Iran, i super-missili dell'arsenale di Teheran: «Fino a 2.000 chilometri di gittata»

Iran, i super-missili dell'arsenale di Teheran: «Fino a 2.000 chilometri di gittata»
Iran, i super-missili dell'arsenale di Teheran: «Fino a 2.000 chilometri di gittata»
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 19:26 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 01:47
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Si chiama Sejil, noto anche come Ashira, ed è il missile più temibile delle Forze armate iraniane: lo scrive Rid, la Rivista italiana Difesa, che dedica un approfondimento al temibile arsenale balistico iraniano, di cui fanno parte missili che «possono essere dotati sia di testate convenzionali sia caricate con agenti chimici». Il Sejil, in particolare, è un missile a propellente solido - che consente tempi di allerta e messa in opera molto più rapidi del propellente liquido - accreditato di un raggio di azione di 2.000 chilometri ed una testata da circa 1.000 chilogrammi.

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«La balistica - scrive Rid - è uno dei settori che Theran ha più sviluppato negli ultimi 30 anni in cooperazione sia con la Corea del Nord, e in parte con la Cina, sia autonomamente». Dalla Libia l'Iran si è dotata dei primi Scud-B, mentre all'inizio degli anni '90 la Corea del Nord cominciò a fornire alcuni quantitativi di Hwasong 6 (denominato localmente Shahab-2), ovvero una variante nordcoreana dello Scud. «Di questo originario arsenale - scrive Rid - al momento dovrebbe rimanere una dozzina di complessi di lancio per Scud-B con circa 200 missili, e circa una sessantina di Hwasong 6. Ma è da anni che l'arsenale iraniano sta indirizzandosi in misura sempre maggiore verso prodotti nazionali».

 

E così, «dallo Shahab-2 è stato derivato il Qiam-1, usato per attaccare le basi Usa in Iraq questa notte. Rispetto allo Shahab-2, il Qiam-1 presenta una configurazione molto diversa», che garantisce «un sistema di guida più evoluto», «un minore consumo» e «una gittata superiore (700/800 chilometri) rispetto a quella di Hwasong-6 e Shahab-2», in confronto ai quali è anche meno intercettabile. Un altro sviluppo locale, continua Rid, «è lo Shahab-3, particolarmente "attenzionato" dagli analisti occidentali sin dalla sua comparsa. Si tratta di un sistema a propellente liquido, dotato di una testata fra i 500 e i 650 chili, e di gittata di circa 1.500 chilometri». Per quanto riguarda infine i missili a corto raggio, «l'Iran - conclude la Rivista italiana Difesa - da tempo ha sviluppato la famiglia Fateh, ordigni a propellente solido con una gittata nell'ordine dei 200 chilometri ed un sistema di guida che ne garantisce una discreta precisione. Accuratezza e gittata sono state via via incrementate fino alla variante più recente Zolfaghar, accreditata di una portata fino a 700 chilometri».

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