Parigi, 46mila in piazza contro la violenza della polizia: scontri e auto incendiate. Gli organizzatori: 500mila in tutto il Paese

Parigi: quarantamila in piazza, scontri e auto incendiate
Parigi: quarantamila in piazza, scontri e auto incendiate
Sabato 28 Novembre 2020, 18:27 - Ultimo agg. 22:03
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Il grosso della manifestazione di Parigi, la Marcia per le libertà, è arrivata alla Bastiglia , teatro degli scontri più significativi. Oggi era il primo giorno di «alleggerimento» del lockdown, e decine di migliaia di francesi hanno deciso di scendere in piazza.

Secondo gli organizzatori si tratta di mezzo milione di francesi in tutto il Paese. Lo spiegano gli organizzatori del movimento StopLoiSécuritéGlobale, al quale partecipano anche i sindacati dei giornalisti e le associazioni per la difesa dei diritti umani, secondo i quali a Parigi i manifestanti sono stati 200mila. Secondo la polizia, in tutta la Francia hanno manifestato 133mila persone, 46mila nella capitale.

A Parigi, gruppi di giovani hanno dato vita a tafferugli con la polizia bloccando di tanto in tanto il corteo. Danneggiati alcuni negozi, in fiamme cassonetti, sassi e bottiglie contro i poliziotti che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Negli scontri scoppiati durante la manifestazione contro la legge per la sicurezza globale sono state danneggiate e date alle fiamme anche alcune auto. Lo riporta il sito de Le Parisien pubblicando le foto che, sui social media, mostrano almeno due auto date alle fiamme ed una Mercedes attaccata da dimostranti vestiti di nero, dal volto coperto, che hanno distrutto i finestrini e sono saltati sul parabrezza frantumandolo. Sono rimasti feriti negli scontri registrati in diverse città francesi 37 agenti di polizia, ha reso noto il ministro degli Interni, Gerard Darmarin sottolineando che il bilancio delle vittime è ancora provvisorio. Manifestazioni si sono svolte in 70 città in tutto. «Condanno nuovamente le inaccettabili violenze contro le forze dell'ordine», ha dichiarato il ministro. Sono nove le persone finora fermate dalla polizia francese mentre la polizia sta cercando di sgombrare, anche con l'uso di idranti, i dimostranti rimasti nell'area place de la Bastille, dove si sono verificati gli scontri.

 

Cosa sta succedendo in Francia? Decine di cortei si sono organizzati oggi in tutto il Paese, non solo a Parigi ma a anche a Strasburgo, Marsiglia, Lione, Bordeaux e Rennes. I manifestanti stanno protestando contro la legge in discussione in Parlamento sulla «sicurezza globale» che gli organizzatori giudicano «liberticida». Al centro della protesta c'è l'articolo 24 della legge che vieta foto e video a poliziotti in azione. «Sorridi, sei filmato!» si leggeva in un grande cartello portato da un gruppo di ragazzi sempre molto visibili. Di tanto in tanto, cori ostili alle forze dell'ordine, «Tutti detestiamo la polizia» il più gettonato. Molti i giornalisti presenti e i rappresentanti di redazioni - come quelli di Le Monde e di Paris Match - non solo per coprire gli eventi ma per manifestare il proprio dissenso con il governo.

A esarcerbare gli animi anche gli episodi di violenza di questi giorni, lo sgombero di migranti da place de la Republique con l'uso di manganelli e, sabato scorso, il pestaggio di Michel Zecler, un produttore musicale nero, ad opera di 4 agenti, entrati a forza nel suo studio di registrazione a Parigi.  Da ieri i quattro poliziotti sono in stato di fermo. E il provvedimento cautelare è stato esteso di 24 ore.

Da giovedì i quattro agenti sono stati sospesi dai loro incarichi ed è stata aperta una inchiesta per violenze e falso in atto pubblico. La violenza esercitata dai poliziotti nei confronti di Zecler, colpevole solo di non aver indossato la mascherina, è emersa grazie a un filmato pubblicato dal sito di notizie Loopsider, e ha scatenato, oggi, proteste in tutta la Francia. Secondo fonti stampa, i quattro poliziotti hanno difeso la legittimità della loro azione, negando in particolare di aver gridato insulti razzisti contro Zecler.

Le proteste di oggi si concentrano sull'articolo della legge sulla sicurezza globale, in discussione in Parlamento, che proibisce di filmare l'operato della polizia.

Tre agenti di polizia sono coinvolti direttamente nell'aggressione di Zecler e il quarto per aver gettato una granata di gas lacrimogeni nello studio.

Cosa dice la legge della discordia

Approvata in Assemblée Nationale la settimana scorsa, deve ora passare al Senato ma in molti premono per un ritiro dell'art. 24, quello che punirebbe con un anno di carcere e 45.000 euro di ammenda la diffusione di immagini di poliziotti o gendarmi in grado di danneggiare le persone immortalate. Per gli organizzatori della Marcia delle libertà, la legge «viola la libertà di stampa, la libertà di informare e di essere informati, la libertà d'espressione, insomma le libertà pubbliche fondamentali della nostra Repubblica». L'intento, per il governo, è di proteggere i poliziotti vittime di inviti all'odio e di minacce di morte sui social network. Il governo è ora a un bivio, con un ministro dell'Interno apertamente indicato come «ala destra», e due gravissimi casi di violenze documentate dalle immagini in una sola settimana - prima contro i migranti, poi contro l'indifeso produttore musicale nero - che hanno fatto precipitare la situazione. Emmanuel Macron ha parlato di «immagini della vergogna».

Il governo è sotto pressione, anche dall'interno della maggioranza de La République en Marche, perchè elimini l'articolo 24. «Se oggi c'è una cosa da fare per salvare l'onore - ha detto l'ex presidente Hollande - non è mantenere questo testo, ma ritirarlo».

Mentre la pressione aumenta sul governo, nelle strade sta scoppiando la tensione: un incendio è stato appiccato alla Banque de France in piazza della Bastiglia. Le strade adiacenti al percorso della «Marcia delle libertà», fra République e Bastiglia, sono state chiuse dai blindati della polizia fin dal primo mattino. Fonti del sindacato di polizia Alliance lamentano che siano stati chiamati in servizio soltanto 2.000 agenti per far fronte a una manifestazione «ad alto rischio» in cui si prevedono 40.000 dimostranti e si temono infiltrazioni di elementi radicali dei gilet gialli e dei black-bloc.

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