Bambino morto a Sharm, Andrea Mirabile aveva 6 anni: fatale un'intossicazione alimentare, grave il papà. La madre: «Fateci tornare a Palermo»

La famiglia era partita il 26 giugno e doveva stare in Egitto per due settimane

Bambino morto a Sharm, Andrea Mirabile aveva 6 anni: fatale un'intossicazione alimentare, grave il papà. La madre: «Fateci tornare a Palermo»
Bambino morto a Sharm, Andrea Mirabile aveva 6 anni: fatale un'intossicazione alimentare, grave il papà. La madre: «Fateci tornare a Palermo»
di Federica Zaniboni
Mercoledì 6 Luglio 2022, 16:05 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 17:29
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Il piccolo Andrea è morto a soli 6 anni e nessuno sa spiegare il perché. Doveva essere un momento felice, la vacanza a Sharm El Sheik che la famiglia sognava da tutto l’anno. E poi, all’improvviso, la tragedia. Un forte malessere ha colpito lui e i genitori dopo appena cinque giorni trascorsi nel resort egiziano e le condizioni del bimbo si sono aggravate rapidamente. Mamma e papà, adesso, si trovano bloccati in un Paese straniero, a dover affrontare il dolore peggiore e senza ricevere alcuna risposta. L’unico desiderio di Rosalia Manosperti, 35 anni e incinta del secondo figlio, è quello di poter tornare a casa, a Palermo.

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L’ALLARME

La famiglia era partita dalla Sicilia il 26 giugno, pronta a godersi quelle due settimane di relax che erano state organizzate da mesi.

Venerdì scorso, però, i primi sintomi. Nausea, vomito, spossatezza: tutti e tre ne sono stati colpiti, la mamma in modo più lieve. Fin da subito è stato chiaro che il piccolo Andrea e il papà Antonio Mirabile - 46 anni, dipendente dell’Anas -, stavano peggio, al punto da decidere di rivolgersi a un medico. Il primo dottore ad averli visitati, quel giorno stesso, sarebbe stato una guardia medica vicino al resort: intossicazione alimentare - avrebbe detto - molto frequente tra i turisti in Egitto. Nessuno poteva ancora immaginare che quel “piccolo imprevisto” si sarebbe presto trasformato in una terribile tragedia. Lo zio del bimbo, Roberto Manosperti, racconta che a quel punto il medico «ha fatto loro una flebo con una soluzione fisiologica, prescrivendo poi tre pillole per curare quel tipo di malessere».

E la famiglia, rassicurata, è tornata in hotel. Le condizioni di padre e figlio, però, non sono affatto migliorate e il giorno seguente, dopo la nottata passata a stare male, avrebbero iniziato a destare seria preoccupazione. Soprattutto il bimbo. «Si trattava di vomito persistente, di colore giallo, che sapeva di cloro» spiega lo zio. «Tanto che in un primo momento avevano pensato che giocando in piscina avessero ingerito acqua. A questi sintomi, poi, si accompagnava un profondo senso di spossatezza». I genitori, quindi, hanno chiamato nuovamente la guardia medica il sabato mattina, la quale avrebbe detto loro di passare a farsi visitare nel pomeriggio. Ma è stato presto chiaro che non si poteva aspettare un minuto di più.

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Rosalia e Antonio hanno allertato i soccorsi poco dopo e, con due ambulanze, sono stati portati all’ospedale internazionale. All’arrivo in pronto soccorso, Andrea era morto. «Abbiamo saputo che, nonostante un’ora di tentativi di rianimazione, non c’è stato nulla da fare», continua Roberto. Il papà del piccolo, invece, è stato ricoverato in condizioni gravissime, «dopo essere arrivato in ospedale privo di sensi, con sintomi di inizio di blocco renale, con rene ingrossato e problemi respiratori». Al momento l’uomo si troverebbe in terapia intensiva. Il cognato spiega che «sta meglio», ma che non si riescono ad avere «informazioni esatte sul suo stato di salute». La famiglia sa soltanto che «ha un’ossigenazione all’82 per cento». Nulla di più. Secondo quanto racconta lo zio del bimbo, infatti, la situazione sarebbe particolarmente complicata: «C’è di mezzo l’assicurazione – sottolinea – e dall’ospedale non ci dicono nulla. Abbiamo chiesto a un interprete di parlare con il nostro medico, ma ci è stato detto di no. Adesso vogliamo solo riportarli a casa e anche questo sembra impossibile».

 

 

REFERTI

Da quanto si apprende, la Farnesina è in stretto contatto con la famiglia e il ministero degli Esteri sta tentando, con le autorità sanitarie del Cairo, di accelerare le procedure di rientro della salma e dei parenti del bimbo. Come spiega Roberto, «avevano chiesto di poter noleggiare un volo privato per rientrare in Italia, ma servono i referti medici dell’ospedale che non gli vengono consegnati». La magistratura egiziana, intanto, ha aperto un’indagine sul caso e sarebbe già stata effettuata l’autopsia sul corpo del bambino. «Non so neanche quanto sia normale – commenta lo zio in merito alla rapidità con cui è stato effettuato l’esame -, prima ci avevano detto che la salma doveva essere portata al Cairo, invece lo hanno fatto a Sharm». La causa della morte, tuttavia, non sarebbe ancora stata accertata. «Mia sorella è distrutta» dice Roberto, che è riuscito a parlarle via Messenger. «Vuole solo tornare a casa e vivere il suo dolore». 
 

 

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