Pittsburgh, uomo armato fa strage in sinagoga. «Gridava "ebrei dovete morire"»: 11 morti

Pittsburgh, uomo armato spara in sinagoga: morti e feriti, arrestato. «Gridava "ebrei dovete morire"»
Pittsburgh, uomo armato spara in sinagoga: morti e feriti, arrestato. «Gridava "ebrei dovete morire"»
di Anna Guaita
Sabato 27 Ottobre 2018, 16:52 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 11:44
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Terrore a Pittsburgh, Pennsylvania, dove un uomo armato, bianco, con la barba e di corporatura robusta, ha fatto fuoco nella sinagoga “Tree of Life", uccidendo 11 persone e ferendone sei, di cui quattro agenti di polizia. Poi l'uomo si sarebbe arreso alla polizia. Si chiama Rob Bowers, 46 anni, noto alla polizia come feroce antisemita e fanatico nazionalista. Quando Bowers è entrato nella sinagoga era in corso una funzione religiosa e si calcola che all'interno ci fossero almeno 60 persone. L’uomo era armato di un fucile ar-15 e due pistole, e gridava: «ebrei dovete morire», hanno raccontato vari testimoni.
 


 Lo sparatore è in custodia della polizia, che lo ha trasferito in ospedale,  per lievi ferite riportate nello scontro a fuoco con gli agenti. Indossava un paio di jeans e un giubbotto verde. Il quartiere è rimasto a lungo chiuso, e gli abitanti sono stati invitati a restare in casa, chiudendo porte e finestre. In lock down per ore anche la vicina Università “Carnegie Mellon”. La condizione di allerta è stata dichiarata anche nelle altre principali città, a cominciare da New York, dove la polizia ha disposto una massiccia presenza di agenti intorno ai luoghi di culto.
 

 
 

La sinagoga teatro della sparatoria, “Albero della vita”, è una storica congregazione ebraica del movimento conservatore, fondata in questa città nel 1864. Originariamente, riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, la sinagoga si trovava in un edificio nel centro di Pittsburgh. Nel 1946 è stata costruita una nuova sinagoga, con una pietra angolare proveniente da Israele, su un terreno donato da un benefattore nella zona residenziale di Squirrel Hill. La sinagoga “Tree of life" è nota per le sue posizioni progressiste e i suoi impegni sociali. 

L'attenttore Rob Bowers​


Questo è l’attacco più grave contro una sinagoga dal 2014, quando un nazista seguace del Ku klux Klan, Frazier Glenn Miller, uccise tre persone in un centro ebraico di KansasCity.
L’aggressione è avvenuta di sabato, la festa del riposo per gli ebrei, che la celebrano in sinagoga, come i cristiani celebrano la domenica in chiesa. Chiunque abbia sparato contro la sinagoga sapeva dunque di trovarla piena di persone in preghiera.

Questa di Pittsburgh è la 275esima sparatoria avvenuta nel 2018 negli Stati Uniti. L’attacco arriva dopo altri due fatti che hanno preoccupato l’opinione pubblica: l’invio di 13 bombe a esponenti del partito de democratico da parte di un simpatizzante di Donald Trump, e una sparatoria nel Kentucky, dove un bianco razzista ha ucciso una coppia di colore vicino a una famosa chiesa afro-americana.

Il presidente Donald Trump ha assicurato che stava seguendo gli eventi di Pittsburgh: «Se siete nell'area di Squirrel Hill restate al riparo», ha scritto su Twitter. Più tardi, prima di salire in aereo alla volta dell’Illinois, si è fermato a parlare ai giornalisti, per esprimere la propria impressione: «Sto seguendo gli sviluppi - ha detto -. È una tragedia. È una cosa terribile questo odio in tutto il mondo. Il mondo è violento. Dobbiamo fare qualcosa. La polizia è stata stupenda. Dobbiamo indurire la pena di morte, chi fa questo a degli innocenti deve pagare l’estremo prezzo». Il presidente ha aggiunto che l’attacco contro la sinagoga non ha niente a che vedere con il controllo delle armi. Semmai - ha aggiunto - se ci fosse stata una guardia armata, questo non sarebbe successo». Non è la prima volta che Trump sostiene che per difendersi da simili attacchi, le scuole, i luoghi di culto, i luoghi pubblici, dovrebbero fornirsi di guardie armate.

«Come la maggior parte delle istituzioni religiose, la nostra porta era aperta ha invece spiegato Michael Eisenberg, ex presidente della sinagoga, sottolineando che non erano mai arrivate minacce contro la sua congregazione. In un giorno come questo, in cui si celebra lo shabbat, «la porta è aperta, c'è il servizio religioso, si può entrare liberamente, solo nei giorni delle festività più importanti c'è un servizio di sicurezza», ha aggiunto. 

I dirigenti della sinagoga avevano ricevuto un addestramento per situazioni di emergenza e, su consiglio delle forze di sicurezza, avevano installato sulle porte meccanismi di apertura per facilitare l'uscita.

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