Mariupol, città strategica sull'asse Odessa-Rostov (ma a Putin fanno gola anche le sue industrie)

Oltre duemila le vittime e oltre 350mila civili sono ancora bloccati lì

Mariupol, città strategica sull'asse Odessa-Rostov (ma a Putin fanno gola anche le sue industrie)
Mariupol, città strategica sull'asse Odessa-Rostov (ma a Putin fanno gola anche le sue industrie)
Martedì 15 Marzo 2022, 10:33 - Ultimo agg. 17:01
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Più di duemila civili uccisi, un assedio senza tregua da due settimane, oltre cento attacchi aerei. La furia russa si è abbattuta sulla città di Mariupol senza lasciare scampo trasformandola nel simbolo del martirio di questa guerra.  Circa 350.000 persone sono ancora intrappolate in città stando alle affermazioni di Petro Andriushchnko consigliere del sindaco. «Considerando che ci sono 540.000 residenti e circa 150.000 persone evacuate nei primi tre giorni quando era ancora sicuro farlo, stimiamo che circa 350.000 persone siano bloccate a Mariupol». Ma perché Mariupol è così strategica per il Cremlino

 

Il prolungato assedio di Mariupol sembra confermare che l'obiettivo di Putin è quello di far collassare il nemico dall'interno, nella misura in cui l'avanzata sul terreno delle sue truppe continua ad essere rallentata da una forte resistenza delle forze ucraine. Le truppe di Mosca la stanno sottoponendo a un vero e proprio assedio, bombardandola da giorni, con conseguenze sull'approvvigionamento di acqua, elettricità ed energia per il riscaldamento.

Non si tratta di un piccolo centro, ma della principale località ancora in mano a Kiev nel bacino del Donbass.

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L'importanza di Mariupol è in primo luogo geografica. Mariupol si trova nell'oblast di Donetsk. E' a 120 chilometri dal capoluogo e sorge lungo il tracciato dell'autostrada M14 che collega Odessa in Ucraina a Rostov, città russa sul fiume Don. Facile, quindi, intuire l'importanza del suo controllo, anche solo dal punti di vista della posizione geografica. Avere Mariupol in mano, infatti, permette di prendere il possesso dell'intera costa nord del Mar d'Azov, garantendosi la contiguità territoriale con la Crimea, obiettivo della Russia di Putin sin dai fatti del 2014. La Crimea, infatti, "separata" dal resto della Russia ha un valore poco più che simbolico per il Cremlino, dato che non possiede fonti di gas, elettricità ed acqua.

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C'è poi l'importanza economica: come la vicina Berdiansk, già passata di mano nei giorni scorsi, si tratta di un porto sul Mare di Azov, collegato da uno stretto al Mar Nero e su cui si affacciano tanto la Russia quanto l'Ucraina. Con l'occupazione di Mariupol, di fatto la totalità delle coste sarebbe sotto controllo russo. Da Mariupol passano le esportazioni dell'acciaio e dei cereali prodotti nell'est dell'Ucraina e la città stessa ospita due grandi impianti metallurgici che danno lavoro a decine di migliaia di persone. La città è di fatto il centro economico e industriale del Paese che l'ha portata ad essere la città più inquinata dell'Ucraina. Lo sviluppo di Mariupol iniziò quando il suo porto divenne crocevia dell'esportazione del carbone estratto nelle miniere del Donbass e dei cereali in arrivo dall'Ucraina, che non a caso è stata a lungo nota come granaio d'Europa. Presidio più importante di tutta Mariupol è il grande complesso industriale del gruppo Metinvest, controllato nella sua maggioranza da una società che fa capo a Rinat Akhmetov, l'imprenditore oligarca proprietario della squadra di calcio dello Shakhtar Donetsk.

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