Gran Bretagna, calo dei contagi Covid: Johnson annuncia nuova fase a partire dal 26 gennaio

Covid, calo dei contagi in Gran Bretagna: un piano per la nuova fase
Covid, calo dei contagi in Gran Bretagna: un piano per la nuova fase
di Raffaele Alliegro
Lunedì 10 Gennaio 2022, 18:05 - Ultimo agg. 21:35
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Buone notizie sul fronte Covid in Gran Bretagna. Da alcuni giorni il numero dei contagi sta subendo una lenta ma costante diminuzione, tanto che si comincia a parlare dell'inizio di una stabilizzazione dopo l'ondata di nuovi casi provocata dalla variante Omicron. E il governo di Boris Johnson sta già pensando di rivedere almeno alcune delle misure restrittive introdotte contro la pandemia, dalle mascherine alla durata della quarantena. La data segnata sul calendario degli abitanti del Regno Unito è il 26 gennaio, giorno in cui verrà varato un primo pacchetto di nuove norme che dovrebbero cominciare a permettere alla Gran Bretagna di intravedere una fase endemica di convivenza con il virus dopo l'attuale fase pandemica. Un piano complessivo è poi atteso entro marzo. Il governo Johnson ha comunque già anticipato che la revisione delle regole generali sull'emergenza Covid non comporterà la reintroduzione di alcuna nuova restrizione modello lockdown poiché gli ultimi dati «non lo giustificano», visto il calo dei casi complessivi registrato.

Il calo dei contagi nel Regno Unito è infatti continuato ieri per il quinto giorno di fila, dopo il record di oltre 200mila registrato martedì scorso. I nuovi casi sono stati 141.472, circa cinquemila in meno rispetto al giorno precedente. Lo ha indicato il bollettino delle autorità sanitarie di Londra, secondo cui i morti nelle ultime 24 ore sono stati 97, anche essi in notevole calo. Il premier Boris Johnson ha quindi ricordato che la Gran Bretagna sta facendo «grandi progressi» nella lotta contro il Covid, sebbene la variante Omicron resti «altamente contagiosa». Nel lanciare un nuovo appello alla vaccinazione, ha affermato che al momento 36 milioni di persone hanno ricevuto la terza dose, il 90% degli over 50. «Ma ci sono ancora milioni di persone che hanno bisogno di farla».

E ha aggiunto: «È molto importante che lo staff dell'Nhs (il servizio sanitario pubblico) sia del tutto protetto e vaccinato contro il virus».

La strategia britannica

La strategia vaccinale in Gran Bretagna sembra aver avuto particolare efficacia. Nel Regno Unito, rispetto agli altri Paesi europei, il numero dei morti è «più basso negli ultimi 6 mesi: hanno in media un centinaio di morti al giorno da diverse settimane, mentre gli altri Paesi europei ne hanno dai 200 ai 300». Lo ha fatto notare Carlo La Vecchia, epidemiologo dell'università Statale di Milano. Da un lato c'è l'Italia «che ha livelli di morti Covid comparabili con quelli di altri Paesi», precisa La Vecchia. «Poi c'è il Belgio che registra un pò di più degli altri in termini di vittime, alcuni Paesi un po' di meno, ma non sono differenze tali da spiccare». Insomma, ragiona l'esperto, «dopo la prima ondata il numero dei deceduti nei grandi Paesi europei è stato sostanzialmente simile. Invece, il numero totale di casi registrati è diverso rispetto al Regno Unito, dove è stata usata una politica di tamponi rapidi molto estesa. La Gran Bretagna ha mandato i tamponi rapidi a casa della gente gratis e ha fatto sempre un milione di tamponi. Quindi il numero dei casi è più alto. Mentre il numero di morti nel Regno Unito è più basso negli ultimi sei mesi e lì c'è una domanda che si apre: cioè se non abbiano vaccinato meglio». I britannici, ripercorre La Vecchia, «hanno usato negli anziani il vaccino Oxford a vettore virale e l'hanno distanziato maggiormente. Quindi la domanda è se non abbia funzionato di più questa strategia. Loro hanno fatto 55% Oxford e 45% di Pfizer, iniziando con Pfizer finché c'era solo quel vaccino, e poi facendo il vaccino di Oxford agli anziani, e Pfizer ai giovani. L'ipotesi potrebbe essere che il vaccino a vettore adenovirale, usato in quella modalità distanziata, abbia una durata più lunga contro il rischio di morte». Poi c'è l'incognita Omicron. Va osservato che la variante «è arrivata anche prima nel Regno Unito quindi lì la stanno già scontando, mentre noi no. Dunque resta l'incognita se» con il nuovo mutante «ci sarà oppure no un impatto più favorevole. È presto per dirlo. Dobbiamo vedere quando arriverà il grosso» dell'onda Omicron «cosa succederà».

Alla luce dei dati che indicano un miglioramento della situazione in Gran Bretagna, il governo sta dunque valutando la possibilità di ridurre il periodo di isolamento, per le persone completamente vaccinate che risultano positive al Covid, dagli attuali 7 a 5 giorni. Lo ha detto il premier Boris Johnson visitando un centro di vaccinazione nell'ovest di Londra. «La cosa da fare è guardare alla scienza. Stiamo valutando e agiremo secondo la scienza», ha affermato il primo ministro. Alcuni deputati del partito conservatore avevano chiesto con forza una riduzione del periodo di quarantena al fine di ridurre le persistenti carenze di personale in diversi settori. Si pensa poi di abolire il green pass e ritirare la raccomandazione ad adottare lo smart working. Le mascherine, invece, dovrebbero continuare a essere usate almeno sui mezzi di trasporto. Non è ancora considerato necessario, infine, prescrivere una quarta dose di vaccino dato che la terza dose per il momento continua a fornire un elevato livello di protezione.

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