Ucraina, guerra di logoramento come in Vietnam e Afghanistan? Quanto durerà il conflitto e la nuova strategia di Putin

La Russia sembra aver abbandonato gli obiettivi iniziali dell'invasione, ma sta ancora insistendo con attacchi a est e a sud

Ucraina, guerra di logoramento come in Vietnam e Afghanistan? Quanto direrà il conflitto e la nuova strategia di Putin
Ucraina, guerra di logoramento come in Vietnam e Afghanistan? Quanto direrà il conflitto e la nuova strategia di Putin
di Cristiana Mangani
Mercoledì 6 Aprile 2022, 11:12 - Ultimo agg. 17:19
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Quanto durerà la guerra in Ucraina? Già si intravede lo spettro del Vietnam, se non dell'Afghanistan. Il tema è molto dibattuto in queste ore, proprio in vista del cambio di strategia delle truppe di Vladimir Putin. «I russi concentreranno i propri sforzi a sud-est a ridosso del Donbass e a sud con il completamento della conquista di Mariupol ed eventualmente la prosecuzione dello sforzo su Odessa. La durata del conflitto dipenderà dal risultato di questo cambio di gravitazione da parte russa»: è l'analisi sulla prospettiva del conflitto fatta dal generale Luigi Chiapperini, ex comandante del contingente multinazionale Nato in Afghanistan, impegnato anche nella missione Kfor in Kosovo e membro del Centro Studi dell'Esercito. «Se Mosca avrà successo potrebbe accorciare i tempi del conflitto. In caso contrario dovremo presumibilmente aspettarci una lunga guerra di logoramento - osserva ancora Chiapperini - con frequenti movimenti della linea del fronte come ad esempio accadde in Corea all'inizio degli anni '50. In quel caso la guerra durò ben tre anni e alla fine ci fu la divisione del paese in due, con ripercussioni negative sulla stabilità internazionale che vediamo ancora oggi a distanza di settanta anni».

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Ucraina, la nuova strategia di Putin

Chi si aspettava la presa fulminante di Kiev e delle principali città ucraine è costretto ora a fare i conti con la realtà. La Russia sembra aver abbandonato gli obiettivi iniziali dell'invasione, ma sta ancora insistendo con attacchi a est e a sud.

Anche nell'ambito di questo “piano B, forzato dalla resistenza ucraina e dalle battute d'arresto militari dell'esercito russo, Mosca ha molteplici obiettivi che rischiano di prolungare il conflitto e causare ancora più morte e distruzione. 

Secondo l'agenzia Afp, la prossima fase della guerra per Mosca potrebbe essere quella di guadagnare tempo. L'invasione si è rivelata estremamente costosa per la Russia, in termini sia di perdite umane sia di distruzione dell'equipaggiamento militare, grazie alla resistenza ucraina che è stata molto più massiccia di quanto previsto. Gli analisti militari hanno notato che dalla primavera sono cominciato i cambiamenti nelle truppe. Mosca sembra ora voler evitare che i militari di leva non vengano inviati in Ucraina, ma ha bisogno di un cambio tra i soldati e dunque si intravede la possibilità che mandi in guerra gente ormai avanti con l'età, almeno finché i giovani non verranno ben addestrati. «La guerra è tutt'altro che finita. Ulteriori offensive devono ancora arrivare», conferma Gustav Gressel, senior policy fellow presso lo European Council on Foreign Relations (ECFR), aggiungendo che il personale è la «risorsa chiave» che scarseggia per Mosca. Anche se gli analisti ribadiscono che una lunga guerra di logoramento sarebbe pericolosa pure per la Russia, visto il successo delle tattiche di guerriglia ucraine registrato nelle ultime settimane. «Se questa alla fine diventa una guerra di logoramento prolungata, l'Ucraina sembra avere nel complesso una posizione più favorevole», spiega Michael Kofman, direttore del Programma di studi sulla Russia presso il Center for Naval Analysis, negli Stati Uniti.

A questo punto, però, il sentiero si fa molto stretto. E tanto, sulla durata e l'esito della guerra, potrà dipendere dalle scelte degli americani. Senza armi più potenti, l’esercito di Zelensky potrebbe essere sopraffatto in tempi relativamente brevi, forse nel giro di qualche settimana. Sarebbe una disfatta non solo per l’Ucraina, ma anche per lo schieramento occidentale che, sia pure con gradazioni diverse, finora lo ha sostenuto. Tutto lascia pensare, dunque, che alla fine Zelensky avrà più o meno i mezzi che chiede. Se ben equipaggiata, allora, l’armata di Kiev, notano al Pentagono, potrebbe spezzare l’avanzata delle colonne russe, più o meno come è avvenuto nei giorni scorsi nella zona di Kiev. A quel punto la dinamica della guerra si ribalterebbe. Gli ucraini avrebbero le retrovie libere per ricevere i rifornimenti e le munizioni dai partner occidentali, facendo perno sullo snodo ferroviario di Dnipro e forse anche riattivando l’aeroporto. Inoltre potrebbero estendere la linea delle trincee, costruendo una specie di arco fortificato dal Donbass fino a Kharkiv. In quelle condizioni potrebbero essere in grado di inchiodare i russi per mesi. Naturalmente non sappiamo fino a quando Putin insisterebbe nell’offensiva. Gli americani non escludono che il leader russo possa raddoppiare i bombardamenti indiscriminati contro le città, anche quelle fuori dal quadrante sud-orientale. E purtroppo non può essere escluso l’uso di ordigni chimici o batteriologici. I più ottimisti, invece, pensano che Putin, preso atto del secondo fallimento, potrebbe decidere, finalmente, di iniziare un negoziato serio per la pace.

 

Il rischio di una guerra di logoramento come in Vietnam o Afghanistan

Inoltre l'Orso russo potrà anche riuscire ad annientare gli ucraini e installare un governo fantoccio. Ma poi? L’Ucraina è uno Stato di 40 milioni d’abitanti; è più grande della Francia; ha meno collegamenti; come la controlli, considerato anche che i Paesi Nato si muoverebbero, anzi si sono già mossi, per attivare focolai di rivolta? Secondo lo storico Eugenio Di Rienzo, intervistato da La Verità, «non è difficile ipotizzare che da tempo esista in Ucraina un’organizzazione Stay Behind, creata, finanziata, rifornita di armamenti di ultima generazione da Usa, Regno Unito, Polonia. Una “Gladio” certo più efficiente di quella costituta in Italia negli anni della Guerra Fredda affiancata da addestratori provenienti da queste Nazioni e da formazioni di Foreign Fighters, d’estrazione neo-nazista, reclutati in Svezia, Norvegia, e da elementi russofobi provenienti dalle Repubbliche baltiche. Quand’anche si scongiurasse un nuovo Vietnam - conclude l'esperto -, ci sarebbe sempre lo spettro di un nuovo Afghanistan e a parti capovolte di un nuovo Iraq».

C'è da dire, inoltre, che Putin non può permettersi di perdere, e vorrà esibire qualcosa che somigli a una vittoria, almeno entro il 9 maggio, quando la Russia celebrerà la sua vittoria sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. «Putin è ossessionato dalle date simboliche e dalla storia, quindi ha un disperato bisogno di una immagine di vittoria prima del 9 maggio - afferma Alexander Grinberg, analista dello Jerusalem Institute for Security and Strategy (JISS). Sergei Karaganov, presidente onorario del think tank Council for Foreign and Defence Policy di Mosca ed ex consigliere del Cremlino-. La posta in gioco dell'élite russa è molto alta, per loro è una guerra esistenziale».

E allora, la soluzione per il Cremlino potrebbe essere la conquista del territorio che comprende le regioni separatiste di Donetsk e Lugansk - riconosciute come entità indipendenti dalla Russia a febbraio -. Mosca ha insistito sul fatto che i loro governi separatisti dovrebbero avere piena autorità amministrativa e il loro pieno controllo sembra essere un obiettivo fondamentale della guerra. Guerra che «è tutt'altro che finita e potrebbe
ancora cambiare a favore della Russia se l'esercito russo riuscirà a lanciare un'operazione a suo favore nell'Ucraina orientale», è la tesi degli analisti dell' Institute for the Study of War (ISW). La Russia nel fine settimana ha lanciato attacchi al porto occidentale di Odessa e fonti occidentali non hanno mai escluso un attacco anfibio alla città, anche se questo appare meno probabile. «Se viene imposto un cessate il fuoco in
base al principio “mantieni ciò che già detieni”, Putin potrebbe mantenere il suo controllo su diverse nuove parti dell'Ucraina».

Senza contare che un altro degli obiettivi principali dello zar è quello di tentare di dividere l'Occidente. Più a lungo durerà la guerra, più il Cremlino dovrebbe esercitare una delle sue tattiche preferite di creare conflitti ideologici tra gli Stati che vogliono tenere una linea più dura contro Mosca e quelli che hanno posizioni più concilianti. Lunedì scorso, Putin si è affrettato a congratularsi con uno dei suoi più stretti alleati all'interno della Ue, il primo ministro ungherese Viktor Orbàn, dopo che il suo partito ha vinto le elezioni e Orbàn ha conquistato il quarto mandato. Tutto questo mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto chiaramente che Putin non dovrebbe rimanere al potere, anche se il presidente francese Emmanuel Macron ha ribattuto sostenendo che una simile retorica non avrebbe giovato alla pace. Lo scenario, insomma, non sembra troppo confortante.

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