Polonia, nella foresta delle cronache di Narnia l'incubo dei bambini curdi prigionieri, migranti di serie B

Polonia, nella foresta delle cronache di Narnia l'incubo dei bambini curdi prigionieri, migranti di serie B
Polonia, nella foresta delle cronache di Narnia l'incubo dei bambini curdi prigionieri, migranti di serie B
di Franca Giansoldati
Martedì 29 Marzo 2022, 18:45 - Ultimo agg. 31 Marzo, 10:31
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Dimenticati, quasi prigionieri in una striscia di terra di 3 chilometri, ormai terra di nessuno tra la Polonia e la Bielorussia, ci sono dei bambini infreddoliti, disidratati, infagottati alla meno peggio, con strati su strati di maglioni e giacche a vento che li fanno sembrare dei piccoli pupazzi. Praticamente è l'unico modo per proteggersi dal freddo nel cuore della grande foresta di Bialowieza, nei pressi di Bruzgi, dove persino in primavera il termometro scende sotto lo zero di notte.

Assieme a loro, in questo gruppo composto da 12 persone di nazionalità curda, irachena e un iraniano, ci sono 7 bambini piccoli e una donna incinta che avrebbe bisogno di cure immediate altrimenti rischia di perdere il piccolo.

Praticamente sopravvivono nella boscaglia bevendo l'acqua dei torrenti,  scaldandosi con la legna che trovano, privi di cibi caldi e un tetto sopra la testa. Una situazione precaria, al limite del surreale, in quella che ormai è chiamata la striscia di nessuno, la zona cuscinetto creata tra i due stati in cui i migranti vagano per i boschi come anime erranti. E se provano a passare in Polonia la polizia polacca li rispedisce indietro, esattamente come fa quella bielorussa. L'ultima volta che hanno tentato di entrare in Polonia è stato il 25 marzo.

Il quotidiano Gazeta ha spiegato che per tutto l'inverno i servizi della Bielorussia hanno ospitato i rifugiati (curdi, iracheni, siriani, qualche iraniano) in un grande hangar un tempo adibito a logistica e ora vuoto. La scorsa settimana però sono stati quasi tutti trasferiti e alloggiati in alberghi in attesa dei voli di ritorno. «Solo i più deboli sono rimasti indietro, persone che non erano in grado di lasciare il posto: donne in gravidanza, persone ferite o con disabilità, bambini piccoli» dice al Messaggero Marta Górczyńska, una avvocatessa che fa parte della Helsinki Foundation for Human Rights e attivista del Border Group.

Così proprio in questi giorni mentre al confine con l'Ucraina gli ucraini che fuggono dalle bombe vengono accolti e aiutati immediatamente e senza indugi, grazie ad una macchina di accoglienza formidabile e generosissima, poco più in là, al confine con la Bierorussia questo gruppetto di anime perse sembra essere imprigionato dentro una ragnatela di interdizioni e divieti, con il rischio che qualche bambino muoia. Migranti di serie B. «Purtroppo chi si inoltra nei boschi con zaini pieni di viveri, abiti e medicinali per aiutare queste persone rischia anche di essere denunciato per favoreggiamento della immigrazione clandestina. Di conseguenza le persone che sono nella foresta sono abbandonate a loro stesse».

Quante ce ne sono? Impossibile stabilire il numero. Il gruppetto di migranti che sono stati curati dalla dottoressa Paulina Bownik, una volontaria e attivista dei diritti umani era composto da una decina di persone: «Sono persone in stato di ipotermia, disidratate. Alcuni di loro necessitano di cure immediate. Una donna al terzo mese di gravidanza, per esempio. Oppure una bambina con una patologia renale oppure ancora un bambino con un trauma cranico».

Le immagini scattate sabato e che vengono inviate per telefono sono un pugno nello stomaco. Si intravedono le tende da campeggio e il sacco con indumenti pesanti portati loro dai volontari. I bambini che si appoggiano senza sorriso agli alberi della foresta. Per ironia della sorte la foresta che in passato era stata scelta dalla Disney come location perfetta per il film delle Cronache di Narnia. Oggi ad ascoltare chi ha rischiato di essere denunciato per portare sollievo questi poveri cristi sembra solo la replica di film tristissimo. 

Le guardie di frontiera polacche, dice ancora Marta Górczyńska sono severissime con chi aiuta queste persone. Alcuni volontari sono già stati denunciati al tribunale distrettuale di Hajnówka anche se il procuratore ha respinto la richiesta di procedimento. 

La portavoce della polizia polacca, Katarzyna Zdanowicz, interpellata dal Messaggero, ha replicato che ogni giorno vi sono «decine di tentativi di attraversare illegalmente il confine polacco – bielorusso». Tra il 1 gennaio e il 28 marzo 2022 è stato impedito a più di 3000 cittadini di paesi terzi di attraversare illegalmente il confine. Chi attraversa illegalmente la frontiera viene respinto oppure se ha i requisiti può ottenere lo status di rifugiato. Finora sono state accettate 99 domande (pari a 232 stranieri) per la concessione della protezione internazionale. «Posso assicurare – afferma - che la Guardia di frontiera non lascia mai le persone in bisognose senza assistenza. Quando i sintomi delle malattie vengono notati o segnalati viene sempre chiamata l'assistenza medica professionale. Dall'inizio della crisi (iniziata iol primo agosto dell'anno scorso), abbiamo chiamato le ambulanze 561 volte, il che significa che, in media, abbiamo chiamato da 2 a 3 ambulanze al giorno».

Il caso dei bambini tristi imprigionati nella foresta è stato segnalato al cardinale Czerny, presidente del pontificio consiglio per i migranti, e da lui a Papa Francesco che venerdì incontrerà il presidente polacco Duda. 

Il vescovo polacco Krisztof Zadarko, respondabile della pastorale per i migranti, interpellato al Messaggero su questo caso clamoroso, fa notare che dalla Bielorussia arrivano soprattutto migranti irregolari. Un flusso creato artificiosamente per cercare di destabilizzare sia la Polonia che l'Unione Europea. «Ed è per questo che il trattamento delle persone che cercano di traversare il confine è più rigoroso. E' comunque incomprensibile la mancanza di trattamento umanitario. Mette dolore vedere che ci sono anche bambini e persone malate. Ci sono persino dei tentativi per non fare avvicinare i volontari a queste persone, rischiano tutti di essere denunciati. E' inaccettabile anche perchè c'è il pericolo che queste persone possano morire».

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