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Putin, dai nemici al veleno: lo zar solo con le sue paranoie. «Sembra Hitler nel bunker»

Lo Zar ha smesso di andare al Cremlino, vive nella sua residenza estiva circondato soltanto da guardie del corpo

I nemici, i generali, il veleno. Putin solo con le sue paranoie: «Sembra Hitler nel bunker»
I nemici, i generali, il veleno. Putin solo con le sue paranoie: «Sembra Hitler nel bunker»
di Vittorio Sabadin
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 21 Maggio 2022, 15:01 - Ultimo agg. : 22 Maggio, 22:02
4 Minuti di Lettura

Il presidente russo Vladimir Putin non si fida degli elicotteri e preferisce muoversi in auto. Prima della guerra in Ucraina, il suo corteo passava sul Kutuzovsky Prospekt, il lungo rettilineo che conduce al Cremlino. Circa un’ora prima, la strada veniva letteralmente sigillata dalle forze di sicurezza: davanti a ogni edificio c’era una guardia che impediva agli abitanti di uscire. Nessuno poteva avvicinarsi ai 18 veicoli, tra i quali c’erano una decina di limousine dai vetri oscurati e persino un’ambulanza.

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Putin è sempre stato sospettoso, ma è diventato paranoico con la guerra in Ucraina, dicono gli osservatori del Pentagono e dei servizi di sicurezza britannici. Ora non va quasi mai al Cremlino, sta sempre nella residenza estiva di Novo-Ogarevo a ovest di Mosca, un edificio tranquillo protetto da mura alte sei metri in una zona abitata da oligarchi e cantanti rock. Vive circondato da guardie del corpo e personale di servizio, compreso un assaggiatore del suo cibo. Quando desidera parlare con qualcuno lo manda a chiamare, ma lo desidera sempre meno. Già con l’epidemia di Covid aveva scoperto la praticità delle conferenze in video, che non ti obbligano a sentire stupidaggini e a ribattere: quando non ne puoi più, chiudi il collegamento.
Accade molto spesso, ormai. La presidente della Banca Centrale, Elvira Nebiullina, gli aveva detto che la guerra stava mandando l’economia russa «giù per lo scarico», e lui ha cliccato sul tasto “chiudi conversazione”. Il capo negoziatore con l’Ucraina, Dmitri Kozak, gli aveva domandato il permesso di esprimere un parere personale, e lui ha risposto spegnendo il computer.

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LE REAZIONI

Non ascolta più nessuno: il primo ministro Michail Mišustin gli stava parlando preoccupato dell’economia, e lui giocava con la penna. Tratta il capo di stato maggiore Valery Gerasimov come un aiutante e non come un consigliere, ed è molto duro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu: sopravvissuto a tutti i cambiamenti politici dalla fine dell’Unione Sovietica, Shoigu sarà alla fine un capro espiatorio del pasticcio ucraino.
Putin continua a svegliarsi tardi, nuota in piscina, fa colazione e poi riceve i rapporti. Li vuole su carta, come ai tempi del Kgb. Prima quello del Sfv sulla situazione internazionale, poi quello del Fsb sullo stato delle cose in Russia e infine quello del Fso, dedicato agli oligarchi e ai nemici interni, figure che spesso coincidono. Non ha pietà per i traditori. Pensa che in politica e in guerra combatti il nemico, ma poi ci fai la pace. Con i traditori la pace non puoi invece farla, devi solo spazzarli via. Gli ucraini sono traditori e vanno spazzati via, per creare la nuova Russia con la Bielorussia e passare alla storia per averlo fatto. Nel 2024 ci saranno le elezioni e Putin non vuole annoiarsi parlando di pensioni e costo della vita, vuole arrivarci da ri-conquistatore di una terra che apparteneva alla Russia.

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Il professor Mark Galeotti, docente di studi sull’Est Europa all’University College London, ha scritto un approfondito articolo per il Daily Mail sulle paranoie di Putin e lo ha paragonato a Hitler chiuso nel bunker di Berlino, impegnato a dare ancora ordini ai suoi generali. Alcuni storici inglesi si sono domandati se sarebbe stato meglio cercare di uccidere Hitler nei primi mesi della Seconda guerra mondiale, ma hanno concluso che se il paranoico Führer fosse stato ucciso, il comando militare sarebbe passato a qualcuno più competente, che forse avrebbe vinto la guerra. Da questo punto di vista Putin potrebbe rivelarsi il miglior alleato degli ucraini, ma c’è sempre il pericolo che, messo alle strette dall’andamento del conflitto, decida di allargarlo alla Nato. In ottobre compirà 70 anni, è malato, e potrebbe diventare ancora più pericoloso. Ma Galeotti conta sul fatto che allora qualcuno a Mosca lo fermerà. Hitler era circondato da nazisti che lo adoravano: nessuno dei collaboratori di Putin sembra invece disposto a prendersi una pallottola per lui, e nessuno di loro piangerà quando uscirà di scena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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