Il vice rettore dell'università cattolica di Leopoli:«Senza aiuti militari l'Ucraina sarà rovinata»

Il vice rettore dell'università cattolica di Leopoli:«Senza aiuti militari l'Ucraina sarà rovinata»
di Franca Giansoldati
Giovedì 17 Marzo 2022, 11:00
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Finora a Leopoli si vive in relativa sicurezza, solo un punto militare è stato colpito da alcuni razzi. Altri aeroporti ucraini, invece, non ci sono più, sono stati distrutti, per esempio quello di Dnipro e ora l'aeroporto di Leopoli potrebbe essere il prossimo. «Senza una difesa efficace contro i razzi, l'Ucraina sarà gradualmente rovinata sotto gli occhi del mondo intero». A parlare è Myroslav Marinovich, vice-rettore all'Università Cattolica di Leopoli, co-fondatore di Amnesty International Ucraina e membro fondatore del Gruppo Ucraino di Helsinki. 

Zelenski sta negoziando, secondo il Financial Times c'è una proposta in 15 punti, come viene valutata questa fase?

«Personalmente ero piuttosto critico verso la sua presidenza prima della guerra, ma ora è passato attraverso una trasformazione visibile.

Durante la guerra, in questi giorni, non sento motivo per rivolgergli delle critiche. Ha promesso più volte che non si sarebbe arreso durante i negoziati, sta avanzando seguendo la filosofia del 'fidati-ma-controlla'».

L'Ucraina come uscirà da questo conflitto?

«Stiamo affrontando le fasi finali della nascita della moderna nazione ucraina. Eravamo divisi e in conflitto - ora siamo uniti come mai prima. Siamo orgogliosi di non essere stati paralizzati dalla minaccia di un moderno Golia. E abbiamo già vinto in senso morale. Non sappiamo quante tragedie ci aspettano in futuro. Ma ricordiamo che attraverso il dolore e le passioni che il Signore "fece nuove tutte le cose" (cfr. Apocalisse 21,5). Ogni nazione ha il suo tempo di sacrificio. Sembra essere il momento - per l'Ucraina - di passare attraverso il suo sacrificio per costruire una nuova Ucraina su questo fondamento spirituale». 

Non pensa che sulla Nato gravino delle responsabilità indirette in questa guerra?

«Beh, capisco il pericolo per la Nato di essere coinvolta nel confronto diretto con la Russia. Tuttavia, le responsabilità indirette esistono sempre. Penso che la Nato non dovrebbe dire: "L'Ucraina non appartiene alla nostra cerchia. Sarà meglio che passiamo oltre". L'unica posizione moralmente giustificata è quella di un samaritano che fascia le ferite, versando olio e vino, prendendosi cura. Che è esattamente quello che i membri della Nato stanno cercando di fare ora. Di sicuro non sopravviveremmo senza quell'aiuto. Tuttavia, sono certo che vi sarebbe uno spazio per fare di più».

Pensa che l'Europa debba accettare l'ingresso dell'Ucraina dopo la guerra?

«Sì, perché è l'Ucraina che sta lottando per i valori europei ora. Le frasi furbe del tipo: "una guerra civile in Ucraina", "conflitto ucraino" eccetera, usate anche recentemente, rivelano un'enorme paura dell'Europa a chiamare l'aggressore per nome. Persino il Vaticano e l'Onu hanno paura di farlo ora! Ma, in questo caso, non si può riconoscere il male e resistere adeguatamente. Tuttavia, sono sicuro che la guerra che la Russia ci ha imposto porterà nuova chiarezza. Il mondo intero sarà rinnovato».

E come vede la Russia nel futuro?

«Come ha affermato George Weigel, la Russia deve passare attraverso la resa dei conti morale per tutti gli orrori che ha prodotto. E non intendo esclusivamente questa nuova guerra in Ucraina, che è orribile in sé. La Russia sta passando da una dittatura all'altra. La nazione approva tutte le atrocità commesse da queste dittature, e lo slogan "zato nas boyatsia" (comunque, tutti hanno paura di noi) deve trovare il suo giudizio finale. La guerra della Russia in Ucraina significa il crollo totale della cultura russa e del surrogato ideologico del "Russkiy mir" (il mondo russo). Nulla sarà più come prima». 

Che aiuto si aspetta da Papa Francesco e come valuta quello che ha fatto finora?

«Ammiro la capacità di Francesco di rivelare la forza pastorale del cristianesimo. Quando è stato eletto, tutto il mondo si è chiesto chi sarà Papa Francesco: un conservatore o un liberale? Alla fine abbiamo capito che era ed è ancora un pastore. E tutti i suoi appelli per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina sono molto sinceri. Tuttavia la posizione politica del Vaticano è piuttosto debole. Sono sicuro che il concetto di "dialogo ad ogni costo" è falso se applicato sia al Cremlino che al Patriarcato di Mosca». 

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