Operaio di 20 anni non obbedisce a Putin. Dopo 2 settimane i generali russi lo mandano a casa

A 20 anni ha avuto il coraggio di dire di "no" alla mobilitazione. E alla fine ha vinto la sua battaglia

Operaio russo di 20 anni fa lo sciopero della fame per non andare in guerra. E gli ufficiali russi lo rimandano a casa
Operaio russo di 20 anni fa lo sciopero della fame per non andare in guerra. E gli ufficiali russi lo rimandano a casa
Sabato 29 Ottobre 2022, 18:50 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 08:51
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A 20 anni ha avuto il coraggio di dire di "no" alla mobilitazione voluta da Putin. Così Anton Gnedovets, che nella vita era operatore di fresatrici presso un istituto tecnologico di Mosca, è riuscito a essere congedato dall'esercito e a tornare a casa dopo aver fatto uno sciopero della fame e dopo aver obbedito agli ordini dei generali rifiutando anche di indossare un'uniforme. La storia è stata pubblicata da Mediazona e rilancata da Meduza. 

Anton Gnedovets ha completato il servizio militare obbligatorio nell'autunno del 2021.

Da marzo 2022 lavorava come operatore di fresatrici presso l'Università Bauman, una nota scuola di tecnologia a Mosca. Il suo lavoro gli dava diritto a un'esenzione alla mobilitazione, eppure la lettera di «convocazione» era arrivata comunque. Così la mattina dopo è partito per l'ufficio di leva, progettando di presentare i documenti che aveva per ottenere l'esenzione.

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«Pensavo che avrebbero approvato l'esenzione e mi avrebbero mandato a casa», ha raccontato. Ma l'ufficio di leva ha esaminato i suoi documenti e ha dichiarato che il suo certificato di esenzione era falso. Anton così è stato messo su un autobus insieme agli altri coscritti e inviato alla base militare di Naro-Fominsk. Lì, tutti i soldati appena mobilitati hanno ricevuto uniformi, che l'indomani mattina hanno indossato. Tutti, appunto, tranne lui. Che si è rifiutato di farlo anche una volta che gli ufficiali lo hanno convocato al quartier generale minacciandolo dicendogli che se non avesse eseguito gli ordini lo avrebbero mandato al fronte con un fucile. All'ennesimo "no", gli è stato indicato un letto «dove mettersi e marcire», visto che lui aveva dichiarato di fare lo sciopero della fame. «Se morirai, diremo che ti sei suicidato», gli hanno detto gli ufficiali. Qualche tempo dopo, il 10 ottobre, Anton e altri 30 coscritti, che si rifiutavano di prestare servizio, sono stati trasferiti in un'altra unità nell'area di Mosca. Quando si sono presentati al quartier generale, gli ufficiali li hanno minacciati ancora una volta. 

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Dei 30 uomini in questione, solo quattro non hanno ceduto alle pressioni. Il 19 ottobre, Anton è stato licenziato dall'unità. Senza aspettare il mezzo di trasporto ufficiale, ha chiamato un taxi ed è tornato a casa. Anton Gnedovets non è stato l'unico dipendente della Bauman MGTU ad essere arruolato nonostante la sua esenzione. Denis Ganzhin, un elettricista di 44 anni che ha lavorato anche per l'università, è stato mobilitato, indipendentemente dal suo certificato di esenzione, e inviato in Bielorussia il 24 ottobre.

 

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