Benjamin Giorgio Galli, il foreign fighter italo-olandese morto in Ucraina. Il padre: «Mio figlio eroe di guerra» Chi era: combatteva con Kiev da volontario

Il giovane è morto a causa di alcune ferite mortali rimediate sul campo di battaglia, era in Ucraina da marzo

Italaino morto a 27 anni in Ucraina, chi era il foreign fighter di Varese Benjamin Giorgio Galli: sul profilo Facebook la passione per le armi
Italaino morto a 27 anni in Ucraina, chi era il foreign fighter di Varese Benjamin Giorgio Galli: sul profilo Facebook la passione per le armi
Martedì 20 Settembre 2022, 18:23 - Ultimo agg. 21 Settembre, 09:42
5 Minuti di Lettura

È originario del Varesotto, anche se si è trasferito da anni in Olanda, il secondo foreign fighter italiano morto in Ucraina a 27 anni mentre combatteva contro l'esercito russo. Benjamin Giorgio Galli si era arruolato con la brigata internazionale che combatte al fianco delle forze di Kiev all'inizio di marzo e si trovava nella zona a sud di Karkhiv quando è stato ucciso durante un bombardamento. Troppo gravi le ferite riportate, Galli è morto all'ospedale di Kiev, dove si trovano ora i suoi genitori, padre italiano e madre olandese, per riportare la sua salma a casa. «È morto da eroe», ha detto il padre Gabriel Galli agli amici di Winterswijk, città olandese di 30mila abitanti al confine con la Germania dove risiedeva, e di Bedero Valcuvia, un piccolo paese a nord di Varese dove è cresciuto.

Lo scorso 13 settembre il padre aveva scritto sul suo profilo Facebook: «Mio Figlio Benjamin G. Galli 27\01\95. Nominato eroe in azioni di guerra! Ci ha salutati! Dicendo fate i bravi. Quando ritorno mi faccio un anno di vacanza». Da Winterswijk, aveva attraversato la Germania e poi la Polonia per arruolarsi nella Legione Internazionale di difesa dell'Ucraina come olandese.

Benjamin Giorgio Galli: chi era

Grande appassionato di soft air, Benjamin Galli aveva deciso poco dopo lo scoppio della guerra di andare a combattere, postando sul suo profilo alcune foto in divisa e con le armi in mano. «Era convinto di andare a combattere una guerra dalla parte giusta, contro un'invasione illegittima», spiegano i suoi genitori, con il padre che su Facebook spiegava che «i russi scappano dopo avere torturato le donne e le bambine! Non è giusto! Se la passano liscia! Lo faranno ancora.

Per questo serve giustizia». «Lo zio migliore del mondo, mi manchi», ha scritto la sorella Anna, ricevendo le condoglianze nei commenti. «Ti voglio bene, sarai sempre nei miei pensieri, il tuo sorriso sarà nelle mie preghiere, fratello Ben, eroe dell'Ucraina», ha scritto in inglese un suo commilitone sotto l'ultimo post del suo profilo Facebook, dove si è scatenata la consueta rissa social tra chi apprezza il suo coraggio perché «hai lottato e ti sei sacrificato per la parte giusta», tra chi invece scrive «dispiace per te, dispiace chi ti ha coinvolto o non ti ha frenato in questa follia» fino ai sostenitori di Putin che commentano con «bellissima notizia».

Galli è la seconda vittima italiana accertata in Ucraina, anche se il numero dei foreign fighters deceduti provenienti dal nostro Paese è incerto, così come quelli che ancora stanno combattendo con l'esercito di Kiev. A fine marzo, era stato ucciso probabilmente con una bomba a mano Edy Ongaro, detto Bozambo, miliziano di origine veneta di 46 anni che da otto combatteva con le forze separatiste del Donbass. 

 

Quanti sono i combattenti italiani

La stima di intelligence ed Antiterrorismo è di circa venti persone da una parte e dall'altra dei due schieramenti.  Questa 'legione' italiana in teatro di guerra è attentamente monitorata da 007 e forze dell'ordine. C'è chi è partito per convinzione politica - di estrema destra o di estrema sinistra - ma qualcuno è anche mercenario attratto dal richiamo della paga. E c'è anche chi è tornato, spaventato da quello che ha visto e subito.

È il caso di Ivan Luca Vavassori, ex calciatore di 29 anni che era andato al fronte nelle fila delle brigate internazionali in guerra contro le truppe di Putin. La decisione di rientrare è arrivata a seguito di un ricovero in ospedale con la febbre alta e alcune ferite dopo essere sopravvissuto ad un attacco russo a Mariupol. Il giovane, nato in Russia, è stato adottato dall'imprenditore Pietro Vavassori e dalla moglie Alessandra Sgarella, sequestrata dalla 'ndrangheta nel '97 e morta nel 2011 per una malattia.

C'è anche una donna tra i fighters italiani, la ventitreenne Giulia Schiff, un passato burrascoso da pilota nell'Aeronautica Militare: è volata in Ucraina per combattere come volontaria nelle Forze speciali della Legione internazionale. Schiff ha fatto sapere che combatte in una Brigata dell'Esercito «con grado e regolare diaria di militare». E al fronte ha trovato anche l'amore, come ha raccontato lei stessa ai giornali, parlando della sua relazione con un commilitone.

Un giovane genovese di 19 anni, Kevin Chiappalone, è invece il primo indagato tra i combattenti italiani in Ucraina. Il ragazzo, simpatizzante di CasaPound, è andato a sostenere la resistenza contro i russi. La procura del capoluogo ligure lo accusa di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina e rischia una condanna da due a sette anni.

L'indagine della Digos era partita in seguito alle dichiarazioni del giovane al settimanale Panorama in cui annunciava di volere partire per difendere l'Ucraina dopo avere sentito Putin che parlava di «denazificare il Paese». Anche lui sostiene di non essere un mercenario, ma un militare regolare nei ranghi della Legione internazionale.

Di Giuseppe Donini, 52enne di Ravenna, si dice che farebbe parte del battaglione Azov. Nel suo caso è una militanza di vecchia data, visto che c'è un suo video nella regione che risale al 2016. Con lui c'era Valter Nebiolo, che invece è rientrato in Italia. Nel Donbass, ma sul fronte opposto, quello dei filorussi, ci sarebbe Andrea Palmieri, ex capo ultrà della Lucchese, estremista di destra. Per l'Italia è un latitante che deve scontare 5 anni per aver fatto da reclutatore. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA