Nave italiana bloccata dai filorussi a Mariupol da 4 mesi, il proprietario Cosulich: «Danni per 20 milioni di euro»

I miliziani filorussi vogliono confiscarla e hanno già rubato parte del carico

Nave italiana bloccata dai filorussi a Mariupol da 4 mesi, il proprietario Cosulich: «Danni per 20 milioni di euro»
Nave italiana bloccata dai filorussi a Mariupol da 4 mesi, il proprietario Cosulich: «Danni per 20 milioni di euro»
Domenica 26 Giugno 2022, 15:45 - Ultimo agg. 27 Giugno, 08:07
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Una nave italiana è bloccata a Mariupol da oltre quattro mesi. Aveva prelevato un carico di acciaio dalla Azovstal destinato a un fabbrica in Friuli. A bordo 13 uomini di equipaggio. I miliziani filorussi vogliono confiscarla e hanno già rubato parte del carico. Il mercantile in ostaggio (con 13 uomini di equipaggio) è la Tzarevna, che batte bandiera di Malta ma è di proprietà della compagnia di navigazione genovese Cosulich. Augusto Cosulich, presidente del gruppo, pochi giorni dfa alle agenzie di stampa ha detto che sono in corso trattative con le autorità locali per sbloccare la situazione.

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Nave italiana blocca a Mariupol, cosa succede

La Tzarevna è stata sorpresa dallo scoppio della guerra mentre si trovava ancorata nel porto sul mar Nero con un carico di prodotti in acciaio di 15.000 tonnellate uscite dalla Azovstal, la fabbrica destinata a diventare di lì a poco il tragico simbolo della resistenza ucraina.

Il mercantile si apprestava a salpare per Monfalcone per consegnare il metallo a un’azienda di San Giorgio Nogaro (Udine). Il 24 marzo è la società armatrice Cosulich a denunciare che la nave ha subito danni, seppur lievi, da un bombardamento: «Ma il vero problema - dichiara Cosulich al sito Shippingdaily - sono le mine di cui è disseminato il mar d’Azov: non si può uscire».

 

Le negoziazioni

Gli ultimi sviluppi sulla nave Tzarevna di una delle società del Gruppo Cosulich sono stati illustrati da Augusto Cosulich a margine della presentazione della giornata di eventi organizzata dal corpo consolare di Genova. «Stiamo negoziando con la Repubblica di Donetsk per portarla via, ma ci sono ancora problemi tecnici: una gru bombardata da spostare e un dragaggio da effettuare per permettere alla nave da uscire. Io sono ottimista, apprezzo che la diplomazia tra noi e loro sia iniziata». L’equipaggio è stato anche rinfoltito: sono 13 persone in attesa di partire. «Ricordo che sono solo soldi – aggiunge Cosulich – le cose tragiche sono il fatto che questa guerra non ha una fine e la gente muore». La stima economica peggiore, nel caso Cosulich perdesse nave e carico, parla di 20 milioni in meno. Da lì si va a scalare a seconda di cosa si riuscirà a recuperare: «Siamo imprenditori, viviamo momenti bui e buoni, sappiamo rimboccarci le maniche e non siamo tipi che molliamo».

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