Messi di fronte alla necessità di fare una scelta drastica tra turismo e salute, gli abitanti dell'Isola di Pasqua non hanno avuto dubbi. Hanno scelto la seconda. E hanno chiesto ai turisti, che pure sono una delle loro principali risorse economiche, di avere un altro po' di pazienza e di non raggiungere l'isola almeno fino a che il Covid non sarà più considerato una minaccia. Nel referendum consultivo organizzato sull'isola, infatti, il 67% dei residenti ha votato contro il ritorno dei visitatori.
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L'Isola di Pasqua, solo 8 casi da inizio pandemia
L'isola di Pasqua, famosa per gli imponenti e misteriosi megaliti, grazie alla sua posizione a 3.700 chilometri al largo della costa del Cile è uno dei luoghi più isolati del mondo.
Il referendum: no al ritorno dei turisti
Domenica 24 ottobre i residenti sono stati quindi chiamati a esprimere la loro opinione in un referendum. Con una domanda secca: «Vuoi che l'isola sia riaperta a gennaio?» Al voto hanno partecipato soltanto 972 persone, cioè circa il 20% degli abitanti. E il risultato è stato chiaro: 649 hanno detto no, 320 sì e in tre casi la scheda è stata annullata. Il risultato del voto non è vincolante. La decisione finale sarà presa dalle autorità sanitarie della regione di Valparaiso o dal ministero della Salute, che non hanno fatto ancora sapere se intendono o meno adeguarsi alla volontà della popolazione. Ma l'esito del referendum si spiega anche alla luce dell'assoluta impossibilità per le strutture sanitarie del luogo di far fronte a una eventuale impennata dei contagi. Nel centro medico del capoluogo, Hanga Roa, non c'è un'unità di terapia intensiva. E una sola ambulanza è attrezzata per il trasporto d'emergenza di pazienti colpiti dal Covid.
Residenti divisi
Nonostante l'affluenza ridotta, il dibattito ha diviso nettamente i residenti. «L'isola trae il suo reddito dall'industria del turismo. È una fonte importante della nostra economia» ha detto Salvador Atan, vicepresidente della comunità locale, in una dichiarazione riportata dal francese L'Obs assieme a quella di un altro residente, Hugo Atan, che ha invece votato no: «Credo che l'isola possa vivere senza visitatori, dobbiamo soltanto reinventarci e ricordare cosa hanno fatto nel passato i nostri padri e i nostri nonni che sono sopravvissuti anche senza turismo».