Navi da crociera disertano San Pietroburgo, la Russia perde 100 milioni di sterline solo dalle compagnie britanniche

Se i viaggi nel Mar Baltico con scalo a San Pietroburgo sono stati a lungo apprezzati dai vacanzieri britannici, ora le compagnie di navigazione scelgono itinerari alternativi per i loro tour

Navi da crociera disertano San Pietroburgo, la Russia perde 100 milioni di sterline solo dalle compagnie britanniche
Navi da crociera disertano San Pietroburgo, la Russia perde 100 milioni di sterline solo dalle compagnie britanniche
Mercoledì 11 Gennaio 2023, 15:26 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 13:47
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Le navi da crociera disertano i porti russi. Se i viaggi nel Mar Baltico con scalo a San Pietroburgo sono stati a lungo apprezzati dai vacanzieri britannici, ora le compagnie di navigazione scelgono itinerari alternativi per i loro tour. È una delle tante ripercussioni della guerra in Ucraina sull’economia della Federazione Russa e secondo gli esperti del settore «potrebbero volerci molti anni prima che San Pietroburgo si riprenda in termini di entrate turistiche perse». Le nuove mete, infatti, risultano molto apprezzate dai vacanzieri e gli scali notturni in porti baltici come Tallinn in Estonia e Riga in Lettonia sono ora al primo posto nella classifica, con migliaia di turisti britannici che hanno visitato queste città per la prima volta nel 2022 a bordo di navi da crociera. Esaminando i dati del mercato della Gran Bretagna, l’analisi condotta dal portale di crociere di lusso Panache Cruises registra il crollo della Russia, che l’anno scorso ha perso 100 milioni di sterline da questo ricco settore turistico a tutto vantaggio dei porti dell’Europa orientale, lettoni ed estoni in cima a tutti.

Eliminato lo scalo a San Pietroburgo

Per quanto riguarda le crociere nel Mar Baltico, lo scalo a San Pietroburgo è stato eliminato e sostituito da scali notturni a Tallinn e Riga. Prima della pandemia erano circa 650 mila i viaggiatori di mare che ogni anno visitavano la città estone, con un numero simile di turisti che si fermavano anche nella capitale lettone, e in base alle stime spendevano circa 50 milioni di sterline in ciascun Paese. Tuttavia negli ultimi dodici mesi Panache Cruises ritiene che questi numeri siano raddoppiati a 1,3 milioni, con una spesa in ciascuna destinazione stimata in circa 100 milioni di sterline solo da parte dei passeggeri delle navi da crociera. Gli esperti ritengono che la tendenza sia destinata a durare a lungo poiché le compagnie hanno ottenuto riscontri estremamente positivi dai loro clienti in merito alle nuove destinazioni. «La guerra in Ucraina ha avuto una serie di conseguenze inaspettate per la Russia e una di queste è stata la perdita di entrate turistiche fino a San Pietroburgo - afferma il portavoce di Panache Cruises - La città russa ha goduto a lungo di una solida reputazione come una delle mete predilette delle crociere nel Mar Baltico, ma da quando la situazione in Ucraina è precipitata gli operatori hanno cercato destinazioni alternative per portare i vacanzieri».

Così Estonia e Lettonia si sono imposte tra le principali beneficiarie, con il numero di crociere quasi raddoppiate nel 2022 rispetto a prima della pandemia.

Più soldi da spendere

«La nostra analisi stima che il numero di crociere e quindi il numero di turisti che visitano l’Estonia e la Lettonia anziché la Russia siano raddoppiati, quindi è lecito ritenere che anche la spesa sia approssimativamente il doppio - sottolinea Panache Cruises - Le stime del settore del 2018 prevedevano che i turisti delle navi da crociera spendessero circa 50 milioni di sterline in ogni località, quindi significherebbe che la Russia ha perso circa 100 milioni di sterline». La risposta dei turisti, assicurano gli operatori, è stata entusiastica: «Tallinn e Riga sono bellissime capitali e in gran parte incontaminate rispetto alle destinazioni più frequentate». E i visitatori britannici riferiscono di avere a disposizione molto più denaro da spendere quando visitano queste città, perché il costo della vita è inferiore rispetto a San Pietroburgo. «Prevediamo che questa tendenza continuerà finché la guerra in Ucraina non sarà conclusa e anche oltre - affermano gli esperti - Potrebbero volerci molti anni prima che San Pietroburgo si riprenda in termini di entrate turistiche perse».

 
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