Cop26, Greta e la marcia dei ragazzi: «Sul clima parole vuote, Glasgow è fallita»

Cop26 a Glasgow, marcia dei ragazzi per il clima. Greta: «Dai potenti parole vuote»
Cop26 a Glasgow, marcia dei ragazzi per il clima. Greta: «Dai potenti parole vuote»
Venerdì 5 Novembre 2021, 18:17 - Ultimo agg. 6 Novembre, 14:19
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Domani la grande manifestazione popolare per il clima, a Glasgow, in Scozia, dove è il corso il vertice mondiale della Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ma oggi, nella giornata dedicata ai ragazzi, diecimila manifestanti si sono assiepati a George Square, nel cuore della città scozzese, per il Fridays for Future organizzato dal movimento ambientalista della giovane attivista svedese Greta Thunberg. Tantissimi i giovani e gli studenti, ma anche decine di bambini, molti sulle spalle dei genitori, con cartelli su cui è scritto: «Salvate il nostro mondo». 

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L'accusa di Greta: «Un fallimento»

«È chiaro a tutti che la CoP26 è un fallimento». È il nucleo centrale dell'intervento di Greta dal palco allestito nel Kelvingrove Park di Glasgow, accusando i leader e i potenti del mondo di «sapere bene» ciò che stanno facendo: «bei discorsi» per nascondere «parole vuote e bla bla bla». La giovane attivista svedese denuncia la conferenza sul clima in corso in Scozia come quella che ha «escluso di più» le voci dal basso, dice che non si può affrontare la minaccia del cambiamento climatico «con gli stessi metodi» che hanno portato il mondo a doverla affrontare e accusa i delegati di far leva su «cavilli e statistiche incomplete» per salvaguardare «il business e lo status quo».

Il racconto dai paesi meno sviluppati

Prima di lei parlano giovani attivisti da paesi meno sviluppati: Colombia, Pakistan, Brasile, Uganda, Giamaica, Argentina, Papua. Tutti quanti raccontano storie di fame, disastri naturali, omicidi politici, e accusano il Global North, cioè i paesi ricchi, di sfruttare i loro paesi e di non aiutarli a combattere la crisi climatica, appoggiando invece i tiranni locali.

Il capitalismo dei paesi sviluppati viene accusato da tutti questi attivisti di essere la causa della povertà dei loro paesi. A seguire, i discorsi di altri importanti attivisti.

Il banchetto sul degrado climatico

I leader mondiali pranzano a un banchetto sul degrado climatico: è una delle forme di protesta, messa in scena come spettacolo improvvisato, realizzata da un gruppo di ambientalisti nel centro di Glasgow in occasione della Cop26, con i potenti impersonati da attori vestiti con maschere di presidenti e capi di governo, seduti davanti a una tavola imbandita, mentre alcuni camerieri li servono. Tra i piatti del menù ci sono le conseguenze di una crescita economica e industriale senza argini, con portate come «i frutti della deforestazione», «le pepite di carbone croccanti» e «l'Amazzonia flambé». Un grande striscione dietro la tavola ricorda che è ora di pagare il conto per i danni fatti all'ambiente.

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Gli incontri istituzionali

In mattinata, il comitato giovanile dell'Unfccc, Youngo, ha presentato la sua Dichiarazione per il clima. Nel pomeriggio l'incontro dei ministri dell'Istruzione, presente il rappresentate italiano Patrizio Bianchi, mentre il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha presentato  il documento «Youth4Climate Manifesto», che contiene i risultati della Conferenza Youth4Climate di settembre a Milano.

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Johnson: bene la passione, ma prima la scuola

Bene «la passione» dei giovani nel sollecitare i leader del mondo ad accelerare nella battaglia sui cambiamenti climatici; «ma no a saltare la scuola»: questo l'invito da Downing Street nel giorno in cui (a scuole aperte) migliaia di ragazzi e ragazze, fra cui molti britannici, partecipano al raduno di protesta di Glasgow, sullo sfondo dei risultati per ora interlocutori della conferenza internazionale Onu sul clima Cop26. «Noi comprendiamo il forte sentimento dei giovani sul cambiamento climatico - dice un portavoce del premier Boris Johnson nel suo briefing quotidiano - e vogliamo vedere la loro passione tradotta in azioni. Ma saltare le lezioni è estremamente dannoso (per coloro che sono in età scolastica) in un tempo in cui la pandemia da Covid ha già avuto un enorme impatto sul loro apprendimento».

Cingolani: clima e ingiustizia sociale temi connessi

«Cambiamento climatico e ingiustizia sociale» non sono due emergenze parallele del pianeta ma questioni «strettamente connesse». Lo ha affermato oggi il ministro Roberto Cingolani, coprotagonista della conferenza stampa di giornata della Cop26 di Glasgow assieme al presidente britannico dell'assemblea, Alok Sharma: conferenza stampa durante la quale - mentre il movimento di protesta animato da giovani attivisti come Greta Thunberg puntava il dito con durezza in piazza contro l'impostazione della stessa Cop - sono state presentate proposte emerse dallo Youth Climate 2021 svoltosi a Milano a settembre su iniziativa del governo italiano fra gli eventi preparatori dell'appuntamento scozzese. Sono problemi interconnessi, ha proseguito Cingolani, «non solo perché i Paesi più vulnerabili» sono particolarmente esposti alle conseguenze del surriscaldamento della Terra, ma anche perché «colmare il divario» è parte della soluzione della crisi climatica.

L'incontro del principe Carlo con Vanessa

Il principe Carlo, invece, erede al trono britannico, strizza l'occhio alla protesta ambientalista sul dossier dei cambiamenti climatici, protesta rilanciata dai risultati per ora interlocutori della conferenza Onu. E lo fa - dopo aver parlato in prima persona alla Cop così come al vertice G20 di Roma e spronato i leader ad accelerare il passo - diffondendo sui suoi profili social le immagini d'un incontro avuto ieri sera con Vanessa Nakate, attivista ugandese chiamata ad animare oggi, al fianco della svedese Greta Thunberg, uno dei raduni clou organizzate dal movimento ecologista nella città scozzese. Al centro dell'incontro del principe di Galles con Vanessa, riferisce Clarence House, sede della residenza ufficiale londinese del primogenito di Elisabetta II, «il ruolo che i giovani possono svolgere per assicurare la salute del pianeta alle prossime generazioni».

Gli attivisti italiani: agire subito

Alla manifestazioni in corso a Glasgow anche una delegazione italiana guidata da Martina Comparelli, una delle portavoce italiane di Fridays for Future:  «Siamo arrivati anche noi a Glasgow dall'Italia per dire ai leader che devono trattare l'emergenza climatica come un'emergenza. Devono smettere di tergiversare, di usare e nostre parole e poi non prendere decisioni. Basta dare priorità agli interessi delle aziende delle fonti fossili. Bisogna mettere al centro la salute dell'ambiente e dei cittadini, prendere impegni e metterli in atto. Ma subito, non nel 2050. Ai leader diciamo 'agite subito, altrimenti ci prendete in giro'».  L'attivista racconta di essere arrivata a Glasgow in treno da Bruxelles, dove lavora, evitando di prendere l'aereo perché produce troppi gas serra. Comparelli racconta che gli italiani di Fridays for Future a Glasgow hanno trovato ospitalità presso altri attivisti (gli alberghi nei giorni della Cop26 costano dai 500 euro al giorno in su). «Io e un mio collega ci siamo sistemati in casa di una coppia di anziani - spiega -, trovata sul sito HumanHotel, dove persone si offrono di ospitare gratuitamente. I due anziani ci hanno detto che questo è il loro contributo alla lotta per il clima».

De Petris: «I ragazzi la speranza del pianeta»

«I ragazzi e tutte le persone che manifestano oggi a Glasgow hanno ragione e sono la vera speranza del pianeta. In realtà alla Cop26 alcuni passi avanti si stanno facendo ma quei passi avanti sono dovuti proprio alla pressione dei giovani e di tutti quelli che chiedono di smettere di parlare e agire con la drasticità e la rapidità imposte da una situazione già gravissima», afferma la capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris. «La diffidenza di Greta e dei giovani - prosegue De Petris - è purtroppo del tutto comprensibile. Per decenni impegni e promesse sono rimasti solo sulla carta, senza fare nulla di concreto o facendo pochissimo. Solo la mobilitazione di tutti e in particolare dei giovani, che sono i più diretti interessati, può far sì che si cambi davvero strada».

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