La Libia valuta il rilascio di tutti i migranti al momento nei centri di detenzione del Paese: sarebbero circa 7.000. Il governo libico del premier Fayez al Sarraj «dopo il massacro a Tajoura sta considerando il rilascio di tutti i migranti nei centri di detenzione, perché la loro sicurezza non può essere garantita», ha detto il ministro dell'Interno Fathi Bashagha, come riferisce The Libya Observer.
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Bashaga ha anche evidenziato che il governo di concordia nazionale è obbligato a proteggere tutti i civili, ma gli attacchi ai centri di detenzione con jet F-16 vanno oltre le capacità del governo di proteggerli.
Dovrebbe riguardare 6-7000 persone, di cui 3.000 a Tripoli, l'eventuale chiusura dei centri di detenzione: è quanto emerge da fonti informate e da una recente stima fornita dall'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. «Normalmente ci sono sei-settemila persone nei centri», ha detto all'ANSA una fonte informata a Tripoli riferendosi ai numeri che, «comunemente, vengono forniti per tutta la Libia». Inclusi i poco più di 600 fino a ieri rinchiusi Tajoura, il centro colpito dal raid aereo che l'altra notte ha fatto decine di vittime, sono «circa 3.000 i migranti e rifugiati detenuti arbitrariamente dentro e intorno a Tripoli», aveva segnalato ieri un comunicato dell'Oim affermando che «questi centri devono essere chiusi». La cifra globale e relativamente aggiornata fornita dalla fonte è in linea con i «4.900 rifugiati e migranti» che erano «rinchiusi in centri di detenzione in Libia» segnalata nel dicembre scorso da un comunicato dell'Unhcr, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Il sedicente esercito nazionale libico (Lna) di cui Khalifa Haftar è comandante generale «è pronto a cooperare» per un'«uscita immediata» dei migranti dai centri di detenzione. Lo afferma un post pubblicato sulla pagina Facebook del portavoce del Comando generale dello stesso Lna, Ahmed al-Mismari, rinnovando l'accusa che le forze governative userebbero i migranti come «scudi umani».
UNHCR
«Come Unhcr auspichiamo da tempo il rilascio dalla detenzione dei migranti nei centri in Libia. A queste misure va affiancata una presa di responsabilità dei Paesi europei, affinché supportino dei piani di evacuazione dei rifugiati che si trovano in Libia.
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