Coronavirus, effetto virus sulla crescita: in arrivo misure di sostegno per le imprese

Coronavirus, effetto virus sulla crescita: in arrivo misure di sostegno per le imprese
di Rosario Dimito
Martedì 11 Febbraio 2020, 07:19 - Ultimo agg. 11:00
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Le prime misure arriveranno presto. Il governo prova a fronteggiare gli effetti sull'economia del coronavirus. Effetti per il momento ancora da quantificare ma che, secondo l'Upb, potrebbero spingere al ribasso le attese sulla crescita. Ieri il premier Giuseppe Conte ha riunito a Palazzo Chigi il capo della Protezione civile e commissario per l'emergenza Angelo Borrelli, i ministri degli Esteri Luigi Di Maio, quello dell'Economia Roberto Gualtieri, il titolare della Difesa Lorenzo Guerini, e quello della Cultura e del turismo Dario Franceschini, per provare a mettere in piedi un piano di emergenza per affrontare le ricadute economiche dell'epidemia. L'idea più avanzata, per il momento, sembra quella di far scendere in campo la Sace-Simest, la società pubblica che affianca chi esporta, per aiutare le imprese in difficoltà con la Cina a trovare in breve tempo nuovi sbocchi per fronteggiare il calo degli affari con Pechino.

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Ma misure di sostegno ci saranno anche per chi importa, come ha confermato Gualtieri. Un piano di azione complessivo, insomma, che dovrà tenere conto anche degli impatti che la crisi sta avendo su alcuni settori cruciali come il turismo e la moda. Moncler per esempio, ieri ha annunciato la decisione di rinviare degli investimenti per gli impatti del coronavirus.
Intanto l'ufficio studi di Intesa Sanpaolo guidato da Gregorio De Felice, ha elaborato una previsione, fresca di stampa, che però già dal titolo dà un segnale diverso: «Epidemia 2019 - nCoV: effetti significativi ma transitori, con impatti marginali fuori dalla Cina». Il pregio dello studio è la quantificazione numerica del contagio sui cicli economici. La prima stima elaborata prevede «uno shock di 3 punti sui consumi in Cina nel 1° trimestre, quasi interamente riassorbito nel 2° trimestre». Peraltro, la ricerca anticipa «rischi al rialzo in caso di rimbalzo compensativo nei trimestri seguenti».
L'epidemia causerà probabilmente una battuta di arresto in febbraio e marzo. «Stimiamo l'entità dell'impatto economico - dice lo studio - nell'1,3% del Pil cinese nel 1° trimestre, con possibile aumento al 2% su ipotesi più aggressive». Pur con le incertezze su tempi e intensità, resta un fenomeno transitorio. «Le ricadute sull'Eurozona saranno alla fine modeste, anche se nel breve termine potrebbero essere accentuate da una chiusura più lunga del previsto delle fabbriche cinesi».

LA DEVIAZIONE
Come influirà su tali tendenze l'epidemia? L'esperienza maturata nel 2003 (Sars) «suggerisce un significativo impatto negativo sull'attività economica cinese del 1° trimestre 2020. Tuttavia, l'elevata incertezza sui tempi di sviluppo dell'epidemia e sulla quota di popolazione coinvolta «consiglia di essere cauti sulle valutazioni di impatto economico». In una prima stima, l'analisi di Intesa Sanpaolo ipotizza una deviazione di 3 punti percentuali dei consumi domestici rispetto allo scenario pre-epidemia, oltre a una deviazione di 10 punti percentuali della produzione industriale. In assenza di allentamento fiscale e monetario compensativo (che invece si sta verificando), il Pil risulterebbe più basso. La media annua potrebbe dunque essere ridotta dello 0,8% rispetto allo scenario pre-epidemia. Valutazioni più fondate potranno essere prodotte dopo le indagini congiunturali di febbraio.
Quanto all'Eurozona, nello scenario di impatto più moderato, la crescita media del Pil sarà influenzata solo marginalmente. Né cambia di molto le cose il considerare l'impatto sul turismo: l'azzeramento completo dei flussi dalla Cina sottrarrebbe lo 0,05% del Pil. I rischi connessi all'epidemia vengono da una possibile maggiore estensione temporale della crisi e da una chiusura prolungata degli stabilimenti cinesi. Finora l'impatto attraverso i mercati finanziari è stato nel complesso modesto, e non ha implicazioni negative sull'economia reale. Infine, secondo Intesa l'incidenza sulla forza lavoro sarà marginale, e non ci sarà perdita di capitale produttivo.

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