Asanbekovich e i siberiani: nomi, cognomi e indirizzi. «Ecco la lista dei macellai»

Gli attivisti e gli 007 di Kiev: sono loro i responsabili della barbarie. Ma da Bucha sono passati anche i ceceni

Asanbekovich e i siberiani: nomi, cognomi e indirizzi. «Ecco la lista dei macellai»
Asanbekovich e i siberiani: nomi, cognomi e indirizzi. «Ecco la lista dei macellai»
di Cristiana Mangani
Martedì 5 Aprile 2022, 00:02 - Ultimo agg. 00:16
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Sorridono da una foto ricordo: occhi a mandorla, facce da ragazzini, non avranno più di 30 anni. È a loro che viene attribuito il massacro di Bucha. I volontari di InformNapalm hanno pubblicato l’intero elenco dei militari russi che hanno attaccato la cittadina nei pressi di Kiev, fornendo indicazioni personali e dati. Ma è sull’unità 51460, 64ma brigata di fucilieri motorizzati, che si è concentrata l’attenzione e, in particolare, sul comandante, il tenente colonnello Omurbekov Azatbek Asanbekovich, che - grazie alle geolocalizzazioni effettuate nella zona - si sa che ha smobilitato da Bucha il 31 marzo scorso, lasciandosi alle spalle cadaveri di civili per strada, nelle fosse comuni, ucraini giustiziati con un colpo alla nuca e le mani legate.

La sua identità è stata svelata su Telegram. Gli attivisti ne hanno pubblicato anche la mail e il telefono. Un numero che da ieri mattina ha smesso di rispondere e che, forse, è stato spento dopo la diffusione della notizia. Di Asanbekovich è stata pubblicata anche la foto: giovane, in tuta mimetica, un carrarmato alle spalle, le labbra carnose, gli occhi allungati dei buriati, la più grande minoranza etnica di origine mongola della Siberia. Luogo da dove questo battaglione della morte è partito per muovere guerra all’Ucraina. Esattamente da Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Khabarovsk, nell’estrema Russia orientale.
«Siamo riusciti a trovare anche l’indirizzo di casa del boia russo - hanno scritto i volontari di UniformNapalm, annunciando la pubblicazione di dati e spiegazioni su come trovarlo - Siamo particolarmente grati alla nostra fonte in Georgia, Irakli Komaxidze, che sta facendo un lavoro eccezionale nell’Osint (Open source intelligence)». «Ogni ucraino dovrebbe conoscere i loro nomi. Tutti i criminali di guerra saranno processati e assicurati alla giustizia per i crimini commessi contro i civili dell’Ucraina», è scritto nella dichiarazione della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina, pubblicata sul sito. A seguire, l’elenco dettagliato di 87 pagine con i nomi degli oltre 1.600 soldati russi ritenuti coinvolti nel massacro. «Macellai», come li ha definiti ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

L’elenco

Nell’elenco i soldati sono identificati con grado militare, nome e cognome, data di nascita ed estremi del passaporto. Per molti di loro compare solo l’indicazione “soldato semplice”. Tra i cognomi anche alcuni tra i più diffusi in Cecenia. I loro volti si vedono nelle foto pubblicate in rete, ragazzi sorridenti davanti all’obiettivo: “la banalità del male”, forse Hannah Arendt quella frase la ripeterebbe. Per gli attivisti sono stati proprio i militari di questa unità a commettere «scioccanti crimini di guerra nelle città di Bucha, Gostomel e Irpen, nella regione di Kiev». Ma sul territorio hanno operato anche altri gruppi.
Durante una intervista trasmessa da Zvezda, il canale televisivo delle forze armate russe, un ufficiale con il volto coperto ha parlato proprio delle attività svolte alla periferia della capitale e ha detto di avere partecipato a delle “zachistka” ossia le “operazioni di pulizia”: dalla guerra di Cecenia questo termine viene usato per indicare i rastrellamenti porta a porta.

Un’espressione diventata sinonimo della pulizia etnica, degli arresti illegali e dei saccheggi condotti durante il feroce conflitto in Cecenia.

L’intervistato si è qualificato come il maggiore Aleksiej Szabulin, ufficiale della fanteria di marina: un corpo scelto simile ai marines statunitensi. Una serie di siti ucraini usando software di riconoscimento facciale sostengono invece che il nome sia falso: si tratterebbe del maggiore Aleksei Bakumenko, appartenente alle truppe da sbarco e veterano della guerra di Siria. La fanteria di marina sarebbe entrata in azione nella zona dei massacri pochi giorni prima della ritirata, per coprire i compagni provati dagli scontri. E nella stessa zona è stata registrata la presenza di Hussein Mezhidov, comandante del battaglione Sud della Rosgvardia cecena, e di Anzor Bisaev, meno famoso e con lo stesso compito di “pulizia” del territorio. 

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