Oms, scontro sulla partecipazione di Taiwan. Il ministro degli Esteri dell'isola: «Hanno ceduto alle pressioni della Cina»

Hen Shih-chung, ministro della Salute e del Welfare della Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan)
Hen Shih-chung, ministro della Salute e del Welfare della Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan)
Lunedì 18 Maggio 2020, 16:22 - Ultimo agg. 16:28
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È scontro sulla partecipazione di Taiwan alla 73esima Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che si è aperta oggi a Ginevra in videoconferenza e con una agenda ridotta a causa della pandemia di Covid-19. Al centro dell'attenzione dei lavori, a cui partecipano 194 Paesi, la risposta internazionale al coronavirus. Ma sullo sfondo restano alte le tensioni fra Cina e Stati Uniti, che nelle settimane scorse aveva chiesto, insieme ad altre nazioni, di consentire la partecipazione di Taiwan alla discussione come osservatore. Una richiesta respinta da Pechino che considera l'isola parte del suo territorio e non accetta deroghe al principio di «una sola Cina».

 



Taiwan ha denunciato di nuovo oggi le «pressioni» della Cina sull'Oms. Taiwan ha espresso «forte disappunto e insoddisfazione per il fatto che l'Oms abbia ceduto alle pressioni del governo cinese», ha detto il ministro degli Esteri dell'isola, Joseph Wu, in dichiarazioni riportate dalla Cnn dopo l'inizio dei lavori dell'Assemblea dell'organizzazione e il mancato invito a partecipare ai lavori. «Anche se Taiwan non è stata invitata a prenderne parte - ha aggiunto - i nostri concittadini sono stati testimoni del forte sostegno assicurato a Taiwan dalla comunità internazionale». Secondo le autorità di Taipei sono 29 i Paesi che hanno darto il loro «sostegno» alla partecipazione di Taiwan ai lavori dell'Oms, compresi il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il premier giapponese, Shinzo Abe. «Nonostante i nostri sforzi e un livello senza precedenti di supporto internazionale, Taiwan non ha avuto un invito a partecipare», ha detto ancora Wu, che ha tuttavia accettato di rimandare l'esame della questione della partecipazione di Taiwan all'Oms alla fine dell'anno.

«Dopo un'attenta valutazione, abbiamo accettato il suggerimento dei nostri alleati e delle nazioni che la pensano allo stesso modo: aspettare fino alla ripresa della sessione prima di promuovere ulteriormente il nostro tentativo», ha detto ancora Wu. Taiwan, ha aggiunto, ha accettato che il dibattito sia rinviato in modo che ora il focus possa essere sulla lotta al coronavirus. 

Lo scontro sulla partecipazione di Taipei all'Oms si è riacceso anche per il successo dell'isola nel contenimento della pandemia di coronavirus, nonostante la vicinanza e gli scambi con la Cina. Secondo i dati della Johns Hopkins University, fino al 18 aprile Taiwan ha avuto 440 casi confermati e solo 7 morti. «Nei 17 anni da quando è stata colpita duramente dall'epidemia di Sars, Taiwan è stata costantemente esposta alla minaccia di malattie infettive. Di conseguenza, quando le informazioni relative a un nuovo focolaio di polmonite sono state confermate per la prima volta il 31 dicembre 2019, Taiwan ha iniziato a implementare la quarantena a bordo dei voli diretti da Wuhan lo stesso giorno. Il 2 gennaio 2020, Taiwan ha istituito un team di risposta per la malattia e attivato il Central Epidemic Command Center (Cecc) il 20 gennaio come entità governativa di livello 3, aggiornandolo al livello 2 il 23 gennaio e al livello 1 il 27 febbraio. Il Cecc è stato in grado di integrare efficacemente le risorse di vari ministeri e di impegnarsi completamente nel contenimento dell'epidemia», ha spiegato Hen Shih-chung, ministro della Salute e del Welfare della Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan) in un appello diffuso nei giorni scorsi per sostenere la richiesta di partecipazione di Taiwan all'Organizzazione mondiale della sanità. «Se la missione dell'Oms è davvero di garantire il più alto livello di salute raggiungibile per ogni essere umano, allora l'Oms ha bisogno di Taiwan proprio come Taiwan ha bisogno dell'Oms».

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