Guerra Ucraina, il generale Li Gobbi: «Durerà ancora a lungo, Cina unico negoziatore credibile»

L'ex comandante del Genio: "Le sanzioni avrebbero dovuto portare a un'implosione della Russia, ma ciò non è successo. Evidentemente i calcoli sono stati sbagliati"

Guerra Ucraina, il generale Li Gobbi: «Durerà ancora a lungo, Cina unico negoziatore credibile»
Guerra Ucraina, il generale Li Gobbi: «Durerà ancora a lungo, Cina unico negoziatore credibile»
Martedì 21 Febbraio 2023, 16:52 - Ultimo agg. 16:59
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La guerra in Ucraina? È destinata a durare ancora a lungo. E per una soluzione diplomatica, oggi come oggi, l'unico negoziatore credibile è la Cina. Parola del generale Antonio Li Gobbi, ex comandante del Genio ed Ispettore dell'Arma del Genio, che ha partecipato a missioni Onu in Siria e Israele e Nato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan ed è stato direttore delle Operazioni presso lo Stato Maggiore internazionale della Nato a Bruxelles.

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«La guerra durerà ancora a lungo»

«Nessuna delle due parti pensa di avere la possibilità di capovolgere le sorti del conflitto e infatti si sta investendo non tanto su misure che possono avere risultati immediati ma su misure a lungo termine», dice il generale all'Adnkronos.

Secondo Li Gobbi a un anno dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia dobbiamo prepararci a un conflitto che «durerà ancora a lungo militarmente se non si trova una soluzione diplomatica negoziata dall'esterno». E in tal senso «unico negoziatore credibile», secondo il generale, «è probabilmente oggi la Cina». «È difficile fare un bilancio di quest'anno anche perché le informazioni che abbiamo ricevuto sono sempre state parziali e, ovviamente, volutamente distorte da tutte le parti - spiega Li Gobbi - È chiaro che quello che quasi tutti pensavano un anno fa è risultato poi infondato: varie certezze o convinzioni sono risultate infondate sia da parte della Russia sul supporto che avrebbero potuto ottenere da parte delle componenti russofone sia sul cedimento del governo e delle forze armate ucraine sia sullo sfaldamento del supporto occidentale all'Ucraina».

 

LE SANZIONI

«Allo stesso modo si era creduto tantissimo al fatto che, data la superiorità economica e industriale dell'Occidente, le sanzioni avrebbero portato a un'implosione della Russia, ma ciò non è successo. Evidentemente i calcoli sono stati sbagliati - prosegue - non si è considerato che le sanzioni alla Russia sono state adottate da una parte minoritaria, Usa, Canada e Ue, Giappone, Sud Corea, Taiwan, Australia, Nuova Zelanda, mentre Cina, India, tutta l'Asia, l'Africa e l'America Latina continuano a commerciare direttamente o tramite intermediari, con la Russia».

LA SITUAZIONE

«Non ci sono state manovre napoleoniche sul terreno da nessuna delle due parti: la Russia ha iniziato con manovre di scarso successo, le reazioni dell'Ucraina sono state assolutamente eroiche ma non hanno ad oggi portato a effetti neanche lontanamente risolutivi - continua il generale Li Gobbi - Ma a mio avviso assistiamo a una situazione in cui nessuna delle due parti pensa di avere la possibilità di capovolgere le sorti del conflitto e infatti si sta investendo non tanto su misure che possono avere risultati immediati ma su misure a lungo termine: la Russia con contatti per sistemi di arma dall'Iran, dalla Cina (anche se non verrà mai ammesso) e dalla Corea del Nord, e l'Ucraina con la richiesta di sistemi, carri ed aerei, che non potranno fare la differenza se non tra diversi mesi». Secondo Li Gobbi «dobbiamo prepararci a un conflitto che durerà ancora a lungo militarmente se non si trova una soluzione diplomatica negoziata da un esterno. Secondo me - prosegue - la Cina, quando avrà interesse a farlo, potrebbe essere l'unico negoziatore credibile. È l'unico attore internazionale che ha leve da muovere, in una logica 'do ut des', con tutti gli attori del conflitto: può fare pressione sulla Russia, ma è anche l'unica che può trattare da pari a pari con gli Stati Uniti ed è forse in una posizione di superiorità rispetto alla Ue».

LA DIPLOMAZIA

«È chiaro che sarebbe una negoziazione a livello globale ecco perché penso che gli Usa non sarebbero entusiasti di un negoziato cinese: non sono disposti ad allargare la discussione al di fuori del problema dell'Ucraina, ad esempio all'area dell'Indo-Pacifico e a Taiwan», continua. Quanto all'intervento odierno di Putin, «è chiaro che è stato un intervento propagandistico per parlare ai suoi, all'opinione pubblica e per mandare un messaggio all'Occidente e non ci si poteva aspettare toni diversi. Bisogna aspettare domani, quando ci sarà una riunione della Duma e del Consiglio Federale e, dopo l'intervento di Putin - conclude il generale - potrebbe essere un'indicazione che verranno adottate da parte della Russia misure legislative e decisioni politiche di una certa entità, eventualmente tendenti a un inasprimento del conflitto».

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