Guerra in Ucraina, 4 mesi, cosa succede ora e quanto durerà? Arriva la fase più difficile (per Kiev)

L'Ucraina diventerà sempre più debole in maniera direttamente proporzionale al rallentamento delle economie di Germania, Francia, Italia e Inghilterra

Quattro mesi di guerra in Ucraina
Quattro mesi di guerra in Ucraina
di Mario Landi
Venerdì 24 Giugno 2022, 12:47 - Ultimo agg. 17:16
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Quattro mesi di guerra, quattro mesi dall'aggressione all'Ucraina della Russia che il 24 febbraio lanciò carri armati e truppe oltre il confine pensando di chiudere l'operazione speciale facendo cadere Kiev e il governo di Volodymyr Zelensky, clamoroso caso di attore comico divenuto effettivamente nel 2019 presidente del proprio paese di cui era già stato leader nella serie tv "Servitore del popolo". Una serie - molto bella -  iniziata nel 2015 e che ora aiuta a capire che costa sta capitando e come sia possibile che una nazione di 44 milioni (ora una trentina) possa ancora resistere al gigante russo. Putin, dopo quattro mesi, lamenta la perdita di almeno 25mila soldati, più del doppio delle perdite ucraine che comprendono anche i civili che a loro comprendono 338 bambini.  

Ma quale è la situazione sul campo? Quanto puà durante ancora la guerra diefinita attualmente "a bassa intensità" anche se questa definizioni andrebbe girata agli ucraini che si trovano sotto i bombardamenti dei russi.

Gli errori di Mosca

 

I 150mila soldati schierati da Putin sono risultati male addestrati, poco motivati, male armati, molto disorganizzati e non "coperti" dall'aeronautica che è essenziale in quelle che sono annunciate come "guerre lampo".

Macché lampo? E' di questi giorni la notizia che i vertici delle forze armate russe, quei vertici che hanno perso una dozzini di generali, sono costretti a ingaggiare piloti mercenari e già in pensione per portare in volo i cacciabombardieri.  Poco o nulla è stato imparato, evidentemente dalla disastrosa invasione dell'Afghanistan di 40 anni fa.


L'Ucraina resiste

La resistenza ucraina, guidata in prima linea dallo stesso Zelensky costantemente in t-shirt militare, si è rivelata formidabile nella difesa del proprio territorio anche a mani nude o quasi. Poi è stata rifornita di armi moderne ed efficaci. Sì, ha perso quasi tutta la parte orientale del paese e ha sbagliato nel tenere il punto nell'acciaieria Azovstal dopo che Mariupol era caduta, ma quella parte del paese era in bilico fin dal primo giorno dell'invasione, una sorta di obbiettivo minimo per la Russia che nelle autoproclamate repubbliche del Donbass conta sull'abbandante presenza di ucraini russofoni (non sempre russofili, tuttavia). Fatto sta che la Russia ha lasciato sul campo almeno 760 carri armati e almeno 185 pezzi di artiglieri, oltre a qualche decina tra elicotteri ed aerei.


Perduta Mariupol, ma non Odessa, è ormai caduta Sievierodonetsk, ma Zelensky non si dà certo per vinto e con il suo carisma ha infine ottenuto per l'Ucraina, non solo un crescente arsenale bellico, ma anche il ruolo di candidata per l'ingresso nell'Unione europea. Secondo lui e molti altri leader alla trattativa con Mosca di potrà arrivare solo dopo aver fatto parlare le armi e solo dopo i confini saranno di nuovo quelli del 23 febbraio.

Il logoramento

E' chiaro pero che una guerra di logoramento non è a lungo sostenibile dall'Ucraina che lamenta perdite strutturali devastanti quantificate in 600 miliardi di dollari. Putin, sulle cui condizioni di salute si alternano notizie contrastanti, può tenere il piede sul gas non all'infinito, ma certo quanto serve per concludere l'invasione. Complessivamente gli alleati di Kiev, la Nato, insomma, hanno finora investito briciole dei loro bilanci militari (5 miliardi di dollari gli Usa, di gran lunga i più prodighi), ma adesso la battaglia economica innescata dalle sanzioni contro Mosca e dalle controreazioni della Russia (stop alle forniture di fonti di energia come gas e petrolio e di cereali) mina la volontà soprattutto degli stati europei di imbarcarsi in un conflitto  a lunga scadenza. 

Riassumendo, l'Ucraina diventerà sempre più debole in maniera direttamente proporzionale al rallentamento delle economie di Germania, Francia, Italia e Inghilterra. Far avanzare la candidatura dell'Ucraina nell'Unione europea è geopoliticamente importante, ma non è chiaro se questo lungo procedimento processo voluto sì da Zelensky e avversato da Putin continuerà a prevedere anche il fatto di mettere mano ai bilanci per sostenere militarmente l'Ucraina. Nessuno, in Europa, vuole Kiev in mano dei russi, ma la realpolitik resta sempre più appollaiata sulla spalla del presidente "servitore del popolo".

 

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