Elezioni Spagna, a Madrid Ayuso favorita nella città rimasta aperta

Elezioni Spagna, a Madrid Ayuso favorita nella città rimasta aperta
Elezioni Spagna, a Madrid Ayuso favorita nella città rimasta aperta
di Elena Marisol Brandolini
Lunedì 3 Maggio 2021, 10:55
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Domani, oltre cinque milioni di madrileni sono chiamati al voto nella Comunità di Madrid per eleggere l'assemblea regionale. È stata la presidente della Comunità, la popolare Isabel Díaz Ayuso a convocarle in anticipo rispetto alla fine della legislatura, approfittando del favore che la gestione dell'epidemia, all'insegna del tutto aperto, le ha guadagnato presso l'elettorato più abbiente. Un atto di forza, per liberarsi dall'alleanza con Ciudadanos nel governo della Comunità, con l'ambizione di governare da sola. I sondaggi la danno ampiamente vincente senza tuttavia ottenere la maggioranza assoluta. Per questa, se si confermerà la disfatta di Ciudadanos, avrà bisogno del sostegno di Vox, la cui eventuale entrata in coalizione rappresenterà la prima volta dell'estrema destra nel governo di un'istituzione spagnola.

IL MODELLO - In queste elezioni, Ayuso mette ai voti il suo modello di città che attrae giovani turisti dal resto d'Europa, il vivere alla madrilena, dove ci si ritrova nella terrazza di un bar a bere una birra dopo una giornata di lavoro.

E che premia i cittadini più facoltosi, con le imposte sul patrimonio e sulle successioni più basse del paese, nonostante la Comunità di Madrid sia la più ricca della Spagna rappresentando il 19,3% del Pil nazionale e vanti un reddito procapite di 35.913 euro l'anno, il 36% in più della media nazionale. Ma Madrid è anche la Comunità dove la diseguaglianza tra il 20% più ricco e il 20% più povero è la più alta del paese. Dove già nel 2019 un milione di persone si trovava in situazione di esclusione sociale.

E dove le cosiddette code della fame, le persone senza mezzi di sussistenza in fila per avere una borsa di viveri, si sono moltiplicate nell'ultimo anno. Madrid è la Comunità dove la gestione della pandemia ha fatto registrare un 35% in più di mortalità rispetto alla media nazionale.

Ma in questa brutta campagna elettorale, dove i contenuti sono stati sommersi dalla contrapposizione di slogan e dalla sfilza di lettere minatorie giunte a candidati e alte cariche dello Stato, c'è stato poco spazio per discutere della gestione della pandemia che ha aggravato le diseguaglianze sociali, della sanità pubblica al collasso e della strage nelle residenze per anziani. L'ipotesi di una vittoria della destra nelle elezioni di domani è la più accreditata, perché il suo elettorato nelle aree ricche della regione non diserta mai, il Pp governa la Comunità ininterrottamente da 26 anni. Ma il risultato dipenderà dalla partecipazione al voto.

 


Le sinistre si presentano con tre liste: Unidas Podemos con Pablo Iglesias, dimessosi da vicepresidente del governo, Más Madrid con Mónica García e i socialisti con Ángel Gabilondo. Mostrano un'inedita immagine di unità e non si danno per vinte. Hanno speso la loro campagna elettorale nei quartieri più poveri della città e fanno appello al voto per ribaltare i pronostisci, per sbarrare la strada all'estrema destra e alla versione spagnola del trumpismo.

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