Gas russo, scatta il diktat Ue alle imprese: «Non pagate con i rubli»

Allo studio il boicottaggio del “Conto K” indicato dai russi per aggirare le sanzioni. Martedì nuovo vertice Ecofin per trovare una posizione comune. Ma il fronte è diviso

Gas russo, scatta il diktat Ue alle imprese: «Non pagate con i rubli»
Gas russo, scatta il diktat Ue alle imprese: «Non pagate con i rubli»
di Gabriele Rosana
Venerdì 1 Aprile 2022, 22:47 - Ultimo agg. 2 Aprile, 12:17
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 Pagamenti del gas in rubli, si comincia. Ieri Gazprom ha notificato ai suoi clienti dei Paesi “ostili” l’attivazione del nuovo meccanismo previsto nel decreto firmato giovedì da Vladimir Putin - un’informativa ricevuta, tra gli altri, anche dall’italiana Eni -, mentre l’Europa prepara le contromosse. «Con i nostri partner del G7 abbiamo espresso la nostra posizione - dice un portavoce della Commissione: i contratti concordati devono essere rispettati. Il 97% dei contratti in questione prevede esplicitamente il pagamento in euro o dollari. Le aziende con tali contratti non dovrebbero aderire alle richieste russe». Un diktat per dire no al pagamento del gas in rubli. Che verrà declinato sia politicamente che tecnicamente in un vertice a Bruxelles la prossima settimana. 

Le tappe

Se la Francia ostenta cautela ed esclude uno stop immediato alle forniture, Palazzo Chigi, intanto, rassicura che l’Italia non intende attivare lo stato di allarme per la crisi energetica, che aprirebbe ai razionamenti e allo spegnimento degli impianti per alcuni comparti industriali: rimane invece il pre-allerta deciso già un mese fa e seguito nei giorni scorsi pure da Germania e Austria. «Stiamo lavorando fianco a fianco con gli Stati membri e gli operatori energetici per definire un approccio comune europeo sulla questione della valuta per il pagamento delle forniture di gas dalla Russia.

L’unione fa la forza», ha confermato Ditte Juul Jørgensen, funzionaria Ue a capo della direzione generale Energia della Commissione. 

Come riferito da fonti diplomatiche di Bruxelles, il tema delle transazioni in rubli e il contenuto del provvedimento del Cremlino sono al momento al vaglio degli esperti di Stati membri e Commissione per capire quali saranno le prossime mosse. L’obiettivo è di continuare a fare fronte comune e adottare una risposta unitaria al ricatto di Mosca. Sul tavolo c’è il boicottaggio della richiesta russa, ma pure l’apertura a non considerare il decreto del Cremlino una violazione contrattuale. Un primo confronto a livello politico dovrebbe arrivare già tra lunedì e martedì, quando i titolari dell’Economia e delle Finanze dell’Ue si incontrano in Lussemburgo per Eurogruppo e Ecofin, ma la questione tornerà mercoledì sul tavolo degli ambasciatori dei Ventisette, chiamati a esaminare i rilievi di Bruxelles.

Le capitali temono tuttavia che la mossa del cavallo di Putin, pur non coinvolgendo la Banca centrale russa, possa finire per aggirare le sanzioni finora imposte dall’Occidente, come sta parallelamente facendo Mosca, rilanciando gli scambi con Cina e India. Il saldo in rubli - che ieri è stato esteso anche alle transazioni tra vettori aerei russi e società di leasing occidentali - infatti, rivitalizza la valuta nazionale: secondo il piano a tratti contorto svelato dal Cremlino, si prevede l’apertura, da parte delle compagnie europee, di un “Conto K” denominato in rubli presso Gazprombank (la banca del colosso dell’energia), che sarà poi responsabile della conversione di quanto incassato in euro. 

Lo scenario

Uno scenario che ieri ha confermato il rialzo della Borsa di Mosca (+2,2%) e confermato la quotazione del rublo sull’euro, stabile sui valori precedenti all’invasione. Mentre Gazprom dice di voler continuare «a esportare gas ai nostri clienti in maniera sicura»; garanzie che trascinano al ribasso i prezzi del gas in Europa (-6,5% rispetto al giorno prima). Non basta tuttavia per ritenere che il sereno sia tornato: Gazprom ha annunciato la vendita delle filiali in Regno Unito e Germania.

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