazione, Benedetta Flammini a capo del marketing e della comunicazione, Patrizia Fantilli alla direzione dell’ufficio legale, Eva Alessi, responsabile della sostenibilità, Mariagrazia Midulla per clima ed energia, Giulia Prato responsabile del mare, Maria Antonietta Quadrelli, responsabile educazione. «La scelta di Alessandra rafforza l’attenzione all’equità e all’inclusione in senso più ampio che il Wwf ha da sempre – spiega Bianchi – Le donne sono molto concrete e pragmatiche, non hanno paura di dire quello che pensano. Dunque, una scelta che risponde all’esigenza di coraggio perché ci vuole coraggio per cambiare le cose». Verrebbe da dire che il Panda ora è più rosa, ma c’è molto più di semplici sfumature. «C’è una sensibilità particolare – dice Prampolini – Per ragioni culturali le donne sono portate a occuparsi di cura e benessere e non ce ne sarebbe senza un ambiente naturale sano. Inoltre, le donne per andare avanti devono avere un approccio trasversale e poliedrico, è difficile che si dedichino a una cosa soltanto, e del resto la natura permea tutti gli aspetti». Dunque, di lavoro da fare ce n’è, sottolinea a sua volta la presidente, «per le differenze di spazi, di rappresentanza e potere». Ci vuole coraggio, esorta Bianchi, e coraggio chiede sulla destinazione del Next Generation Eu. Ora che, forse per la prima volta, economia e ambiente sembrano viaggiare nella stessa direzione, nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della transizione energetica, con l’Europa che ha fissato al 2050 l’obiettivo di impatto zero (dei gas serra) sul clima. «Il Recovery – spiega Prampolini – nasce come fondo per dare un’impronta allo sviluppo per i prossimi anni. Il 37% delle risorse è destinato a progetti per il contrasto al cambiamento climatico e alla perdita della biodiversità». E questo, dice Bianchi, «quasi ci obbliga ad andare in quella direzione. Il tema del cambiamento è già partito, anche a livello di aziende. Ci sono iniziative e grande sensibilità economica verso il green. Tutti hanno capito che è urgente e per questo dobbiamo ringraziare anche i nostri giovani che ci hanno sgridato. Il problema è che stiamo tanto in ritardo, ma dobbiamo evitare che si imbocchi la strada sbagliata». E ancora: «L’economia e la politica hanno riconosciuto la trasversalità del tema ecologico. Il Next Generation Eu è allineato al Green Deal: quello che sembrava un piano futuristico della Ue ha trovato concretezza in queste disponibilità economiche.

Ma c’è un grande lavoro da fare, dai trasporti alla decarbonizzazione».

SMART CITY

Tra le ricadute più pratiche, si ragiona in termini di smart city, città «a prova di cambiamento climatico con interventi strutturali per non essere più causa del cambiamento: la grande sfida è nella mobilità», dice Prampolini, sottolineando anche la necessità di un «investimento massiccio nelle rinnovabili: il sistema Italia è indietro e bisogna accelerare e usare la finestra di questo momento per rilanciare ed eliminare progressivamente il carbonio». E sollecita interventi fiscali mirati. «Non dobbiamo aspettare tempi migliori – sottolinea a sua volta Bianchi – perché deviare la transizione ecologica sarebbe un rischio grandissimo, e dobbiamo essere certi che quello che faremo andrà nella direzione giusta del vantaggio ambientale, nella fattispecie della questione climatica. Non esiste vita in un Paese morto né posti di lavoro né economia. È chiaro che le nuove fonti di energia saranno la grande occasione per il futuro. Il mondo economico ne sta prendendo atto in termini molto pratici, monetari. Il valore delle azioni delle aziende solari è più che raddoppiato dal dicembre 2019. Il mondo e l’economia hanno già intrapreso la strada della transizione ecologica».

Cosa si aspetta dal Recovery? «Coraggio, realismo e visione – dice la presidente del Wwf – Non un greenwashing, ma chiarezza per una transizione seria». All’ultima tornata elettorale, fu il Wwf a chiedere il ministero della Transizione ecologica. «Potete immaginare la mia soddisfazione quando il presidente  Draghi me lo ha comunicato durante le consultazioni – dice Bianchi – Un incontro storico. Con quella notizia prendeva forma un impegno poi mantenuto nel discorso di insediamento, di riconoscere grande centralità al tema ambiente». Alle 20.30 del 27 marzo scoccherà l’Ora della Terra, con l’invito a spegnere le luci per sessanta minuti. «È la seconda volta in semi lockdown – ricorda Prampolini – Si rilancia il messaggio per cui si tutela il pianeta e noi stessi allo stesso tempo. L’Italia, con la presidenza del G20, ha l’occasione di un ruolo guida. Il nostro grido è che quanto abbiamo imparato nell’anno passato non vada perduto».

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