Cina e Taiwan, intelligence Usa: «Rischio alto invasione entro il 2030, Xi studia errori Putin per evitare lunga guerra»

La relazione di Avril Haines, direttrice dell’intelligence Usa, durante un’audizione alla Commissione Forze armate del Senato statunitense

Taiwan e Cina, intelligence Usa: «Rischio alto invasione entro il 2030, Xi Jinping studia errori Putin per evitare lunga guerra»
Taiwan e Cina, intelligence Usa: «Rischio alto invasione entro il 2030, Xi Jinping studia errori Putin per evitare lunga guerra»
di Mario Landi
Mercoledì 11 Maggio 2022, 14:57 - Ultimo agg. 18:38
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La guerra di Putin in Ucraina non ha dissuaso Xi Jinping riguardo l'intenzione della Cina di invadere Taiwan. Semmai ha avuto un impatto sul «come e quando» agire. Ne sono convinti gli 007 americani. Che monitorano attivamente la situazione. Tanto che Avril Haines, la direttrice dell’intelligence Usa, durante un’audizione alla Commissione Forze armate del Senato statunitense, ha spiegato ieri che Pechino pur preferendo evitare un conflitto per riconquistare l’isola, sta comunque preparando il suo esercito per un’operazione di questo tipo.

I tempi? La minaccia di un'invasione cinese di Taiwan «entro il 2030 è alta», ha detto Haines. In sostanza, Xi starebbe studiando gli errori di Mosca nella guerra in Ucraina prima di prendere l'iniziativa finale, per evitare un conflitto armato di lunga durata contro Taipei.

Cina-Taiwan, le origini del conflitto e l'ombra di una invasione

«Invasione Cina a Taiwan entro 2030»

La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle”, e non ha mai escluso di riunificarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente da Pechino dal 1949: all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912. Per lo spionaggio Usa, le difficoltà incontrate sul campo di battaglia ucraino dalle forze d’invasione russe non avrebbero dissuaso Xi Jinping dal riprendere il controllo di Taiwan. William Burns, capo della Cia, ha sottolineato il 7 maggio che la vicenda ucraina ha avuto un impatto solo su “come e quando” i cinesi agiranno.

 

Lo scenario

Circa tre settimane dopo che le truppe del Cremlino hanno violato i confini ucraini sono emerse rivelazioni secondo cui Xi progettava di invadere l’isola il prossimo autunno, prima o dopo il 20° Congresso del Partito comunista cinese, che con ogni probabilità gli riconoscerà un terzo mandato al potere. L’informazione era arrivata da Vladimir Osechkin, a capo del gruppo umanitario Gulag Net, che l’attribuiva a un analista dell’Fsb, i servizi segreti interni della Russia.

L’aggressione putiniana dell’Ucraina, e gli smacchi militari subiti da Mosca sul terreno, avrebbero però fatto cambiare idea al presidente cinese.

A Taipei

I servizi segreti Usa notano che Taiwan sta monitorando attentamente il conflitto russo-ucraino, traendo insegnamenti utili che l’aiuteranno a difendersi al meglio in caso di un attacco da Pechino: a partire dal rafforzamento del suo arsenale “asimmetrico”, come droni, missili anti-nave o sottomarini.

Il contesto

La controversia secolare riguardante lo status politico di Taiwan è imperniata sulla questione se Taiwan debba rimanere effettivamente indipendente come territorio della Repubblica di Cina (RDC, un'entità politica distinta ma legata alla Repubblica Popolare Cinese), diventare unificata ai territori ora governati dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC) oppure dichiarare formalmente l'indipendenza e diventare la Repubblica di Taiwan. La controversia sullo status politico della Repubblica di Cina è incentrata quindi sulla legittimità della sua esistenza come stato sovrano e sul suo riconoscimento da parte della comunità internazionale.

Nell’ultimo anno, la tensione tra Cina, Stati Uniti e Taiwan è cresciuta a dismisura, facendo apparire uno scontro militare nel mare Cinese Meridionale ormai imminente. Le ragioni sono molteplici e di lunga data, e includono questioni storiche e identitarie legate alla fine del periodo imperiale con la fondazione della Repubblica di Cina, alla guerra civile tra comunisti e nazionalisti e alla fondazione di Taiwan. 

La storia

Attualmente esiste una Repubblica popolare cinese (quella con Capitale Pechino e miliardi di persone sul proprio territorio) e una Repubblica di Cina, ossia Taiwan (grande isola del Pacifico a largo delle coste cinesi, situata tra Giappone e Filippine, conta circa 23 milioni di abitanti). Ognuna delle “due Cine” ha rivendicato per anni il ruolo di vera erede del grande impero millenario che per lunghi secoli ha dominato l’Asia. Taiwan è da anni al centro di una controversia internazionale sul suo riconoscimento di stato sovrano. La controparte vorrebbe riunificare il territorio sotto il suo dominio.

Le origini della controversia risalgono alla prima guerra sino – giapponese, combattuta sul finire dell’800, l’isola di Taiwan con i trattati da territorio dell’impero cinese passò sotto il dominio giapponese dopo la vittoria dei nipponici. La guerra fu l’inizio della fine per la Dinastia Qing, e l’impero dopo duemila anni cadde lasciando il posto alla Repubblica di Cina, con a capo il partito nazionalista Kuomintang. I veri nodi arrivarono al pettine al termine della seconda guerra mondiale, quando con la resa del Giappone, non senza rimostranze della popolazione locale, culminate in massacro, Taiwan tornò sotto il controllo cinese e il governo centrale estese la sua amministrazione . Il paese però era alle prese con una sanguinosa guerra civile tra il partito comunista e quello nazionalista. Il Kuomintang venne sconfitto, e Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Il leader del partito nazionalista Chiang Kai-shek si rifugiò nella odierna Taiwan, portando con sé tutte le risorse del paese e trasformandola nella Repubblica di Cina, la quale legittimità non venne mai riconosciuta dal governo di Pechino.

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