Austria, il leader dell'ultradestra chiede soldi in nero ai russi: salta il governo

Austria, il leader dell'ultradestra chiede soldi in nero ai russi: salta il governo
di Flaminia Bussotti
Domenica 19 Maggio 2019, 08:52 - Ultimo agg. 09:02
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A una settimana dalle europee, scoppia una bomba politica in Austria che fa precipitare il Paese in una crisi di governo, induce il cancelliere popolare (Övp), Sebastian Kurz, a indire nuove elezioni e ha come primo effetto le dimissioni del vicecancelliere e leader del partito di estrema destra Fpö, Heinz-Christian Strache, alleato junior nella coalizione conservatrice a Vienna.

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LE REAZIONI
Uno scandalo di questa entità non si era mai verificato nella storia repubblicana del Paese. In un misterioso video di sette ore, arrivato venerdì nelle redazioni di Spiegel e Süddeutsche Zeitung, e oggetto di indagini, si vede Strache e il suo fidatissimo Johann Gudenus, manager del gruppo parlamentare Fpö, ipotizzare con una presunta miliardaria russo lettone, presunta nipote di un ricco oligarca, della concessione di importanti commesse statali in cambio di aiuti per la campagna elettorale. Il video, girato in una finca a Ibiza risale all'estate del 2017, tre mesi prima delle legislative, vinte dalla Övp di Kurz, seguita dai socialdemocratici (Spö) dell'ex cancelliere Christian Kern, e dalla Fpö. Fra le varie opzioni Strache ventilava l'ingresso alla donna nella Krone, il principale quotidiano per diffusione in Austria, con relativo ripulisti di giornalisti scomodi. L'incontro non ha avuto effetto né sono seguiti reati, ma mostra senza ombra di dubbio la disponibilità a farsi corrompere del personaggio.
In un breve statement ieri sera rinviato di parecchie ore (dalle 12, alle 14 e poi alle 19.45), Kurz ha detto che in un anno e mezzo di coabitazione ne ha dovute mandare giù parecchie con la FPÖ, del genere scivolate a destra, ma che ora la misura è colma e che ha chiesto pertanto al presidente Alexander Van der Bellen di indire il prima possibile nuove elezioni parlamentari: «la Fpö ostacola il cambiamento, danneggia l'immagine dell'Austria e la mia idea di servire il Paese», ha detto Kurz.
Prima del cancelliere, alle 12.30 e con mezz'ora di ritardo, in un verbosissimo statement di dieci minuti, Strache ha annunciato le dimissioni da tutti gli incarichi, vicecancelliere e leader partito. L'annuncio, molto criticato per la successione delle parole, lo ha fatto precedere da lunghe scuse e in parte di discolpa, e solo alla fine ha annunciato le dimissioni. Ha assicurato di non essersi macchiato di alcun reato, ha denunciato un imprecisato attentato politico ad opera di presunti servizi segreti, senza dire di quale Paese, e ha chiesto perdono a sua moglie Philippa. «Mi sono comportato in modo stupido, penoso e da macho, con parecchio alcool in corpo per fare colpo sull'ospite russa. Per non danneggiare l'incarico, il governo e il partito mi faccio da parte», ha detto con voce malferma. Poco dopo è seguito lo stesso passo da parte di Gudenus. Succede a Strache alla guida del partito Norbert Hofer, finora ministro delle infrastrutture e ex candidato Fpö alle presidenziali ne 2016, sconfitto poi dal verde Van der Bellen.
Le opzioni ipotizzate prima dell'annuncio di Kurz erano due: o portare avanti la coalizione con la Fpö previo rimpasto, o governo di minoranza e poi elezioni anticipate.

Il rinvio di ore dell'annuncio di Kurz è stato molto criticato. Pare che Kurz avesse chiesto la testa del ministro degli interni Herbert Kickl, falco dei populisti inviso anche in Europa per sostituirlo con un uomo Övp. La Fpö si sarebbe invece opposta preferendo la fine della coalizione. Dalla mattina, davanti alla cancelleria al Ballhaus, oltre 5.000 dimostranti erano riuniti con fischi, trilli, cartelli come Strache, tu neo-nazi e chiedendo Neuwahlen, nuove elezioni. Per gli osservatori la protesta ricorda molto quella di inizio 2000 contro il primo governo di destra del cancelliere Övp Wolfgang Schüssel, con la Fpö di Jörg Haider .
 

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