La comunità internazionale chiede alla Russia di "salvare Navalny" ed è pronta a «presentare il conto a Mosca» se l'oppositore dovesse morire. Le parole del consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, dopo quelle del presidente Joe Biden, arrivano mentre anche l'Ue scende in campo chiedendo la liberazione del principale critico del Cremlino, mentre da Londra l'ambasciatore russo tenta di smorzare l'allarme: «Non lo faremo morire in cella». Il popolo di Navalny ha rotto intanto gli indugi e ha convocato per mercoledì una grande manifestazione nazionale. E poco importa se la soglia dei 500mila iscritti all'azione di protesta non è stata ancora raggiunta.
Navalny, la portavoce: «Sta morendo, è questione di giorni»
«E' il momento di agire: ormai non si tratta della sua libertà, ma della sua vita», ha dichiarato Leonid Volkov, il suo braccio destro storico.
Navalny, l'oppositore di Vladimir Putin
L'Ue è «profondamente preoccupata», ha aggiunto. Ma il timore è diffuso anche altrove. «C'è veramente una deriva autoritaria in Russia», ha detto il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian esprimendo preoccupazione per la salute dell'oppositore. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha invece assicurato di aver comunicato al governo russo che «ci saranno conseguenze se Navalny muore». L'ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, in un'intervista alla BBC è stato però categorico: «noi non permetteremo che muoia in prigione». E alla domanda perché non gli sia concesso di vedere il suo medico ha ribattuto: «Nel Regno Unito i detenuti possono vedere il proprio medico personale?». Navalny è stato arrestato a gennaio mentre tornava in Russia dopo essersi ripreso da un avvelenamento quasi fatale che dice essere stato orchestrato dal Cremlino. La Russia, dal canto suo, nega l'accusa. Ora sta scontando due anni e mezzo di carcere per vecchie accuse di appropriazione indebita - che l'oppositore dice essere motivate politicamente - in una colonia penale nella città di Pokrov a circa 100 chilometri a est di Mosca. Il 44enne ha iniziato uno sciopero della fame il 31 marzo per chiedere un trattamento medico adeguato per il mal di schiena e l'intorpidimento delle gambe e delle mani. Ieri i medici di Navalny hanno detto che la sua salute si è rapidamente deteriorata e hanno chiesto ai funzionari della prigione di concedere loro un accesso immediato. «Il paziente può morire in qualsiasi momento», ha sostenuto il cardiologo Yaroslav Ashikhmin, indicando gli alti livelli di potassio di Navalny e dicendo che dovrebbe essere trasferito in terapia intensiva.