Città del Vaticano - In Camerun, nella regione anglofona che confina con la Nigeria, la situazione per la Chiesa così come per altre associazioni umanitarie, per esempio Medecin Sans Frontières, si fa sempre più rischiosa. L'ultima notizia di violenze e rapimenti riguarda la chiesa cattolica di Santa Maria, nella diocesi di Mamfe dove è stata incendiata da un gruppo di uomini armati che poi hanno rapito cinque sacerdoti, una religiosa e due fedeli laici.
"È con grande shock e totale orrore che noi Vescovi abbiamo appreso dell'incendio della Chiesa cattolica di S. Maria, nella diocesi di #Mamfe, #Camerun e del #rapimento di cinque #sacerdoti, una religiosa e due laici fedeli da parte di uomini armati sconosciuti" @MariaLozanoKIN pic.twitter.com/iusHCskzBc
— ACS-Italia (@acs_italia) September 18, 2022
L'anno scorso era stato rapito e liberato (sembrerebbe senza pagamento di alcun riscatto) il vicario generale della diocesi di Mamfe, monsignor Julius Agbortoko Agbor. Per la sua liberazione i rapitori avevano chiesto un riscatto di 20 milioni di franchi CFA (circa 30 mila euro).
Agbor era stato catturato da alcuni giovani armati, che si erano qualificati come separatisti, dopo che avevano assalito il seminario maggiore.
La Conferenza episcopale del Camerun aveva lanciato anche un accorato appello affinché le persecuzioni a danno di sacerdoti e missionari venissero impedite dal governo. L'anno precedente aveva destato clamore il rapimento del cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo della diocesi di Douala, di 90 anni, rilasciato poi poche ore dopo. Con lui era stato preso anche il re di Kumbo, che nella regione rappresenta un'autorità tradizionale. Nel corso degli ultimi anni diversi preti, missionari e missionarie sono stati uccisi dai secessionisti o feriti in sparatorie. La instabilità della regione anglofona ha portato alla fuga più di 700 mila persone, attualmente ospitate dalla Nigeria.
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