«Carri armati all'Ucraina»: i tedeschi cedono agli Usa. La Germania prepara 50 super-blindati

Berlino addestrerà con gli americani i soldati di Kiev

I tedeschi cedono agli Usa: «Daremo i carri armati»
I tedeschi cedono agli Usa: «Daremo i carri armati»
di Marco Ventura
Martedì 26 Aprile 2022, 23:42 - Ultimo agg. 27 Aprile, 15:22
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Si chiama “Gepard” la svolta della Germania nella guerra in Ucraina. La fine delle titubanze del cancelliere Scholz. L’esercito tedesco non li usa più, ma l’azienda Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) aveva fatto sapere di avere in magazzino 50 carri armati Gepard con torrette da 5 tonnellate, due radar per la ricerca e il puntamento e cannoni antiaerei con tanto di visori notturni, da consegnare agli ucraini dopo una revisione e messa a punto.

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E in coincidenza col vertice di oltre 40 paesi (compresi Israele, alleati asiatici quali Giappone e l’Australia, e africani quali Kenya e Tunisia) impegnati a sostenere con aiuti militari la resistenza ucraina all’invasione di Putin, ieri nella base Nato di Ramstein in Germania, l’annuncio dello storico cambio di strategia tedesco è venuto dal ministro della Difesa, Cristine Lambrecht. «Abbiamo deciso di aiutare l’Ucraina con carri Gepard. È esattamente ciò di cui l’Ucraina ha bisogno per mettere in sicurezza il suo spazio aereo da terra.

La Germania è pronta a sostenere Kiev in questa lotta coraggiosa ma importante per la libertà e la pace».

 


LA DECISIONE


Una decisione tutt’altro che scontata, contemporanea all’annuncio del ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, ieri in Polonia, che la Germania è in grado di rendersi autonoma dal gas russo «in pochi giorni». Il primo a elogiare il passo compiuto dai tedeschi è, a Ramstein, il Segretario di Stato alla Difesa Usa reduce dalla visita a Kiev, Lloyd Austin, che loda «l’importante decisione di inviare 50 carri armati», e definisce la Germania «un grande amico e alleato». Per lui «non c’è tempo da perdere» nella fornitura di aiuti militari a Kiev, che già adesso consistono «in più di 5 miliardi di dollari di attrezzature per l’auto-difesa dell’Ucraina, inclusi i 3,7 miliardi del presidente Biden da quando è cominciata l’invasione». Il lavoro compiuto «ha già fatto la differenza sul terreno di battaglia». Il governo di Londra, a sua volta, sta inviando sistemi di difesa aerea. «Le prossime settimane saranno cruciali», aggiunge Austin. «Siamo tutti risoluti a fare del nostro meglio per coordinare gli sforzi». Da buon americano, sfodera un’eloquenza da grandi momenti. «Gli Stati Uniti smuoveranno terra e cielo per aiutare gli ucraini a vincere questa battaglia contro l’ingiusta invasione russa», a «costruire le difese ucraine per le sfide di domani» e aiutare Kiev nel dopoguerra. Gli oltre 40 Paesi rappresentati a Ramstein costituiranno una “Lega per l’Ucraina”, un gruppo di contatto che si consulterà con cadenza mensile. Mentre i russi hanno «scelto» di invadere l’Ucraina, quest’ultima si trova nella «necessità» di difendere la sua democrazia, la sua sovranità, i suoi cittadini. Nello stesso tempo, l’amministrazione Biden è aperta a un accordo di pace tra Kiev e Mosca che indichi l’Ucraina come nazione «neutrale» e «non allineata» ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken in una audizione al Senato.


Mosca ribatte agli aiuti militari a Kiev con l’evocazione della Terza guerra mondiale e, ancora, della bomba atomica. «Monitoriamo con attenzione e prendiamo sul serio le minacce nucleari della Russia», commenta il capo dello Stato maggiore congiunto Usa, il generale Mark Milley, in un’intervista da Ramstein alla Cnn. Austin parla, invece, di «retorica pericolosa e non utile» dei russi. L’esibizione di muscoli Nato serve pure a scongiurare l’estensione del conflitto a Paesi come la Moldova, per la contiguità con la striscia della Transnistria occupata dai russi e confinante con l’Ucraina di sud-ovest. «Noi non vogliamo vedere nessuno “spill over” del conflitto in Moldova, stiamo indagando sulle violenze di questi giorni». La scommessa è quella di fornire il massimo sostegno militare agli ucraini, in misura e qualità crescenti, nella convinzione che Putin non possa alzare il livello militare del conflitto visti i rovesci che ha già subìto con la ritirata “strategica” dal Nord. La guerra è entrata in una «fase nuova».


LE TRUPPE NELL’EST

 

I russi cercano di accerchiare le truppe ucraine nell’Est, circa metà dell’esercito di Zelensky, con movimenti a tenaglia che coinvolgono anche i battaglioni “liberati” dalla presa di Mariupol. Per il generale Milley, le prossime settimane «saranno molto, molto importanti per l’esito di questa battaglia che sta prendendo forma». Nel frattempo, un’altra conferma della rottura degli indugi da parte tedesca arriva dall’annuncio di uno scambio circolare per rimpiazzare con mezzi di fabbricazione occidentale quelli ex sovietici inviati dai Paesi dell’Est, così come l’addestramento di militari ucraini sul suolo tedesco, con gli americani, ai sistemi d’arma occidentali che ancora non conoscono.
 

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