Putin indaga su Ksenia Sobchak (figlia del suo mentore Anatoly): è accusata di essere una spia estera

La risposta all'indagine tramite Instagram: «Non a tutti servono "opinioni dissenzienti", ma un elettorato obbediente»

Putin mette sotto indagine Ksenia Sobchak (figlia del suo mentore Anatoly) con l'accusa di essere una spia estera
Putin mette sotto indagine Ksenia Sobchak (figlia del suo mentore Anatoly) con l'accusa di essere una spia estera
Lunedì 16 Maggio 2022, 14:50 - Ultimo agg. 17:00
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Probabilmente, senza l'aiuto di Anatoly Sobchak, Vladimir Putin non sarebbe mai diventato l'uomo che tutto il mondo conosce oggi. L'ex sindaco di San Pietroburgo è stato il primo a credere in lui e dargli un'occasione per entrare in politica. I due erano così legati, che lo zar avrebbe anche fatto da padrino al battesimo di sua figlia Ksenia. Ma nonostante ciò, adesso Putin ha avviato un'indagine proprio contro la sua "figlioccia" e sarebbe pronto a bollarla come agente straniero. L'accusa è quella di aver «lavorato con i suoi nemici» durante il conflitto tra Russia e Ucraina.

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L'indagine del Cremlino

È in corso un'indagine da parte del Comitato pubblico russo per il rilevamento di interventi stranieri, per verificare se Ksenia Sobchak (sua avversaria politica alle elezioni del 2018) sia stata «finanziata dall'estero».

Anche il suo media online, Ostorozhno Novosti, è sotto inchiesta. Se dovessero essere trovati finanziamenti esteri, «Sobchak sarà bollata come agente straniero», ha avvertito il Cremlino.

La risposta della Sobchak è arrivata tramite il suo account Instagram: «Come posso commentare? Sono orgogliosa. Avere la propria opinione significa libertà assoluta, che è ciò che odia qualsiasi gruppo politico che si batte per i voti delle persone. Perché non a tutti servono "opinioni dissenzienti", ma un elettorato obbediente». Non è la prima volta che la Russia bolla un oppositore di Putin come «spia». Dopo una carriera in tv, Ksenia Sobchak aveva deciso di entrare in politica schierandosi con oppositori di Putin come Boris Nemtsov e Alexei Navalny.

 

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