Guerra Ucraina, chi sta vincendo? Gli analisti su conquiste territoriali (e psicologiche): «Sarà lunghissima»

Putin più vicino all'obiettivo, Zelensky ha il morale dalla sua. Ma secondo gli esperti, intervistati da Insider, il conflitto è ancora lontanissimo da una soluzione di qualsiasi tipo

Chi sta vincendo la guerra? Gli analisti su conquiste territoriali (e psicologiche): «Sarà lunghissima»
Chi sta vincendo la guerra? Gli analisti su conquiste territoriali (e psicologiche): «Sarà lunghissima»
di Gianluca Cordella
Martedì 20 Giugno 2023, 12:18 - Ultimo agg. 21 Giugno, 08:00
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Quindici mesi. Tanto è passato da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Un conflitto lungo e sanguinoso la cui fine sembra ancora lontana e il cui esito è più che mai incerto, legato com’è a una lunga serie di variabili. Le opinioni su cosa accadrà non sempre sono concordi tra analisti di guerra ed esperti di vario titolo, ma ci sono sensazioni che affondano più nella ragione rispetto ad altre. Per capire quali potranno essere gli sviluppi al fronte, Insider ha interrogato quattro esperti (Marina Miron, ricercatrice al Dipartimento di studi sulla guerra del King's College di Londra; David Lewis del think tank Royal united services institute; Jaroslava Barbieri dell'Università di Birmingham, esperta di Russia e Stati post-sovietici; e John E. Herbst, ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina dal 2003 al 2006), facendo il punto sugli aspetti cruciali del conflitto. 

Il territorio

La verità del campo, in relazione agli obiettivi dichiarati, al momento forse premia di più i russi. Che, è vero, avevano annunciato che avrebbero preso subito Kiev e dopo 15 mesi sono ancora lontanissimi dal farlo, ma sul resto sono abbastanza in linea con quello che volevano. Stanno difendendo Donetsk e Luhansk, le due regioni separatiste dell'Ucraina orientale che la Russia riconosceva come stati indipendenti. E poi hanno usato la strategia di ridefinire gli obiettivi via via - vedere la presa di Kherson (poi ripersa) e Zaporizhzhia - il che li rende inevitabilmente sempre un pochino più vicini alla meta degli ucraini. Che, dal canto loro, hanno dichiarato di voler liberare tutti i territori occupati, inclusa la Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014.

Uno scenario che secondo tutti gli analisti sembra abbastanza improbabile. «Anzi, non credo sarà mai possibile», spiega Miron. «È molto difficile che questi obiettivi siano raggiunti a breve termine - spiega Lewis - perché questo imporrebbe anche un cambiamento di politica per la Russia, e ciò significa essenzialmente almeno un cambio di regime a Mosca, che al momento sembra molto improbabile».

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Il morale

Su questo versante, invece, gli analisti sono concordi che la bilancia penda dalle parte ucraina. «La Russia sembra essere in preda al panico» è l’opinione di Barbieri «e gli enormi aggiustamenti apportati alla propria leadership militare» lo confermano. Seconda l’esperta la fase decisiva è stata la resistenza di Kiev nei primi mesi di attacchi: aver difeso la capitale ha dato agli ucraini la convinzione di poter vincere il conflitto, ricacciando le truppe di Putin. Come se non bastasse, i continui cambiamenti degli obiettivi da parte del Cremlino, hanno esposto la Russia a una situazione complessa anche sul versante interno, con la popolazione che inizia ad esprimere dubbi e perplessità sull’operazione militare. 

Vittoria militare

Stabilire che sia più vicino alla vittoria militare è quantomai arduo. Soprattutto con la controffensiva ucraina partita da così poco. Secondo Lewis «alcune vittorie localizzate delle truppe di Zelensky» non significano necessariamente che Kiev abbia portato a casa successi strategicamente significativi. Anche perché le forze russe, tra mille problemi, sembrano comunque ben trincerate sul territorio. 

Di parere diverso Herbst che, spiega a Insider, vede l’Ucraina in una situazione di vantaggio. «Anche di fronte a successi, come la presa di Bakhmut - spiega - la Russia ha dovuto registrare perdite pesantissime. Prigozhin ha parlato di ventimila soldati russi morti. Nella migliore delle ipotesi, per Putin, una vittoria di Pirro». 

Negoziati

In questo momento appaiono lontani, e questa è opinione di tutti gli analisti, che vedono la guerra andare avanti ancora per anni. Secondo Barbieri, se la controffensiva ucraina non dovesse ottenere risultati significativi, potrebbe esserci l’azione da parte dei governi occidentali per spingere Kiev al tavolo delle trattative, «sulla base del riconoscimento che questa guerra non può essere vinta con mezzi militari». Diverso il discorso di fronte a un’avanzata consistente degli ucraini. Lì la palla passerebbe nelle mani di Putin. Herbst, che è profondo conoscitore dello zar, sostiene che potrebbe sedersi al tavolo delle trattative solo dopo aver constatato che non c’è modo per raggiungere i propri obiettivi. Ma prima che Putin arrivi a una considerazione di questo tipo ci sono molte altre carte che devono ancora essere giocate sul campo di battaglia.

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