Covid, Austria da martedì in lockdown totale. Il cancelliere Kurz: «Non incontrate nessuno, così salveremo il Natale»

Covid, Austria da martedì in lockdown totale. Il cancelliere Kurz: «Non incontrate nessuno, così salviamo il Natale»
Covid, Austria da martedì in lockdown totale. Il cancelliere Kurz: «Non incontrate nessuno, così salviamo il Natale»
Sabato 14 Novembre 2020, 17:06 - Ultimo agg. 19:35
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Maglia nera a livello mondiale per la velocità di diffusione del coronavirus, l'Austria getta la spugna e - prima in Europa - rompe il tabù di dichiarare un lockdown totale come quello già imposto ai cittadini in primavera. «Nessuno di noi lo vuole ma è l'unico mezzo che funziona», ha allargato le braccia il cancelliere Sebastian Kurz, dopo due settimane di lockdown 'morbido', sostanzialmente un coprifuoco notturno. 

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Da martedì prossimo, invece, il divieto di uscire coprirà tutte le 24 ore.

Mentre asili, scuole e negozi resteranno chiusi per quasi tre settimane, fino al 6 dicembre. «Un freno d'emergenza» - così l'hanno definito a Vienna - per abbassare la crescita record dei contagi, con una curva esponenziale registrata in alcune regioni del Paese. Nuove restrizioni sono entrate in vigore anche in altri Stati europei, e non solo, mentre il bilancio globale delle vittime ha superato gli 1,3 milioni di morti.

Anche in Grecia, dove il sistema sanitario nazionale è ormai quasi saturo, è crollato l'argine eretto finora a difesa delle scuole: il governo ha annunciato la chiusura di primarie, asili e nidi, mentre le secondarie erano già entrate in modalità di didattica a distanza. Da lunedì tutte le lezioni di ogni ordine e grado saranno solo online, mentre un coprifuoco notturno a livello nazionale è entrato in vigore da venerdì. «La chiusura delle scuole elementari è stata l'ultima cosa che volevamo fare. Questa è una misura della gravità della situazione», ha sottolineato il ministro della Salute di Atene Vassilis Kikilias. Una stretta contro il virus è scattata anche in Ucraina, dove tutte le attività non essenziali sono state chiuse per il fine settimana. 

Fuori dal Vecchio Continente, il Libano è entrato in un nuovo blocco di due settimane dopo che le infezioni hanno superato la soglia dei 100.000, con gli ospedali quasi al completo. A differenza della prima ondata, tuttavia, le categorie economiche e sociali più colpite in maniera diretta dalle misure dei governi continuano a mostrarsi molto meno propense ad accettarle. In Francia ristoranti e bar hanno intenzione di ricorrere in tribunale contro la decisione del governo di chiudere i loro locali per il lockdown, secondo quanto annunciato dall'Umih, il principale sindacato della categoria.

Nei giorni scorsi il primo ministro Jean Castex aveva annunciato che dal 1° dicembre, con la fine del lockdown, soltanto i negozi considerati «non essenziali» potranno riaprire, ma non i bar e i ristoranti. E proseguono Oltralpe anche le proteste di parte del mondo cattolico contro la prescrizione che nel periodo di lockdown vieta i raduni e, di conseguenza, pure le messe. Al di là della Manica il Regno Unito - che nell'ultima giornata ha registrato 462 morti tra soggetti positivi al Covid e 26.860 nuovi casi - spera ancora di riuscire a salvare il Natale. Le prossime due settimane, ha ammonito uno dei consiglieri sanitari del governo britannico, la professoressa Susan Michi, saranno «assolutamente cruciali» per decidere se confermare la fine del lockdown in Inghilterra, prevista il 2 dicembre.

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