Iran attacca con i missili, colpite basi americane in Iraq. Trump: nessun danno. Erdogan e Putin contro gli Stati Uniti

Iran attacca, per il Pentagono nessuna vittima. Trump parlerà alle 17. Erdogan e Putin condannano gli Usa
Iran attacca, per il Pentagono nessuna vittima. Trump parlerà alle 17. Erdogan e Putin condannano gli Usa
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 00:29 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 02:11
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La mossa d'azzardo di Donald Trump per adesso sembra aver pagato. L'Iran aveva promesso una terribile vendetta per la clamorosa uccisione del generale Qassem Soleimani, ordinata dal presidente americano in persona, e nella notte ha attaccato due basi Usa in Iraq. Basi in cui si trovano anche altri soldati della coalizione anti-Isis, tra cui un contingente di militari italiani.


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Per qualche ora si è temuto il peggio, l'inizio di una guerra in Medio Oriente dalle conseguenze inimmaginabili. Ma l'offensiva missilistica - una trentina i lanci - si è conclusa con pochi danni e nessuna vittima: tutti illesi nonostante i trionfalistici proclami dei media iraiani. 
 


La linea rossa insomma non è stata valicata, proprio come sperava l'inquilino della Casa Bianca che, tirando un sospiro di sollievo, ha escluso in questa fase ogni tipo di escalation. Per il momento nessuna rappresaglia militare Usa, insomma, con i 52 potenziali obiettivi da colpire in Iran che restano chiusi nel cassetto della scrivania dello Studio Ovale.

È arrivato solo l'annuncio di nuove sanzioni contro Teheran, fatto dal presidente americano parlando in diretta tv alla nazione. Anche se Trump ha ribadito come «tutte le opzioni restano sul tavolo», visto che da Teheran l'ayatollah Ali Khamanei e il presidente Hassan Rohani hanno parlato di «schiaffo agli Usa» continuando a lanciare nuove minacce: «Non è finita, taglieremo le gambe all'America», il loro monito, spiegando come l'obiettivo finale per Teheran sia quello di vedere gli Usa fuori dal Medio Oriente. Ma l'operazione Soleimani Martire lanciata con l'offensiva missilistica contro le basi Usa di Al-Asad e di Erbil sembra finora più un'azione dimostrativa e propagandistica che altro. Le agenzie di stampa iraniane continuano a parlare di decine di morti e delle distruzioni provocate dagli attacchi. 

È apparsa chiara invece l'intenzione dei vertici della Repubblica Islamica di non versare per ora sangue americano e di non voler ulteriormente alimentare le tensioni. A tal fine avrebbero avvisato in anticipo degli attacchi, chiamando Baghdad che a sua volta ha avvertito il comando Usa. Il vero obiettivo della pioggia di missili della scorsa notte è stato piuttosto quello di placare l'ira della piazza per l'uccisione di Soleimani e quello di mettere in guardia gli Usa sulla capacità dell'Iran di colpire con durezza, se davvero lo volesse. Un avvertimento, insomma, e poco più. Così le parole di Trump, che si è presentato davanti alle telecamere con alle spalle tutto il suo stato maggiore, lasciano intravedere scenari nuovi, addirittura un'ipotesi di disgelo tra gli Usa e lo «Stato canaglia» per eccellenza: «Siamo pronti alla pace», ha assicurato il presidente americano, sostenendo la necessità di «un nuovo accordo che faccia crescere e prosperare l'Iran». 

Da qui l'invito all'Europa, alla Russia e alla Cina di abbandonare definitivamente la storica intesa del 2015 sul programma nucleare iraniano, proprio come ha fatto da tempo l'amministrazione Trump. «Devono prendere atto che lo scenario è cambiato», ha detto il tycoon, che ha anche chiesto agli altri Paesi della Nato di essere più coinvolti nella regione mediorientale. Intanto nelle ultime ore si rincorrono le voci su continui contatti tra Washington e Teheran attraverso il canale svizzero che assicura i contatti tra le due capitali. Si lavora sotto traccia per trovare una via di uscita alla crisi. Ma ancora una volta Trump ha dettato chiaramente le sue condizioni perché si possa tentare di riallacciare il dialogo e aprire una nuova stagione: l'Iran deve terminare il suo sostegno al terrorismo e rinunciare alle sue ambizioni nucleari. «Fino a che sarò io il presidente degli Stati Uniti - il suo messaggio - l'Iran non avrà mai l'arma atomica».​

 

Putin ed Erdogan: azioni Usa in Iraq illecite e rischiose

I presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, a Istanbul hanno discusso della situazione nell'area del Golfo «alla luce delle azioni illecite e molto rischiose condotte in Iraq dagli Usa contro i cittadini iraniani, compreso il comandante delle forze speciali Quds Soleimani»: lo riferisce il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, ripreso dalle agenzie.

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Johnson: nessuna vittima tra i militari Usa e Gb. La rappresaglia missilistica iraniana all'uccisione del generale Soleimani «non ha causato vittime fra il personale Usa» in Iraq. Lo ha detto alla Camera dei Comuni il premier Boris Johnson, precisando che non risultato neppure «feriti britannici». Johnson, nel ribadire la condanna dell'azione iraniana, ha poi assicurato che il suo governo «farà tutto il possibile per proteggere gli interessi britannici nella regione», aggiungendo che le navi da guerra Defender e Montrose, già operative nel Golfo, sono ora in stato d'allerta rafforzata.

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Nessun militare italiano ferito. Nessun militare italiano è rimasto ferito nell'attacco missilistico contro la base statunitense di Erbil e «i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni». Lo afferma lo Stato Maggiore della Difesa in una nota. «Al momento dell'attacco - informa ancora lo Stato Maggiore della Difesa - sono state messe in atto tutte le procedure di contingenza tese alla salvaguardia della sicurezza del contingente dislocato nell'area di Erbil».

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Parigi condanna gli attacchi sulle basi irachene. La Francia «condanna gli attacchi condotti questa notte dall'Iran in Iraq contro postazioni della Coalizione anti-Isis. Conferma la sua solidarietà agli alleati e partner della coalizione, come anche il suo attaccamento alla sovranità e alla sicurezza dell'Iraq»: è quanto si legge in una nota diffusa dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian. Per il capo del Quai d'Orsay, «la priorità dev'essere più che mai la de-escalation. Il ciclo di violenze va interrotto».
 




«Va tutto bene! Missili lanciati dall'Iran a due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata». Lo twitta Donald Trump.
 
L'Iran «non vuole una escalation ma ci difenderemo contro ogni aggressione». Lo afferma il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, dopo l'attacco alle due basi in Iraq che ospitano truppe americane. «L'Iran ha intrapreso e concluso proporzionate misure di autodifesa» prendendo di mira la base dalla quale un attacco «codardo contro nostri cittadini e funzionari di livello è stato lanciato» ha aggiunto Zarif.




Le Guardie Rivoluzionarie Iraniane, sul loro canale Telegram, minacciano di attaccare direttamente l'America sul proprio territorio se Washington colpirà l'Iran in risposta agli attacchi sferrati stanotte contro le basi americane in Iraq. L'attacco iraniano alle due basi americane in Iraq è iniziato all'1.20 di notte ora locale, la stessa ora in cui è stato ucciso il generale Qassem Soleimani a Baghdad venerdì scorso.
Lo riferiscono i media iraniani. L'agenzia Farsnews precisa che Teheran ha lanciato i missili di propria produzione 'Ghiam' e 'Fateh'.


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Iran-Usa, parla Nancy Pelosi

«Dobbiamo assicurare la sicurezza» delle truppe mettendo anche fine alle non necessarie provocazioni dell'amministrazione e chiedendo all'Iran di cessare la violenza: «L'America e il mondo non possono permettersi una guerra». Lo afferma la speaker della Camera Nancy Pelosi.
 

 
Singapore Airlines ha reso noto di aver deviato tutte le rotte per l'Europa che tradizionalmente attraversano o avvicinano lo spazio aereo dell'Iran: la decisione, secondo la compagnia, sconta l'escalation delle tensioni nel Golfo dopo l'attacco missilistico di Teheran contro la base americana di al-Asad in Iraq.


Altri tre razzi nella zona verde a Baghdad
I tre razzi Katyusha lanciatio nella Zona Verde a Baghdad sono caduti vicino all'ambasciata americana, dalla quale si sono alzate le sirene. Lo riportano alcuni media internazionali citando fonti della polizia. Reuters sul proprio sito riporta che uno dei razzi sarebbe caduto a 100 metri dall'ambasciata. Non si registrano feriti.




 

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