Chef morto a New York, alle 4.58 l'ultima immagine: entrava in albergo con la donna arrestata

Chef morto a New York, alle 4.58 l'ultima immagine: entrava in albergo con la donna arrestata
Chef morto a New York, alle 4.58 l'ultima immagine: entrava in albergo con la donna arrestata
Mercoledì 28 Agosto 2019, 09:02
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Niente libertà condizionale per Angelina Barini. La prostituta newyorkese che ha fornito le dosi letali di droga che hanno ucciso tre dei suoi clienti, tra i quali lo chef italiano Andrea Zamperoni, resterà in galera fino alla prima udienza del processo, lunedì prossimo .Gli investigatori intanto stanno cercando il suo protettore, che secondo la versione della donna - già fermata altre 24 volte - le avrebbe impedito di chiamare la polizia dopo lo svenimento dello chef, e altre due persone che occasionalmente derubavano i clienti della prostituta dopo che erano stati drogati.

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IL DIFENSORE
Il pubblico difensore che le è stato assegnato dal tribunale: l'avvocatessa Mildred Whalen, ha risposto con un secco: «No comment» alla richiesta del Messaggero di avere qualche delucidazione sulle motivazioni che avrebbero spinto la sua assistita a compiere i reati dei quali è accusata. Il rapporto di polizia che è servito al giudice per convalidare l'arresto, permette di chiarire alcuni degli interrogativi che erano rimasti aperti nei giorni successivi alla sparizione di Zamperoni, quando i suoi colleghi al Cipriani Dolci della stazione centrale di Manhattan e la polizia erano alla ricerca dello chef, dopo che lunedì scorso non si era presentato al lavoro.

Il cuoco trentatreenne alla fine del turno sabato notte era tornato all'appartamento nel Queens dove viveva da poco più di un mese. Alle due e mezza di domenica è uscito di nuovo, e i suoi compagni di abitazione l'hanno visto per l'ultima volta salire su un taxi privato. Alle 4,58 le telecamere di sicurezza dell'ostello Kamway Lodge di Elmhurst, a pochi isolati dalla sua abitazione, lo hanno filmato mentre entrava accompagnato dalla 41enne prostituta, e prendeva le chiavi della stanza numero 15. L'albergo fa parte di una miriade di piccole locande che ospitano clienti di passaggio nella zona più cosmopolita della città, un quartiere di lavoratori in prossimità dell'aeroporto di La Guardia, così come lo sono anche gli altri due hotel nei quali Barini e i suoi complici si sono lasciati dietro una scia di morti tra luglio e agosto.
 


LA TECNICA
La tecnica nei tre casi è stata identica: la donna vendeva una prestazione sessuale, e una volta nella stanza offriva anche della droga mista ad additivi tossici, nella speranza che il cliente perdesse conoscenza. Nell'interrogatorio la Barini ha ammesso che a volte lei e il suo protettore si sono impossessati degli averi della vittima, stordita e incapace di opporsi. Le stesse telecamere del Kamway hanno inquadrato la donna che usciva dalla porta principale alle 13,40 di domenica, prelevava un bidone dell'immondizia dal retro del palazzo, e lo portava con sé nella stanza. Si tratta presumibilmente dello stesso contenitore nel quale tre giorni dopo i poliziotti che hanno fatto irruzione nell'albergo hanno ritrovato il cadavere in via di decomposizione del giovane italiano, avvolto nelle lenzuola. La sistemazione era transitoria: nel folle piano ideato dai complici, il corpo avrebbe dovuto essere fatto a pezzi con una sega elettrica rinvenuta nella stanza, e poi trasportato fuori dall'ostello con l'aiuto di una valigia. La tragedia che ha colpito Zamperoni si è svolta quindi nelle nove ore tra l'arrivo in albergo e il prelievo del bidone. In quel tempo lui e la Barini avrebbero consumato il rapporto sessuale, la donna gli avrebbe dato dell'ecstasy liquida da ingerire, e il giovane italiano non si sarebbe più risvegliato dal coma, così come era capitato a due precedenti clienti della donna, morti dopo aver ingoiato cocktail di diverse droghe e alcool. Ma la mamma di Zamperoni non crede alle ricostruzioni fatte fino ad ora: «È tutto falso, quindi non mi interessa»

Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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