Un incendio all'interno di un sito nucleare iraniano rischia di diventare un vero e proprio giallo internazionale con la posizione di Israele sullo sfondo. Non è ancora chiaro, infatti, cosa è successo oggi nella centrale di Natanz, la più importante per la produzione di uranio arricchito. L'incendio, molto violento, ha provocato danni che potranno addirittura rallentare il programma atomico della Repubblica islamica.
Iran nuclear: Natanz fire caused ‘significant’ damage https://t.co/a1kcSFC7DN
— newsking24.com (@newsking24) July 5, 2020
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Il portavoce dell'Organizzazione iraniana per l'energia nucleare, Behruz Kamalvandi, citato dalla televisione di Teheran , ha comunque sottolineato che «rimedieremo a questo ritardo a Dio piacendo, grazie ad un lavoro 24 ore su 24». Secondo Kamalvandi, l'incendio ha colpito un capannone dove erano in deposito strumenti di precisione. Ma secondo analisti occidentali si tratterebbe di una installazione dove venivano montate centrifughe per l'arricchimento dell'uranio di modello avanzato. Il Supremo consiglio per la sicurezza nazionale iraniano ha detto di avere appurato la causa dell'accaduto, ma di non volerlo per ora rivelare per motivi di sicurezza. In Iran e all'estero si infittiscono tuttavia le voci secondo le quali l'incendio potrebbe essere stato provocato, come altri incidenti analoghi avvenuti nelle ultime settimane, da cyberattacchi compiuti da una potenza straniera, forse Israele. Lo Stato ebraico non ha confermato né smentito. «Facciamo azioni che è meglio lasciar non dette», ha detto oggi il ministro degli esteri israeliano - ed ex capo di stato maggiore - Gabi Ashkenazi. Il ministro ha poi ricordato che Israele «ha una politica di lungo termine, durante varie amministrazioni, di non consentire all'Iran di avere capacità nucleari».
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