Armi da fuoco: solo in un paese è più facile comprarle che negli Stati Uniti. La classifica

Le procedure in 16 nazioni: dal lassismo dello Yemen al rigore del Giappone. Non mancano prove di mira.

Armi da fuoco in vendita: solo in un paese è più facile che negli Stati Uniti
Armi da fuoco in vendita: solo in un paese è più facile che negli Stati Uniti
di Paolo Ricci Bitti
Mercoledì 25 Maggio 2022, 20:50 - Ultimo agg. 27 Maggio, 08:16
6 Minuti di Lettura

Comprare un'arma da fuoco negli Stati Uniti, magari in Texas, magari se si è cittadini italiani? Se ci si accontenta di un fucile a ripetizione, non in grado di sparare a raffica, quindi (ma il kit per modificarlo non è difficile da trovare), basta andare nel sempre ben fornito reparto Armeria di un grande magazzino tipo Wallmart, ad esempio ad Elgin (Texas), presentare il passaporto, compilare un agile modulo, pagare alla cassa e ritirare il fucile. Test effettuato nel 2016, ma non è una gran novità.  Nessuna richiesta di porto d'armi, nessun particolare accertamento telematico su quel passaporto, nessuna verifica in qualche banca dati statale o federale. Ora, è vero che se un turista ha il passaporto (e anche il visto Esta, che non viene comunque chiesto) non dovrebbe avere pendenze in corso con la giustizia locale o del paese d'origine, ma insomma.

Poi - è vero di nuovo- non sarà altrettanto agevole portare eventualmente il fucile in Italia, ma questo è un altro discorso.

Intanto, con quel fucile a tracolla, il turista reggerà almeno in parte il confronto con parecchi altri clienti che si aggirano armati fra gli scaffali come fossero a un poligono: pistole automatiche, in gran parte, bene in vista nelle fondine a estrazione rapida. Il fucile appena acquistato si può poi riporre nell'apposito supporto di cui sono attrezzati nella parete posteriore gli abitacoli di gran parte dei poderosi pick up 4x4: una rastrelliera spesso a tre posti.

La strage di Uvalde ricorda di nuovo l'impossibile battaglia contro la facilità di acquistare armi da fuoco negli Stati Uniti dove sono registrate oltre 500mila fra pistole e fucili rispetto a 300milioni di abitanti. Quell'arsenale è però posseduto solo da un terzo dei cittadini americani: cento milioni di persone molto bene armate, in altre parole. E di tutte le età: dai 18 anni in su, come si è visto nella tragedia di Uvalde. Prendere la patente di guida, già a 16 anni, è assai più complicato che comprare un fucile.

Salvador Ramos era appunto appena diventato maggiorenne quando ha potuto comprare con grande facilità più di un'arma da fuoco. Negli Usa si continua a morire più per colpa di una pallottola che per incidenti stradali: 4.300 vittime nel 2021.

 

E' soprattutto dal 1999, dalla strage di Columbine, che dopo ogni eccidio fioccano anatemi, poi le parole si perdono nel vento e si torna ad aspettare la strage successiva. Secondo tutti gli analisti, le lacrime, pure sincere, di Biden non porteranno di nuovo a nulla di fatto: la potente National Rifle Association, poderosa finanziatrice dei candidati, fa pressione perché non cambi nulla e in realtà per molti cittadini americani non c'è nemmeno da porsi domande. Un atteggiamento che va oltre il sostegno al partito Repubblicano. Possedere armi è un diritto costituzionale e non ci saranno mai i numeri per cambiare la Carta. Figuriamoci, con i cadaveri dei bambini di Uvalde ancora da seppellire c'è chi ha ancora una volta proposto di armare i maestri. Insegnanti in cattedra con la pistola nella fondina: ve lo immaginate? 

Restrizioni per l'acquisto di armi da fuoco

E di restrizioni per l'acquisto di armi negli ultimi 23 anni di fatto negli Usa non se ne sono registrate, perlomeno a livello generale: qualche Stato ha sì introdotto qualche limite, ma poca roba. Addirittura dal 2020, con il dilagare della pandemìa di Covid, le vendite di armi da fuoco sono aumentate. come se si temessero tafferugli e sommosse legati alla diffusione del coronavirus.

Secondo il New York Times fra i pochi paesi in cui è più facile che negli Stati Uniti comprare armi da fuoco c'è lo Yemen, in proporzione il secondo paese al mondo i cui cittadini sono più armati sempre rispetto agli Usa. A San'a'  e dintorni basta andare al mercato e comprare una pistola o un fucile oppure farlo on line. Le leggi ci sarebbero anche, ma non risultano particolari controlli.

Negli Usa attualmente in quasi tutti gli Stati basta superare un accertamento "istantaneo" effettuato dal negoziante prima di comprare l'arma. E di armerie negli Stati Uniti ve ne sono oltre 50mila: una ogni 6mila abitanti. La vendita di armi fra privati, poi, non prevede controlli o registrazioni 

Fra i paesi in cui è invece particolarmente complicato comprare un'arma da fuoco ci sono  invece Israele, l'Australia, il Canada e l'Austria dove  è richiesta anche l'iscrizione a un poligono. Poi serve sempre un certificato medico e uno psicoattitudinale, l'eventuale occupazione con mansioni ritenute a rischio (rappresentante di gioielli, ad esempio). L'aspirante compratore deve poi avere una fedina penale immacolata, comprese questioni amministrative, e inoltre vi sono limitazioni sul numero di munizioni: non più di 50 proiettili in Israele.

In testa alla classifica per le limitazioni c'è probabilmente il Giappone. Come riporta sempre il NYT, servono 13 passaggi prima di poter portare a casa una pistola: oltre a certificazioni meticolose di ogni tipo bisogna anche superare un esame pratico in un poligono. 

In Messico non mancano accertamenti approfonditi, comprese il rilascio delle impronte digitali. completate le scartoffie,  bisogna persino andare di persona nell'unica armeria del paese (è a Città del Messico) che può vendere ufficialmente pistole. Un imbuto strettissimo. Che poi in Messico ci sia un impressionante mercato nero delle armi è un'altra questione.

La Gran Bretagna è a metà classifica, ma oltre all'iscrizione a un poligono e al certificato penale, è richiesta una "intervista" che viene effettuata direttamente dalla polizia. Obbligatorio, come in quasi tutti gli altri paesi, un armadio blindato per custodire le armi. 

E in Nuova Zelanda l'intervista e gli accertamenti riguardano anche i familiari dell'acquirente. Servono mesi e mesi prima che l'iter sia terminato.  

In Sud Africa, altro paese in cui armi da fuoco anche pesanti legalmente e illegamente detenute sono tantissime, oltre ai vari certificati bisogna indicare due persone che faranno da "custodi" del comportamento dell'acquirente e inoltre la polizia tiene conto di eventuali giudizi negativi di vicini di casa e amici. 

Anche l'India l'iter è molto complesso anche se non omogeneo in tutti gli stati, ma spicca la possibilità per le autorità di sequestrare le armi da fuoco nei periodi elettorali.

 In Germania, dove sono previste limitazioni per gli under 25, la polizia può fare ispezioni a sorpresa per verificare se le armi sono costudine in maniera sicura.

In Brasile prevista anche una prova di abilità che non pare facilissima: bisogna dimostare di poter colpire un bersaglio a 5 e a 7 metri di distanza nel 60% almeno dei tentativi.

In Russia, oltre a un test pratico, bisogna superare anche un corso di pronto soccorso. 

E infine in Cina: non è che vi sianno particolare richieste da parte dello Stato, oltre ai soliti certificati e agli armadietti blindati. E' che bisogna convincere llo Stato che di quella pistola si ha proprio bisogno. E lo Stato cinese non si convince facilmente, anzi, abbondano i dinieghi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA