Alle Maldive i super yacht degli oligarchi sono al sicuro. Le isole del Pacifico si stanno rivelando un porto sicuro per i super ricchi in fuga dalle sanzioni di Usa e Europa. L'esempio, riporta "Reuters", è il miliardario Andrey Melnichenko, che con il suo Yacht A si è diretto verso le Maldive e ha smesso di trasmettere i dati sulla sua posizione, facendo perdere le tracce. In Italia, quattro giorni dopo, le autorità hanno sequestrato un'altra delle navi di Melnichenko: lo yacht a vela più grande del mondo, stimato dalla Guardia di Finanza italiana in 578 milioni di dollari.
Il governo delle Maldive si è allineato alla posizione dei Paesi che hanno condannato l'attacco della Russia all'Ucraina, ma per loro le possibilità di azione contro le proprietà degli oligarchi sanzionati sono comunque scarse.
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«In acque internazionali nessuno può toccarli»
L'idea di sequestrare gli yacht è «inverosimile», perché il sistema legale delle Maldive non è sufficientemente solido, ha affermato in un'intervista il procuratore capo del paese, Hussain Shameem, aggiungendo che le autorità non potrebbero confiscare facilmente le navi in visita, a meno che non sia stato commesso un crimine.
Abdul Hannan gestisce Seal Superyachts Maldives, fornendo carburante e cibo agli armatori, compresi i clienti russi. Hannan ha affermato che i costi degli yacht in genere ammontano a centinaia di migliaia di dollari a settimana e che circa la metà dei suoi clienti sono russi. «Per il momento, stanno cercando di mantenere gli yacht in acque internazionali», dove possono potenzialmente rimanere inattivi per mesi. Così nessuno può toccarli», ha spiegato. Ma questo è solo uno degli escamotage. Gli oligarchi stanno studiando le scappatoie per evitare le sanzioni e, in molti casi, ci stanno riuscendo.