Zurigo, lo schianto del bus low cost: morta un'italiana

Zurigo, lo schianto del bus low cost: morta un'italiana
di Claudia Guasco
Lunedì 17 Dicembre 2018, 16:02 - Ultimo agg. 16:06
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Alle quattro e un quarto di domenica mattina, sull'autostrada A3 alle porte di Zurigo, nevicava in abbondanza e la strada era ghiacciata. Il pullman partito da Genova e diretto a Dusseldorf si è trovato di fronte a quella curva a destra all'improvviso, non ci sono cartelli che la segnalano, ha sbandato ed è andato sbattere contro il muro che costeggia la carreggiata. L'impatto è stato terribile. Nicoletta Nardoni, che proprio oggi avrebbe compiuto 38 anni ed è mamma di un figlio di 9 anni, è morta, e altre 44 persone sono rimaste ferite, la più giovane è una sedicenne svizzera. Gravi i due autisti di 57 e 61 anni, entrambi italiani, il primo era al volante al momento dello schianto, il collega era seduto accanto ed è in coma.

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«ANDAVAMO VELOCI»
A bordo del torpedone low cost di Flixbus c'erano 51 persone, partite dalla Liguria per raggiungere la Svizzera in sei ore pagando il biglietto 35,99 euro. Nicoletta, che abitava a Mozzate, in provincia di Como, e lavorava al bar Chef Express della stazione del suo paese, stava andando a trovare il padre Domenico, originario di Cisterna di Latina e trasferitosi in Germania per fare il cameriere. Ieri mattina aspettava la figlia alla fermata, ma l'autobus non arrivava e il cellulare era muto. Così ha chiamato la compagnia a Zurigo: «C'è stato un incidente, sua figlia è rimasta coinvolta». Poco dopo, la terribile notizia che Nicoletta era morta sulla strada che collega Coira a Zurigo in una notte di tempesta, tanto che i servizi di meteorologia avevano avvisato di non mettersi in viaggio. La strada, racconta chi era lì, «sembrava una pista di pattinaggio». Tante le macchine finite fuori dalla carreggiata, un tassista che si trovava proprio davanti al bus racconta: «Ho sentito un gran botto. C'era neve sull'autostrada, non era stata pulita. Era davvero pericoloso. Io sono riuscito a non andare a sbattere tirando il freno a mano, me la sono cavata con un testacoda e uno spavento». Una manovra estrema che un pullman certo non può fare, soprattutto se non andava piano: «Siamo arrivati in prossimità di una curva a andatura troppo sostenuta. Il muro ci ha salvato», riferisce un passeggero colombiano ferito a un braccio. Quando sono arrivati i soccorsi molti viaggiatori erano intrappolati, «c'era chi urlava, è stata un'operazione difficile».

L'incidente è avvenuto in un punto critico, con una brusca deviazione a destra su una strada secondaria in cui si immette la A3, e se il muro non avesse retto il bus sarebbe precipitato per una decina di metri finendo nel fiume Sihl, come è accaduto a un camion nel marzo 2016. La polizia cantonale di Zurigo, in collaborazione con la procura, indaga sulle condizioni del veicolo, del manto stradale e sul ruolo dell'autista. Flixbus, da parte sua, assicura che i sessanta partner che le forniscono i pullman «devono sottoscrivere un protocollo» sugli standard di sicurezza: «Chiediamo che gli autobus siano di ultima generazione e che vengano cambiati al massimo ogni tre anni. E per tutti i viaggi notturni devono essere presenti due autisti».
 

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