Guerra atomica, Stefanini: «Il rischio c'è, ma sarebbe illogico»

L'ambasciatore: "Per il negoziato devono fare pressione i Paesi che Mosca sente vicini"

Stefanini: «Possiamo armare ancora Kiev, ma la pace dipende dalla Cina. Nucleare? Rischio c'è»
Stefanini: «Possiamo armare ancora Kiev, ma la pace dipende dalla Cina. Nucleare? Rischio c'è»
di Marco Ventura
Martedì 11 Ottobre 2022, 00:08 - Ultimo agg. 11:32
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Che cosa può fare il G7? «Poco per la pace, per questo bisogna che la Cina ricominci a fare politica estera». E la Russia? «Può sperare di fermare il contrattacco ucraino, e riprendere ad avanzare dopo l’inverno». E noi, in Occidente? «Continuare ad armare Kiev». Putin userà l’arma nucleare? «Il rischio c’è, ma sarebbe illogico». L’ambasciatore Stefano Stefanini, già Consigliere diplomatico del presidente Napolitano e nostro rappresentante alla Nato, è uno dei pochissimi ad aver previsto l’invasione dell’Ucraina.

La Germania ha chiesto di convocare il G7. Perché?

«Richiesta utile e opportuna, il G7 è il fulcro dell’appoggio occidentale a Kiev e di fronte a un’escalation è bene che ci si parli, ma ai fini di una trattativa è monco, non ha presa su Mosca. Per una trattativa internazionale e il negoziato devono essere i Paesi che la Russia sente vicini o neutrali a fare pressione. Quello che conta più di tutti è la Cina. Il 16 ottobre si aprirà il Congresso che incoronerà Xi Jinping vita natural durante. E speriamo che la seconda potenza mondiale si rimetta a fare politica estera».
 

L’Occidente come dovrebbe reagire?

«Continuando a dare segnali a Mosca perché non pensi di usare le armi nucleari: ci sarebbe un’adeguata risposta, sia pure non nucleare».
 

L’Ucraina dovrebbe accettare di negoziare?

«Non possiamo dire noi all’Ucraina cosa fare o non fare. Il ponte di Kerch era un legittimo obiettivo militare, non come i missili russi che colpiscono indiscriminatamente le città e sono una vendetta. È quello il terrorismo di Stato, non un attentato a un ponte sul quale passano i tank, che fa tre morti e non è stato rivendicato da Kiev. E poi la Crimea non è territorio russo».
 

Bisogna mandare armi più potenti in Ucraina?

«Per il momento, quelle che sono state mandate finora».

 


Che cos’ha in mente Putin?

«Sul campo di battaglia gli ucraini mantengono l’iniziativa.

Putin ha in mente di fermarli, guadagnare tempo, e dopo l’inverno buttare sul fronte tutte le risorse che sarà riuscito a mettere insieme. La mobilitazione non gli servirà, cosa possono fare coscritti mandati alla guerra controvoglia? Putin vuole premere sull’Occidente, specie sull’Europa, al fine di sgretolarne il sostegno all’Ucraina. Le bollette saliranno, avremo il razionamento...»


È convinto che Putin non userà l’arma nucleare?

«Il rischio c’è, se consideriamo le minacce avventate e irresponsabili che sono state fatte. Nella crisi di Cuba del 1962, nessuno ebbe il coraggio di pronunciare la parola con la “N”. La logica dice che l’uso dell’arma tattica nucleare avrebbe effetti limitati a beneficio della Russia. I messaggi di dissuasione sono arrivati forti e chiari, è quindi possibile ritenere che non si arrivi a oltrepassare una soglia che sarebbe tragica per le conseguenze militari e politiche».


Qual è la tenuta interna di Putin e del ministro della Difesa, Shoigu?

«Certo, sarebbe meglio per Putin liberarsi di lui, piuttosto che andarsene dal Cremlino, se questa fosse la scelta. È la tecnica di tutti i dittatori: anche i fedelissimi sono spendibili se serve a conservare il posto. A Mosca c’è un’insoddisfazione comprensibile per la guerra che va male, c’è chi accusa i vertici militari. Gli altri tacciono per paura».

È illusorio pensare che Putin venga rovesciato?

«Non lo sapremo prima che succeda. Magari una notte succederà, e la sera prima non l’avremo saputo. Se qualcuno ha in mente di fare un golpe, ci riuscirà solo se nessuno lo avrà saputo prima. Ma Putin ha creato un sistema di pretoriani solidissimo…»

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