Putin, l'ambasciatore Nelli Feroci: «Ha aperto all'Occidente, implicitamente ha escluso l'arma nucleare»

Ferdinando Nelli Feroci: "Il peso del suo discorso è nelle parole non dette, potrebbe cominciare una seria interlocuzione con Zelensky"

Putin, l'ambasciatore Nelli Feroci: «Ha aperto all'Occidente, implicitamente ha escluso l'arma nucleare»
Putin, l'ambasciatore Nelli Feroci: «Ha aperto all'Occidente, implicitamente ha escluso l'arma nucleare»
di Marco Ventura
Martedì 10 Maggio 2022, 06:23 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 02:40
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E se quegli 11 minuti di arringa di Putin fossero il segnale di una svolta? L'inizio di un possibile dialogo, quando invece tutti si aspettavano toni di sfida e proclami di guerra? Per l'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ex Commissario europeo oggi presidente dell'Istituto affari internazionali, il discorso dello Zar «è stato molto breve, con alcune conferme di cose che sapevamo già, mentre più interessante è ciò che non ha detto». Alla vigilia delle celebrazioni del V-Day russo, si temeva che il 9 maggio diventasse l'occasione «per annunciare l'ampliamento dell'offensiva, la mobilitazione generale e il passaggio dalla cosiddetta operazione militare speciale alla guerra dichiarata all'Ucraina.

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Invece, non c'è stata escalation nelle parole, e questo è positivo. Si potrebbe quasi interpretarlo come il segno che qualcosa sta maturando, che Putin apra uno spiraglio per una sospensione delle ostilità o quanto meno l'avvio di una seria forma di interlocuzione con Zelensky e l'Occidente».
Come valuta il richiamo di Putin a evitare una nuova guerra globale?
«Implicitamente, ha escluso il ricorso all'arma nucleare. Restano il duro attacco agli Stati Uniti e alla Nato e, ovviamente, la coreografia e la messa in scena nella Piazza Rossa come segnale di riaffermazione della potenza russa. In concreto non cambia nulla, rispetto alle previsioni di sviluppo nelle prossime settimane. Putin ha evitato di indicare i suoi obiettivi, e tanto meno dove e quando vorrà fermare l'offensiva sul terreno».
Secondo Macron, a maggior ragione dopo questo discorso in tono minore, sarebbe sbagliato puntare a umiliare Mosca.
«Noi europei abbiamo sempre sostenuto di dover lasciare aperta una prospettiva di dialogo con Putin, pur essendo pienamente consapevoli di dover esercitare tutte le pressioni del caso, in termini di sanzioni e invio delle armi. Britannici e americani sembrano avere sensibilità diverse. Le parole di Macron, però, mi sembrano orientate più al Dopoguerra. Bisogna che la Russia non esca da questo conflitto come la Germania sconfitta uscì dalla conferenza di Versailles dopo la Prima guerra mondiale».
In parallelo con Mosca, a Strasburgo si è tenuta la conferenza sul futuro dell'Europa e si è parlato di superamento dell'unanimità nelle decisioni della Ue.
«Curioso confronto tra passato e futuro. Guardando a quanto succede in Ucraina, si è deciso di fare di più per l'integrazione europea e l'efficace funzionamento delle istituzioni Ue. A Strasburgo si guardava al futuro, a Mosca verso il passato. In particolare, in Europa è la Germania che sta attraversando l'evoluzione più significativa dai tempi di Brandt, della Ostpolitik ma anche, a parte Schroeder, della stessa Merkel. I cancellieri tedeschi hanno sempre scommesso sull'Urss e sulla Federazione russa, arrivando a decisioni molto criticate. Al contrario, adesso la Germania prende le distanze da Mosca, ha deciso di non far partire il gasdotto Nord Stream 2, di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, di aderire a un embargo progressivo e inviare armi anche pesanti a Kiev».
E sul campo, che cosa dobbiamo aspettarci da Putin?
«I missili su Odessa dove ieri c'era Michel, che ha dovuto ripararsi in un rifugio, accendono un grande punto interrogativo.

Putin vorrà fermarsi con l'occupazione del Donbass e del corridoio che lo lega alla Crimea, o vorrà conquistare Odessa e precludere all'Ucraina l'accesso al mare?».

 


Al di là dei toni di Putin, c'è o no il rischio della guerra nucleare?
«Le minacce evocate da esponenti russi, non solo da Putin ma da membri della Duma a lui vicini, hanno riguardato armi mai viste e l'atomica. A me pare che l'allarme nucleare abbia svolto una funzione di dissuasione rispetto all'Occidente che aiuta l'Ucraina, e non comporti alcun rischio immediato. Siamo nell'ambito di deterrenza e propaganda, anche se preoccupa che Putin si sia dimostrato finora piuttosto imprevedibile».
Come giudica la fuga di notizie negli Usa sul supporto d'intelligence agli ucraini per l'affondamento del Moskva o l'uccisione dei generali russi?
«Siamo ancora nel campo della massima assistenza agli ucraini, senza però violare il principio del non coinvolgimento diretto della Nato. È tuttavia incredibile che questo genere di informazioni finisca sui media. Certe cose si fanno, ma non c'è bisogno di dirlo».

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