Coronavirus, oggi lo sbarco degli studenti da Wuhan: ma il 17enne rimane in Cina

Coronavirus, oggi lo sbarco degli studenti da Wuhan: ma il 17enne rimane in Cina
di Mauro Evangelisti e Giuseppe Scarpa
Domenica 9 Febbraio 2020, 08:51
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Poche linee di febbre sono state sufficienti per tenere a terra lo studente 17enne di Grado. Niente da fare nemmeno questa volta. Le autorità cinesi non lo hanno fatto entrare nell'area partenze dell'aeroporto di Wuhan, come era accaduto il 2 febbraio quando un Boeing 767 dell'aeronautica militare aveva rimpatriato gli altri 56 italiani. Il termometro ha segnato 37,5 e oltre i 37,3 non è possibile essere imbarcati. Nell'aereo della Royal Air Force, partito per prelevare un nutrito gruppo di inglesi, sono perciò saliti solo 8 dei 9 nostri connazionali. Tra di loro anche una bambina che, fino alla mattina, segnava poche linee di febbre. Per lei, tuttavia, il pericolo è stato scongiurato. Prima del decollo la sua temperatura andava sotto i 37 gradi.

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Gli otto atterreranno stamattina, intorno alle 4,15, nell'aeroporto militare inglese di Brize Norton, non lontano da Oxford. Qui verranno prelevati da un 767 dell'aeronautica militare e trasportati a Roma, a Pratica di Mare.
Adesso per il governo diventa urgente riportare in Italia lo studente friulano. Oggi è previsto un vertice tra il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, i titolari di Difesa e Sanità, Lorenzo Guerini e Roberto Speranza. Tra i vari progetti c'è anche quello di far decollare un aereo dell'aviazione militare. Anche perché i collegamenti con la Cina rimangono complicati. Nella provincia dell'Hubei, regione epicentro del coronavirus, gli aeroporti sono chiusi (tranne agli aerei militari autorizzati). Inoltre i voli diretti tra il gigante asiatico e l'Italia sono stati interrotti, dalle nostre autorità, fino al 28 aprile. E il progetto che prevedeva di far partire aerei vuoti di linea, di compagnie cinesi, verso Roma e Milano per riportare a Pechino i turisti asiatici non è andato a buon fine. Dopo 4 aerei decollati la settimana scorsa le compagnie aeree, dato l'elevato costo della tratta, hanno deciso di sospendere i voli con l'Italia. L'unico modo, perciò, di arrivare in Cina dal nostro Paese è attraverso degli scali. Lo stesso vale per il percorso inverso e questo sta mettendo in difficoltà una parte dei 600 italiani ancora tra Pechino e Shanghai. Intanto ieri è morto a Wuhan un cittadino americano di 60 anni. Si tratta della prima vittima statunitense da quando si è diffuso il virus. Sull'epidemia ieri è intervenuto anche il vicepresidente del Cio, il turco Ugur Erdener: «Il coronavirus non ha nulla a che fare con le Olimpiadi, non bloccherà Tokyo 2020».

IL RICOVERO
Nuovo allarme ieri alla caserma della Cecchignola, dove sono in quarantena i 55 italiani rimpatriati da Wuhan (erano 56, ma il ricercatore emiliano positivo al coronavirus l'altro giorno è stato trasferito allo Spallanzani). Ieri due bambini italiani sono stati ricoverati allo Spallanzani per ulteriori accertamenti su un possibile contagio e una donna è stata portata dalla caserma all'ospedale specializzato nelle malattie infettive. Subito si è alzato il livello di preoccupazione, ma il comunicato del Ministero della Salute spiega: «Sebbene negativa al test di nuovo coronavirus 2019-nCoV, è stata trasferita, a titolo precauzionale, all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani per ulteriori accertamenti». Va detto che hanno la congiuntivite sia il ricercatore di 29 anni positivo, sia la turista cinese ricoverata in terapia intensiva con il marito, ma dal Ministero della Salute ribadiscono che la donna è negativa. Nulla ancora sui due bambini. Matteo Bassetti, presidente della Società italiana terapia anti-infettiva (Sita), sostiene che «è probabile che nelle forme lievi di coronavirus si manifesti la congiuntivite, come accaduto nel caso del ragazzo italiano, mentre nelle forme più severe sopraggiunga la polmonite». Ad oggi, però tutti i test, ripetuti più volte, confermano che la donna non è stata contagiata. Il risultato dell'ultima verifica è arrivata ieri alle 21. Per quanto riguarda il 29enne emiliano, ieri stava bene, aveva solo una lieve febbre e, appunto, la congiuntivite. È costantemente in contatto con il padre, che è medico, e continua a lavorare (è ricercatore in un'università californiana) grazie all'iPad. Ha iniziato la terapia antivirale. Discorso differente, ovviamente, per i due turisti cinesi, i primi casi positivi riscontrati in Italia. Ieri il bollettino medico ha spiegato: «Le loro condizioni cliniche permangono stabili, con parametri emodinamici invariati.
Continua il trattamento antivirale con il farmaco remdesivir. La prognosi è tuttora riservata». Il bilancio, fermo al pomeriggio di ieri, parlava di altri nove pazienti allo Spallanzani in attesa dell'esito dei test sul coronavirus. In totale, su scala mondiale i contagiati sono quasi 35mila. Le vittime 803 e, secondo gli esperti, si supererà presto il numero totale dei morti per la Sars.

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