Aerei da combattimento e armi pesanti a lungo raggio. Nella lista di richieste che Volodymyr Zelensky consegnerà oggi ai leader europei (già anticipata ieri al premier inglese Sunak, al cancelliere tedesco Scholz e al presidente francese Macron), sono questi i due punti principali dell'elenco. Il leader ucraino è arrivato ieri in tarda serata a Parigi, per una cena organizzata dall'Eliseo all'ultimo minuto con Macron e Scholz, dopo essersi fermato a Londra. Dove ha lanciato un appello alla Gran Bretagna e «al mondo» per fornire aerei caccia all'Ucraina.
Ucraina, Zelensky chiede a Macron e Scholz aerei da combattimento
Ed è lo stesso appello che Zelensky ha rivolto agli altri partner europei.
La risposta Ue
«Prima l'Ucraina ottiene armi pesanti a lungo raggio, prima i nostri piloti ottengono aerei, prima finirà questa aggressione russa e potremo tornare alla pace in Europa», la linea di Kiev. Resta da capire se gli alleati dell'Ue siano pronti a rispondere di sì. Secondo i retroscena della stampa estera, nella cena di ieri sera sia Macron che Scholz non avrebbero fornito risposte definitive. «Stiamo con l'Ucraina. Con fermezza. E con la determinazione di accompagnarlo verso la vittoria e il ripristino dei suoi legittimi diritti», ha dichiarato Emmanuel Macron, citato da Le Temps. E ancora: «Continueremo lo sforzo in termini di consegne di mezzi di difesa».
Più esplicita sarebbe stata la risposta del britannico Sunak: Londra avrebbe infatti assicurato a Kiev che i carri armati Challenger 2 arriveranno nel giro di poche settimane, oltre ad annunciare l'invio di armi a lunga gittata. E poi Sunak avrebbe messo sul piatto un piano di addestramento per insegnare ai piloti ucraini a condurre gli aerei da combattimento in uso ai Paesi Nato, passo che potrebbe preludere a una vera e propria fornitura di jet militari.
La posizione italiana
Al Consiglio europeo di Bruxelles, tuttavia, la risposta potrebbe non essere altrettanto netta, per Zelensky. Da parte italiana, ieri sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Spetta a ogni Paese decidere, noi non mandiamo altre armi se non quelle che servono all'Ucraina per difendere il proprio territorio». Posizione che pare essere condivisa da Berlino e Parigi. E che dunque rende imporbabile pensare a un sì nell'immediato all'invio di aerei da combattimento e armi a lunga gittata.