Cristina Kirchner, uomo le punta la pistola in faccia: arrestato. Il presidente Fernandez: «Ha premuto il grilletto ma l'arma si è inceppata»

La donna era appena scesa dall'auto ed era diretta al portone della sua abitazione nel quartiere Recoleta di Buenos Aires

Cristina Kichner, uomo le punta la pistola in faccia: arrestato. Il presidente Fernandez: «Ha premuto il grilletto ma l'arma non ha sparato»
Cristina Kichner, uomo le punta la pistola in faccia: arrestato. Il presidente Fernandez: «Ha premuto il grilletto ma l'arma non ha sparato»
Venerdì 2 Settembre 2022, 07:40 - Ultimo agg. 3 Settembre, 09:44
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Una pistola puntata a pochi centimetri dal volto, un rapido clic, ma il colpo non parte: così la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner è sfuggita a Buenos Aires ad un attentato che, se fosse riuscito, avrebbe scritto una pagina drammatica nella storia dell'Argentina democratica.

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Come accadeva da giorni, l'area del quartiere della Recoleta dove la Kirchner risiede, fra le vie Juncal e Uruguay, era presidiata da suoi sostenitori che le manifestavano solidarietà considerandola vittima di una «giustizia utilizzata come arma politica» dopo che la scorsa settimana un pm ha chiesto per lei una condanna a 12 anni per presunta corruzione.

Scesa dall'auto di ritorno dal Senato, verso le 21 locali, la vicepresidente stava attraversando e salutando la folla quando, come mostrano numerosi video, un individuo ha teso il braccio destro impugnando una pistola Bersa 380 di fabbricazione argentina, ritraendolo dopo aver presumibilmente premuto il grilletto. Sotto shock, la Kirchner si è istintivamente portata una mano sul volto abbassando la testa, per poi essere sorretta dalle persone che la circondavano.

Pistola contro la vicepresidente Kirchner: cosa è successo

L'attentatore è stato identificato come il brasiliano per nascita, ma residente da tempo in Argentina, Fernando Andrés Sabag Montiel, 35 anni, con precedenti giudiziari: ha tentato la fuga ma è stato subito bloccato e consegnato alla polizia. L'arma, caduta a terra, è stata recuperata dagli agenti. Nel caricatore, come è trapelato, c'erano cinque proiettili, ma apparentemente nessuno era salito in canna. Alla confusione che il gesto ha generato, si è aggiunto il fatto che gli uomini della sicurezza non hanno provveduto a trasferire subito in un luogo più sicuro la vicepresidente per scongiurare l'azione di un possibile secondo attentatore. La notizia ovviamente ha fatto il giro del mondo. Il presidente Alberto Fernández ha condannato l'attentato come l'evento «più grave» dal ritorno della democrazia nel Paese e decretato festiva la giornata per permettere alla gente di partecipare alle manifestazioni di solidarietà indette nella storica Plaza de Mayo di Buenos Aires, ma anche in molte altre città. «Cristina è viva perché, per un motivo che non è ancora stato tecnicamente confermato, la pistola che aveva 5 proiettili in canna non ha sparato nonostante sia stato premuto il grilletto», ha detto Fernández in un discorso alla nazione. Presidenti, leader politici e personalità non solo d'America latina ma di tutto il pianeta hanno inviato messaggi di solidarietà alla Kirchner, a cui non è mancato neppure il sostegno di Francesco, il papa argentino.

 

Le indagini sono scattate subito dopo la cattura dell'autore del gesto, anche se in un primo tempo gli inquirenti hanno faticato a localizzare la residenza di Sabag Montiel, nella città di San Martn, alla periferia di Buenos Aires, dove sono state trovate due scatole con un centinaio di proiettili. Per capire il movente dell'attentatore, che per il momento sembra aver agito da solo, giudici e investigatori hanno avviato uno studio approfondito della sua personalità. Sui suoi account, cancellati questa mattina ma analizzati dai media argentini, si presenta come Fernando 'Salim' Montiel. Il suo profilo Instagram, dove si definisce «cristiano», è pieno di immagini che lo ritraggono da solo: davanti allo specchio, in palestra, sfoggiando i suoi numerosi tatuaggi. Sul gomito sinistro porta uno 'schwarze sonnè, il sole nero simbolo esoterico utilizzato da movimenti legati al neonazismo. Altri tatuaggi sono 'Irminsul', simbolo nordico dell'albero del mondo, e il 'Mj”lnir', il martello del dio Thor. E in un post, Sabag Montiel racconta di essersi tatuato anche una svastica. Tra le pagine che l'attentatore seguiva sui social, alcune si presentano come «logge» o «ordini massonici». I like sono presenti su profili come 'Comunismo satanicò e 'Scienze occulte ermetichè. Poi ce ne sono altri che alludono alla credenza 'Wiccà, una religione neopagana.

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