Allarme foreign fighters se l'accordo di Tripoli salta

Allarme foreign fighters se l'accordo di Tripoli salta
Allarme foreign fighters se l'accordo di Tripoli salta
di Michela Allegri
Lunedì 13 Gennaio 2020, 08:13
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La tregua in Libia per il momento è appesa a un filo: le reazioni delle forze in campo sono imprevedibili. E così anche i pericoli connessi a un'eventuale ripresa del conflitto, in particolare i rischi terrorismo e immigrazione incontrollata. D'altronde, il cessate il fuoco prima rifiutato dall'uomo forte della Cirenaica, accolto dal capo del governo di Tripoli solo a condizione che il generale Khalifa Haftar ritirasse le sue truppe, togliendo l'assedio a Tripoli e Misurata, è arrivato due sere fa in extremis. E così è scattata la tregua negoziata dal presidente russo Vladimir Putin e dal premier turco Recep Tayyp Erdogan.

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LE ACCUSE
Ma la situazione è tutt'altro che stabile: già ieri entrambe le parti in campo nella guerra civile libica si sono accusate reciprocamente di aver infranto l'accordo, solo poche ore dopo l'annuncio ufficiale. Il governo di Fayez al-Serraj ha denunciato violazioni «a Salaheddin e a Wadi Rabie». Inoltre, sia il governo appoggiato dall'Onu sia le forze di Haftar hanno fatto sapere che ci sono stati combattimenti nella capitale.

La tregua in Libia è fondamentale per evitare il rischio di una nuova ondata migratoria. Ma anche per scongiurare l'avanzata dell'Isis, che in questi mesi ha continuato senza sosta le opere di proselitismo e reclutamento di nuovi affiliati, sfruttando proprio la situazione di caos e vuoto di potere generati dalla guerra civile, espandendo la sua zona d'influenza e arricchendosi grazie ai traffici locali, gestiti spesso insieme alla criminalità comune.

LUPI SOLITARI
Ma c'è anche un altro dato allarmante, che potrebbe riguardare direttamente l'Italia e l'Europa. Approfittando dei disordini, almeno tremila persone sono già fuggite dai centri di detenzione libici. E preoccupa anche la questione dei foreign fighters. Negli ultimi mesi, complici il maltempo, la difficoltà nel reperire imbarcazioni, e anche il conflitto che ha momentaneamente messo in pausa l'attività dei trafficanti, i numeri degli sbarchi sono crollati. Ma il rischio è che le partenze ricomincino. E alla ripresa dei viaggi si lega anche la minaccia terroristica. Migliaia di lupi solitari arrivati a dalla Siria e dall'Iraq proprio dalla Libia potrebbero salpare per raggiungere l'Europa attraverso le nostre coste.

I DATI
Sul tema migranti, però, gli analisti sono ottimisti. Nell'ultimo report dell'Ispi firmato da Matteo Villa si legge che tra il 2014 e il 2017, sono sbarcate in Italia più di 500mila persone partite dalle coste libiche: quasi dieci volte di più volte rispetto ai al primo decennio degli anni Duemila, quando Gheddafi dominava incontrastato. Da due anni e mezzo, però, partenze e sbarchi sono crollati. E, secondo l'Ispi, non è nemmeno detto che le partenze siano destinate ad aumentare in caso di ripresa del conflitto libico. Se così fosse, comunque, è difficile che si torni ai livelli elevati degli anni passati, visto che la situazione nel paese è profondamente cambiata rispetto al 2013, quando gli sbarchi iniziarono a essere consistenti, con la guerra civile appena ricominciata. Il traffico di migranti, infatti, era in mano a piccoli gruppi locali difficili da arginare e controllare. Poi le cose sono cambiate e il controllo è passato a milizie più grandi, che hanno accettato di trattenere i migranti nei centri di detenzione invece di metterli in mare. Anche il numero di chi è in attesa di partire sarebbe calato di molto: in lista ci sarebbero circa settemila persone.

Quello che preoccupa l'Italia, oltre a una possibile crisi energetica, sono però le fughe dai centri libici - ufficiali e non - e una ripresa dell'immigrazione incontrollata. Le cronache dei giorni scorsi parlano di primi gruppi già in viaggio verso la Sicilia: un barchino con 97 persone a bordo è stato intercettato a due miglia da Lampedusa, mentre altri 119 profughi sono sulla nave della Ong Sea Watch e altri 75 sarebbero stati recuperati dalla Open arms.
 
 

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