«Tutti ci chiedono di cosa abbiamo bisogno in queste ore e tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che la nostra bambina torni a casa...». Sta vivendo l'incubo più atroce Ellie Smith, la mamma della piccola Cleo, scomparsa a quattro anni durante la notte, mentre era in campeggio con la sua famiglia. Una vacanza, quella al Quobba Blowholes camping, sulla famosa Coral Cost australiana, trasformata in incubo alle 6 del mattino di sabato scorso, quando la madre, svegliata dalla sorella più piccola, si è accorta che Cleo non c'era più. Era sparita, insieme al suo sacco a pelo rosso.
Maddie McCann rapita e uccisa. I pm: «Trovato il killer, siamo sicuri al 100%»
Floriane scomparsa a 13 anni. «Vista l'ultima volta al college, è inquietante». Francia sotto choc
La madre: «Tenda completamente aperta»
Ellie e il compagno hanno iniziato immediatamente a cercarla ovunque, disperati.
L'appello della polizia
E in effetti le indagini non stanno tralasciando alcuna ipotesi, compreso il rapimento. Gli agenti hanno contattato anche il padre naturale di Cleo e stanno rintracciando tutti gli ospiti del campeggio che era pieno durante il weekend. La vicenda di Cleo, la mamma e il compagno tra le lacrime in conferenza stampa, la bimba scomparsa durante la notte, hanno immediatamente portato alla memoria, almeno in Europa, la storia della piccola Maddie McCann, la bambina inglese sparita mentre era in vacanza in famiglia in Portogallo nel 2007. Ma per l'Australia c'è un precedente da rintracciare assai più indietro nel tempo, che ha lasciato un segno indelebile nel paese. È la storia di Azaria, la bimba di appena due mesi scomparsa durante una vacanza in campeggio nell'agosto del 1980. I genitori dissero di aver visto un dingo intrufolarsi nella tenda, ma le indagini si conclusero nel 1982 con la condanna della madre per l'uccisione della figlia e del padre per favoreggiamento. L'intera Australia seguì il processo che ebbe un'eco mediatica notevole con la stampa che si schierò in maggioranza contro i genitori. Ma nel 1986 la polizia, seguendo un altro caso, trovò nel campeggio una prova che dava ragione al padre e alla madre della piccola, dimostrando che la storia del dingo era vera. Il processo fu riaperto, loro vennero entrambi assolti e risarciti. E dalla vicenda venne tratto un film con Maryl Streep, 'A Cry in the Dark'.